martedì 31 maggio 2011

Biancomangiare alla sarda con Cointreau














Sabato prima di Pasqua, interno farmacia prima dell'ora di pranzo.
Una folla oceanica, io ho il numero 67, sul display lampeggia il 49. Non è la mia farmacia, quella dove vado di solito per la precisione, ma di vista mi conoscono. Sono li per la mia ragazza. Influenza di quelle belle decise.
Il medico telefonicamente mi dice che è necessario l'antibiotico ed un antistaminico. I farmaci sono generici nella loro categoria motivo per il quale mi preannuncia che ci vorrebbe comunque la ricetta ma che probabilmente potrebbero anche essere flessibili visto il taglio non specialistico per qualche patologia specifica. Male che vada in qualche modo provvederà anche alla formalità cartacea.
C'è da dire che a casa non ne sono sprovvisto pur non potendo coprire per intero i giorni festivi, motivo per il quale preferisco muovermi nel prefestivo piuttosto che farmi il giro delle farmacie di turno dopo...anche perchè riflettendoci bene..."ma dopo come lo acchiappo più il medico se c'è bisogno della prescrizione!"...già è un miracolo che mi aveva risposto di Sabato mattina...
Attendo quindi pazientemente circa 40 minuti. Le quattro persone con i camici dietro il banco completano il bestiario umano che popola quella scenografia, me compreso. C'è la dottoressa antipatica, i due commessi giovani e spiritosi ed un dottore sulle sue ma molto educato in quella professionalità palesemente sottolineata. La farmacia è in realtà un locale molto ampio semicircolare, con le persone disposte a mò di platea ed una privacy ridotta a zero visto la coincidenza di quanti siamo in quel frangente ed il tempo inclemente che non permette di attendere sul marciapiede antistante.
I due ragazzi mettono di buon umore, riescono persino a far sorridere una signora anziana incartandogli in modo pressochè perfetto dei pannoloni per adulti in una busta differente rimediata nel magazzino in modo che fuori da lì nessuno possa capire cosa abbia acquistato.
Poco male, quello che può sembrare un dettaglio che fa perdere qualche minuto aggiuntivo ai più è ravvisato come un bel gesto di ordinaria e non scontata umanità.
La cura con la quale hanno mimetizzato la vistosa confezione era una azione di contraffazione degna del miglior truffatore, eseguita a regola d'arte, senza troppe parole, pochi movimenti e sguardi di intesa decisi con l'interessata.
La nota stonata erano quella trentina di persone dietro, me compreso, involontari e pudici testimoni della affettuosa manipolazione di 'camuffamento'.
Arriva il mio turno quindi. "Il solito chiulo..." mi sono detto tra me e me perchè finisco infatti dritto-dritto dalla dott.sa MrsSimpaty. Spiego subito la situazione in merito alla mancanza di prescrizione, chiedendo anticipatamente scusa sia per mettere in difficoltà chi svolge il proprio lavoro con quella richiesta non nei canoni, sia chiarendo che se non fosse stato fattibile avrei comunque provveduto in altro modo. Insomma metto da subito cortesemente le mani avanti.
Arriva quindi la domanda professionalmente maliziosa di MrsSimpaty, un misto tra Dr.House per 'amabilità' ed Anna Magnani per mimica sofferta:"Le occorre altro oltre a quanto mi ha detto?".
Non mi sono tirato indietro dal gioco "se prendi 'qualcosa altro' e la tua spesa è consistente faccio finta di niente" e quindi prontamente le ho elencato delle vitamine ed un collirio che in ogni caso prima o poi avrei dovuto riacquistare.
MrsSimpaty adesso perde la drammaticità dell'attrice romana e sulla base espressiva della 'benevolenza' alla Dr.House innesta un viso da estasi mistica alla Barbara D'Urso per intenderci, guardandomi quasi come se fossi sceso da un peschereccio libico.
A quel punto ad alta voce mi accorda tutte le richieste ma nel mentre va avanti ed indietro dagli scaffali mi fa il cosiddetto "predicozzo", citando l'uso del fax come mezzo di comunicazione per ricevere le prescrizioni e poi elencando alcune nazioni come l'America, la Germania o l'Inghilterra paesi per i quali io potrei anche "strisciare ai piedi del banco" (cito le esatte parole) "...ma senza ricetta non potrei mai ottenere nulla."
Tutto sommato mi scoccia subire ma è pur sempre per una buona ragione. Faccio realmente finta di niente, nella mia mente c'è solo il mio alter ego Homer Simpson in mutande su un prato che rincorre una pastiera gigante e fette di tortano sparse a mo' di fiori su verdi colline...
La felicità è davvero uno stato mentale più vicino di quanto si creda.
Poi, sempre MrsSimpaty interrompe la mia atarassia onirica e dice, rimandando alla mia provenienza non propriamente alto-atesina:"...se lei è abituato in un certo modo dalle parti sue non cambierà mai niente in questo paese...".
Ecco quello è stato l'attimo preciso nel quale occhio&croce Homer in mutande si è fermato e mi ha guardato infastidito. I fotogrammi bucolici del cartoon sono stati estemporaneamente sostituiti da altre immagini, queste ultime invece chiaramente venute a galla sul fondo dei miei occhi. Istantanee alla arancia meccanica probabilmente, flash-back di azioni intimidatorie degne del miglior repertorio camorristico, azioni di avvertimento sedimentate nella sola esperienza conoscitiva di certi episodi. Contrariamente alle aspettative che già mi vedevano protagonista in cronaca nera però, dalla mia bocca è uscita solo una considerazione perentoria sulla stupidità dell'essere rigidi a prescindere e sulla opportunità di poter comunque trovare una modo formale alternativo e legale nel giro di poco tempo visto che comunque avevo già dall'inizio chiarito, senza arrivare ad una paternale decisamente fuori luogo.
MrsSimpaty mi guarda fisso, non so di preciso cosa vede ma di certo non dice più una parola, abbozza solo un timoroso quanto leggermente seccato:"...beh certo" e mi allunga lo scontrino.
"Pecunia non olet".
Pago e vado via lasciando nell'aria un vaffa mai detto, nemmeno accennato, solo un grazie spogliato degli auguri, non ho rimarcato nemmeno il tono, il desiderio era solo tornare a casa. Homer poco dopo ha ripreso a correre felice...

