martedì 13 novembre 2012

Ciambellone fondente agli agrumi


Roma, Eataly.
Mai l'apertura di un punto di aggregazione simile poteva venire tanto incontro ai desideri delle masse di gastro-appassionati. Il sacro virus dei fornelli è una sorta di pandemia più preoccupante dell'aviaria, perchè se la seconda proviene dai polli inducendoci al letto ed al massimo nel bagno per qualche giorno (catastrofisti americani e opinionisti-della-d'Urso a parte...), lasciandoci nel post-riposo più leggeri nel fisico ed anche nei pensieri, la prima invece crea gravi disturbi maniacali-depressivi che nell'apparente evidenza di un delirio di onnipotenza gustativa uniforma in modo sconcertante atteggiamenti, linguaggio e persino gestualità. Torniamo per un attimo ad Eataly però.
Il misantropismo innato nel mio carattere, mi aveva tenuto lontano da questo piccola-grande realtà del cibo, anche a torto a dire il vero, e quindi fin quando non si è presentata una occasione-esigenza che mi ha portato fisicamente lì per la prima volta, avevo sempre trovato una scusa o un alibi per rimandarne la visita. Nella fattispecie però sono stato più che fortunato, perchè il mio primo approccio in quel di Roma è stato attraverso una frizzante professionista che lì lavora, con la quale abbiamo scelto come teatro temporale dell'incontro un Lunedì pomeriggio e cioè il momento nel quale anche il più sfegatato e becero fan della Parodi cerca la via di casa per smaltire tutte le caxxte gastro-pop-chic che ha cucinato o ingurgi...ehm degustato nel week-end. E'evidente che la scarsa presenza di avventori ed una mentore più che carina nel guidarmi tra le varie aree a tema hanno avuto il loro peso nel primo impatto.
Di certo l'ambientazione è suggestiva così come la scelta di avere sempre luce naturale disponibile ove possibile, il che permette di non perdere riferimenti temporali certi come invece avviene purtroppo nella maggior parte dei centri commerciali al chiuso. Ampi spazi quindi, scelta di zone aperte con scaffali a vista, percorsi a tema appunto ma non necessariamente obbligati come il "sentiero" dell'Ikea, una moderna rivisitazione delle transumanza volontaria del pecorame su tappe fisse. Ci credo poi che le persone all'uscita dell'Ikea stessa non ritrovano l'auto, il lento incedere sul quell'itinerario disegnato in terra, quel pacato ritmo dato dall'altrettanto trascinarsi di piccoli flussi umani affluenti, lobotomizza, pian piano assuefa, rende dolce i dolori ed anestetizza anche la Domenica più grigia, conduce al ristorante-mensa...poi ancora agli stand e se proprio non si è acquistato nulla, sfocia a tardo pomeriggio nel porto della gastronomia svedese, dove è un attimo spendere 100euro in salmone e in cagatine allo zenzero per ritrovarsi fuori sulla porta d'uscita senza nemmeno riuscire a ricordare il proprio nome ed il perchè si è in quel luogo.
Torniamo però ad Eataly, per la quale accennavo appunto ad una ottima coreografia a dimensione d'uomo con una altrettanto vasta scelta di prodotti, dal commerciale a qualche piccola chicca più ricercata e di certo più difficile reperibilità. Accennare al fatto che da vero morto di fame partenopeo, ed ho una testimone per questo, ho subito acquistato una mozzarella da 1 Kg impegnandomi a donare un organo a scelta per quanto costava era scontato, no?! E che la stessa mozzarella è stata usata come imbottitura per una parmigiana di melenzane perchè davvero non era assolutamente niente di eccezionale da sola lo pensavate?...eppure è proprio così. Per carità, non sento alcun desiderio di cadere nella sterile polemica che gioca sul fatto "...che sono napoletano, ho altri standard e così via...", perchè a questo punto dovrei dirvi che "...suono il mandolino, il putipù e sono un latitante cammorista..." :) Piuttosto se pago tanto, le aspettative sono altrettanto alte e se non sono rispettate allora il produttore, il distributore diretto o chi per esso, perde un cliente, uno, io, niente di che sia chiaro. Tralasciando quindi la piccola delusione gastronomica, aggirarsi negli stand è davvero una esperienza unica, soprattutto quando sul tardi comincia ad aumentare l'affluenza di avventori.
