martedì 13 luglio 2010

Baci di dama salati al pesto














Le passioni artistiche sono spesso dei minuscoli segreti che per timidezza, ritrosia, paura di aprirsi agli altri mostrando il proprio lato 'vulnerabile', sono lasciate di proposito al riparo dagli occhi altrui.
Anche nella mia famiglia succede. C'è una sottile vena estetica che lega la mia persona a quella di mio padre creando delle condizioni tali da rendere ancor più distintivo il legame parentale e caratteriale che ci unisce sotto la formalità del cognome.
Trattasi di passione per la pittura, bada bene caro lettore non parliamo di 'arte' in senso alto ma solo di una dote che inaspettatamente le nostre dita hanno ereditato senza volontà o studi in merito.
Detto così potrebbe sembrare qualsiasi cosa ma lo ripeto, nulla di eccezionale solo una forma di attitudine a dipingere piccoli quadretti che ci portiamo da sempre. Entrambi preferiamo il rosso ed il grigio poi via libera all'ispirazione. Pochi colpi seguiti dall'occhio rapido ed attento ed il manufatto è anche terminato.
Non tele ma ridotte cornici colorate dominate dal un non-sense intimo non meglio specificato. Ne ho un pò a casa, mio padre ovviamente di più. Tutte celate per non rivelare questo gioco che in un certo qual modo ci rende creativi in età adulta, quella età appunto troppo spesso annegata in una vacua concretezza ammazza-tutto. Mia madre e la mia ragazza complici discrete di questo filrouge dell'estro targato gambetto senior e junior.
Come mio padre prediligo farlo quando sono stanco, allo stremo delle forze. Avete presente quando un fastidio pungente vi ronza per la testa. In quel caso non c'è medicina che basta. Ecco è proprio allora quando la giornata volge al termine e si è troppo spossati per qualsiasi azione fisica ed intellettiva che in modo impulsivo il mio io reagisce e rende al corpo quella forza nervosa necessaria per convertire la sensazione di malessere in un minidipinto a tinte forti. L'occhio è nuovamente vivo, le mani riacquistano vigore e precisione alla sola idea di trasformare in colore quel tarlo che fino a poco prima mi ha scavato goccia a goccia.
L'attrezzatura è scarna basta realmente poco. Una ciabatta è sufficiente.
"Eccola è lì....", silenzio per un attimo, l'aria si ferma e poi..."sbaammm!!!" Il quadretto è servito!
A far da cornice l'urlo affettuso e disperato della mia ragazza:"...Noooooo!!...."
E' da un pò che tenta di mettere freno al mio talento creativo eppure vi assicuro che per quanto ci provi a riprendermi ogni volta, non riesce a non ridere di gusto guardando quali capolavori sono in grado di creare.
Ovviamente mi piego...l'arte non è per tutti e quindi procedo sotto minaccia anche a rimuovere.
Nel constatare che le odierne e tecnologiche "pitture lavabili" sono contro l'arte sorrido e non demordo pensando al prossimo affresco!
E'dura essere artisti incompresi...mio padre ovviamente mi capisce.

Firmato
La ciabatta di Kandinskij

PS
Chissà se mio nipote, che ha il mio stesso nome, avrà nelle dita siffatta arte!?


Passiamo ora alla ricetta. La prima volta che li ho visti preparati da Alessandra (Raravis) di MenùTuristico ho pensato:"...li provo...prima o poi li provo...".
Eccoli qui :)
Questa è la prima versione perfettibile che mi serviva per sondare il terreno. Li preparerò ancora apportando alcune variazioni soprattutto per quanto riguarda la farcia. La nota davvero positiva infatti è la versatilità dei baci di dama salati. Quando li ho assaggiati non ho potuto fare a meno di pensarli infatti con diversi abbinamenti tutti altrettanto golosi da testare.
Ultima nota la scelta del vino. Alessandra ha preferito il brandy ma vi assicuro che un tappo di vino fruttato di qualità non è da meno.
Ah dimenticavo :P Alessandra. Di lei già avevo parlato poco tempo fa. Probabilmente dice molto di più il suo blog redatto a 4 mani con l'amica Daniela.
Per chi non lo conoscesse, ma dubito seriamente, posso solo dire che MenùTuristico è un sito abbastanza singolare ed il suo successo in termini mediatici è davvero frutto di una intelligente trasversalità. Mi piace definirlo caffè letterario perchè dalla cucina al viaggio, dalla recensione del libro a quello della mostra d'arte, dall'analisi dell'attualità allo spunto per i più piccoli, tutto è raccontato, vissuto e condiviso con toni non affettati ma soprattuto con l'onestà intellettuale di condividere la propria esperienza di persone innanzi tutto. Ironia, ingegno, humor, buonsenso, personalità e capacità di cogliere nel dettaglio la sfumatura caratterizzano questo lido on-line.
Perchè nelle apparenze di una pagina web bidimensionale ben confezionata la differenza la fà sempre e solo la profondità. Nessun browser vi proietterà mai sulla vostra scrivania o sul tavolo che sia lo spessore di un sito, quello dobbiamo verificarlo da soli, rischiando, aprendoci, percorrendolo quotidianamente poco alla volta. In questo caso sporgetevi pure senza paura di avvertire alcuna vertigine di sorta. Qui c'è concretezza.
La confezione accattivante non manca ma la differenza ovviamente è in prospettiva. Se vi manca questa finestra, affacciatevi non la chiuderete tanto facilmente ;)


Baci di dama salati al pesto
[per una quarantina di bacetti grandi come l'unghia di un pollice]
In parentesi metto le mie piccole variazioni rispetto all'originale che riporto qui con un banale copia&incolla.

Ingredienti
100 g di burro freddo (io 80gr.);
100 g di farina di mandorle (ho aggiunto 3-4 mandorle amare opportunamente ridotte in 'farina');
100 g di farina 00;
70 g di parmigiano reggiano (io 90gr. buoni);
un tappo di brandy (un tappo di vino bianco fruttato);
una presa di sale;

Non avendo il mixer ho lavorato tutto a mano procedendo per la formatura delle briciole con le dita (tipico movimento per indicare i soldi) e terminando la pasta con il tappo di vino bianco fruttato freddo.
Passare l'impasto in frigo per una mezz'ora, io in verità l'ho lasciata per tutta la notte.
Prendete quindi una teglia a bordi bassi ( quelle da biscotti vanno benissimo) e ricopritela con un foglio di carta da forno.
Riprendete l'impasto e prendetene quel tanto che basta per formare una pallina. Fatelo velocemente , disponendo via via le varie palline sulla teglia, a due dita di distanza l'una dall'altra. Accendete il forno a 150° gradi e fate cuocere per 15- 18' massimo (io con il mio forno 20' pieni).
Vanno tirati fuori quando sono appena appena compatti e non preoccupatevi se si sbriciolano, a toccarli. Al contatto con l'aria, si induriranno, senza per questo perdere nulla della loro fragranza.

Quando sono freddi, li ho farciti con 250 gr. di Philadelphia light con 2 o 3 cucchiai di pesto preparato esclusivamente in casa.

Nota
Di norma, più stanno lì, più sono buoni: il consiglio è di tirarli fuori dal forno, farli ben raffreddare e poi metterli in una scatola di latta, ermeticamente chiusa.
Reggono bene anche da farciti: potete prepararli comodamente anche 3 o 4 ore prima di servirli, senza bisogno di tenerli in frigo (il che non significa, ovviamente, posarli sul calorifero)