PS
Per la mera cronaca, MrsSimpaty è del profondo Sud...


Passiamo quindi alla ricetta che è una non-ricetta che avevo postato in passato con una declinazione per me insolita (rispetto alla precedente appunto) ma che ha riscosso un buon successo.
Il Biancomangiare alla Sarda infatti l'ho pescato dalla raccolta la Grande Cucina del Corriere modificandolo tuttavia sull'aspetto del gusto.
Di fatto l'acqua di fiori di arancio prevista era (almeno per me) un pò troppa per cui ho preferito diminuirla, darle una nota aggiuntiva agrumata con il limone mettendo infine l'accento su una nota alcoolica a mio avviso ha donato una leggera freschezza alla crema.
Insomma qui non stiamo parlando di alta scuola di cucina ma di una preparazione rapida&semplice che in un periodo come questo che mi vede costantamente lontano dai fornelli nel non voler rinunciare comunque ad un dolce fatto a casa mi permette comunque una scelta di conforto. Per la fretta e per comodotità logistica in frigo uso sempre il medesimo stampo però qualora mi organizzassi per tempo o per una eventuale cena con amici prepararò il biancomangiare in miniporzioni con qualche salsa alla frutta per rendere il dessert ancor più accattivante a dispetto della sua semplicistica realizzazione.


Biancomangiare alla sarda con Cointreau

Ingredienti

200 gr. di zucchero;
100 gr. di maizena;
1 l di latte;
1 dl di acqua di fiori di arancio (io solo 33 cl ed è più che sufficiente secondo me)
2 limoni non trattati;
due spicchi di arancia candita;
3 cucchiai pieni di Cointreau;

Preparazione
Lavate e asciugate i limoni e prelevatene la buccia con il rigalimoni. Ponete la maizena in una casseruola e diluitela con poco latte freddo versato a filo (questo passaggio io non l'ho mai compreso; in merito già argomentavo qui sulla molto similare crema al limone rovesciata), mescolando continuamente per evitare che si formino grumi. Aggiungete l’acqua di fiori di arancio, lo zucchero, la buccia dei due limoni (la ricetta originale ne prevede solo uno ed il secondo per decorazione)e incorporate poco alla volta il latte rimasto.
Ponete la casseruola su fiamma media e cuocete il composto finché si sarà addensato, mescolando continuamente. Eliminate la parte di buccia di limone a granularità maggiore filtrando il composto attraverso un colino a maglie fitte e versate la preparazione in uno stampo bagnato di acqua fredda; lasciate intiepidire, mescolare infine con i 3 cucchiai pieni di Cointreau, quindi ponete il budino in frigorifero a raffreddare per almeno 3 ore (una notte intero è consigliabile visto l'aggiunta di alcool).
Sformate sul piatto da portata, decorate con l'arancia candita.