E' tutto un collage di personaggi-espertoni che declamano competenze ad alta voce, donne 'gommate' dai rossetti improbabili ai limiti dell'anoressia che con mani ossute ed ingioiellate spulciano etichette tra scaffali con aria sostenuta nascondendo malamente parecchi gradi di presbiopia, finti Che-Guevara con capelli rasta che fanno la spesa con i carrellini colmi trascinandosi in jeans consunti dalla griffe e non dal tempo, altrettanti improvvisati (ed un pò ingenui) chef-casalinghe\i che nel reparto libreria snobbano la Clerici o la Parodi per declamare nomi più altisonanti, indicando a chi gli è accanto che certe pubblicazioni sono 'robetta' (ed effettivamente, a parte tutto, come dargli torto), partner di appassionati di cucina che si aggirano per il reparto utilenseria con la stessa aria spaurita che potrebbe avere Roberto Bolle ad un raduno di portuali omofobi, degustatori di caffè che richiedono monoarabiche con la stessa nonchalance di chi per tutta la vita si è tostato e macinato il caffè a casa quando gli unici chicchi di 'caffè' che hanno veduto sono solo quelli di cioccolata sulle torte, c'è anche chi ha provato a sentire il profumo della farina dall'esterno della confezione sigillata o che ragionava sulla stagionatura del parmigiano guardando le venature dello spicchio con la stessa aria rapita di chi è in grado di guardare il futuro in una palla.
Non sono in molti però ad accorgersi che la pellicola usata per gli alimenti grassi, formaggi inclusi ha pvc (la grande distribuzione della COOP è più avanti di Eataly in questo...), che il prezzo di anche ciò che è reperibile in mercati attigui è innaturalmente più alto senza apparente giustificazione qualitativa, che la selezione dei vini esposti (fatta eccezione per le eccellenze acclarate ed imprescindibili per questo) segue una linea commerciale che indirizza marcatamente in certe direzioni aziendali(e qui mi fermo...), che gli yogurt 'di nicchia' ad alta qualità altro non sono che latte intero addizionato di fermenti lattici e con l'1%(!!) del prodotto caratterizzante il gusto (la Yomo è un prodotto d'elite al confronto visto che usa il triplo dei medesimi ingredienti ed il primo che mi accenna alla parola bio lo mando a...)...
Tutto sommato però, insieme ad una seconda volta con la quale sono tornato con MissD mi sono sempre divertito, perchè Eataly è specchio della società, specchio di "tronisti del food" che lì trovano una ribalta degna delle loro eccentricità estetiche e se visto come parco giochi a tema è un luogo di aggregazione niente male dal quale cogliere il meglio, considerato che l'idea di partenza è comunque ottima nelle intenzioni e che per alcuni reparti i professionisti non mancano, basta fregarsene o magari solamente sorridere quando capita di incrociare 'rustici connazionali' presi ad imbustare delle melenzane e delle carote (da mercato rionale, fin troppo nella media come prodotti) con la grazia e l'accortenza con la quale maneggerebbero piuttosto un vetro soffiato di Murano. Piuttosto apriamo una associazione "Amici degli smemorati dell'Ikea", che dite?!

PS
Questo post è stato in più punti censurato per evitare di vivere sotto scorta, e quindi l'argomento pasticceria, gelateria, angolo del(biiiiippp)...sono stati cancellati dal mio avvocato di fiducia...

Passiamo quindi alla ricetta del giorno.
Un ciambellone, sì, cucinato da MissD.
Quante volte? Tranne quando siamo stati al Salone del Gusto, tutti i fine settimana anche in versione doppia dose ed in molte varianti sul gusto.
Chi lo ha assaggiato? Tutti e non scherzo. I parenti di entrambe le famiglie con i nipoti in testa per le richieste di produzioni aggiuntive, nonni inclusi, gli amici, i vicini di casa, chiunque si sia trovato anche solo per sbaglio con noi da Giugno fino a Sabato scorso. E'stato dono aggiuntivo di piccoli 'regali mangerecci', arma segreta di molti pomeriggi estivi, alternativa pressochè fissa di tutte le colazioni e mai e dico mai una volta che ne abbia avuto uno per me, intendendo tutto-tutto per me. Sempre diviso, porzionato anche quando appunto veniva sformato in versione duplice dose. MissD. ovviamente non ha bisogno da tempo delle dosi, procede a memoria ed anche con modi un filo alienati dai continui rifacimenti del week-end, salvo poi riprendersi con il profumo che lo stesso ciambellone rilascia in cucina senza poi considerare la soddisfazione di non vederlo mai arrivare ad un Lunedì.
La storia inizia come nelle più semplici delle casualità. Sul blog di Ciboulette, UnFiloDiErbaCipollina nel prendere spunto per una torta soffice con polpa d'arancia, segno anche la ricetta del "ciambellone più soffice del mondo", la cui provenienza è dal blog DiarioDiUnaPassione.
MissD. non se lo fa dire due volte, e intercettando il fogliettino lasciato in uno svuota tasche me lo fa ritrovare un Venerdì sera a cena. E' l'inizio del non ritorno. Nemmeno un bar ne produrrebbe in eguali quantità. La ragione, semplice, non tradisce il suo nome. Va da sè che odio i superlativi per cui lo ribatezzo, senza merito o alcuna investitura in particolare di un nuovo nome, secondo me, leggermente più confacente alla resa: Ciambellone fondente. Il Ciambellone fondente, è un punto di svolta nell'arte casalinga dei dolci "secchi" da colazione. Raggiunge il suo top nelle declinazioni agli agrumi con zeste degli stessi e con marmellate, appunto agli agrumi di ottima qualità e cioè con un rapporto zucchero\frutta completamente a discapito del primo. Deliziosamente evanescente nella suo fondere in bocca nella versione albicocca, pera o pesca.
Intrigante all'arancio per essere semplicemente irresistibile con i mandarini. Mela&cannella, un piccolo must al quale non rinunciare quando ci si vuole coccolare magari nel dopo cena. Limone il mio preferito, fresco, leggermente pungente, praticamente perfetto. Forse non ho mai parlato così tanto bene di un dolce se non della pastiera di mia madre, vuoi vedere che mi sto completamente rincogl....(biiiiiiippppp!!)....??
A voi la risposta. Rifarlo è un attimo, provarlo idem, rispondermi a tono sarà semplicissimo ed io non vedo l'ora... :)

Ciambellone fondente agli agrumi 

Ingredienti:
250 gr. di zucchero;
250 gr. di farina "00";
3 uova intere, codice 0;
130 gr. di olio di semi di ottima qualità;
130 gr. di acqua;
250 gr. di marmellata agli agrumi di ottima qualità con un alto contenuto di frutta;
una bustina di lievito per dolci non vanigliato;

Preparazione
Montare le uova con le fruste insieme allo zucchero fino a quando non diventano spumose. Solo quando le uova sono ben montate, senza mai fermarsi con le fruste, aggiungere a filo e gradatamente, rispettivamente prima l'olio, poi l'acqua, la marmellata e solo alla fine la farina ed infine il lievito opportunamente setacciato. Imburrare e infarinare quindi uno stampo per il ciambellone, come quello per il budino, versarvi i 3/4 del composto. Nel rimanente composto mettere due cucchiai di cacao amaro, mescolare bene e far cadere nello stampo sul composto bianco per un eventuale effetto marmorizzato. Cuocere in forno caldo a 180 ° per circa 40-50 minuti, sul ripiano medio del forno. La prova stuzzicadente ovviamente vi servirà per capire, ognuno con il proprio forno, quanto tempo è necessario per una cottura ottimale.

Nota
Il composto da versare nello stampo risulta piuttosto liquido e quindi non aggiungere mai ulteriore farina. L'uso di zeste di agrumi o di altri caratterizzanti è da consigliare solo nel caso di marmellate di scarsa incidenza gustativa...