martedì 21 settembre 2010
"ScottonShameCakes" fichi e fondente
Mai avrei pensato di parlarvi di questo, ma, se di 'diario di viaggio' si tratta è piacevolmente 'necessario' non filtrare a grana troppo fine.
Mentre butto giù queste righe ancora non riesco a mettere a fuoco bene ed è per questo che lo scrivo adesso, per poi pentirmi certamente dopo ma per non rimpiangere di non averlo fatto mai in alcun modo.
Spesso nei miei piccoli racconti prendo in prestito quella parte di vita che mi scorre accanto come contorno ma non per questo meno significativa e non priva di emozioni.
XFactor, metà talent show, metà reality. Senza ritrosie pseudo culturali l'ho visto per le prime serate di programmazione (massimo fino alle 22:30...che poi crollo :P, insomma poco più di un ora a puntata non altro...).
L'approccio al genere è sempre lo stesso. Desiderio di non applicarmi, una sorta di tappeto televisivo visto&rivisto che per quanto si giochi sulla pelle di molti ragazzi resta pur sempre una 'macchina comunicativa' che fa meno danni di un TG nazionale.
Quest'anno però c'è qualcosa che mi ha destato una attenzione diversa. Lui si chiama Nevruz ed è un partecipante alquanto insolito. La prima volta che l'ho visto in video infatti l'ho cinicamente bollato pur senza dirlo a voce alta come 'fenomeno da baraccone' aspettando nel corso del programma che venissero a galla le crepe di un personaggio costruito e magari convinto anche. La classica figura caricaturale, cosciente del proprio ruolo che dà colore, per questo usato come diversivo dalle produzioni televisve per pareggiare appunto la volutà 'drammaticità' di certe gare e quindi ancor più risibile in quanto parte consenziente di una strisca alla ridolini pianificata&voluta.
E'qui che sono cascato in quello che ad onor del vero sembra essere stato il tranello perfetto per molti.
Nevruz ad un primo impatto visivo suscita riso bonario, comprensione per non dire aspramente compassione. Poi canta e già qui si smette di ridere, sorge da subito il dubbio invece. Quale dubbio? Ecco anche questo potrebbe non essere chiaro: "E'un genio o un impostore? Certo se ci fà è altrettanto meritevole...".
Ma la domanda vera è sempre la stessa: perche ho smesso di ridere? cosa mi arriva di questo clown che mi fà cambiare anche il modo con il quale sono seduto sulla sedia, prima rilassato poi concentrato a carpire quello che non ho ancora inquadrato.
La sua storia personale è una deriva di rifiuti professionali, di rifiuti di integrazione, di rifiuti quotidiani e di rifiuti e basta, quelli veri. Poche impennate poi l'oblio artistico, esistenziale e reale fino a costeggiare l'indigenza a cavallo di stati emotivi complessi e borderline.
Il fascino del reietto folle? Assolutamente no, lo escludo.
Non conoscevo la sua storia o almeno quello che si sa pubblicamente su questa figura e quindi non ho certo dato continuità al primo impulso di 'deplorevole' paternalismo manzoniano che in misura differente prende tutti (non mi escludo off-course) quando messi di fronte a realtà particolarmente degradate.
La prima sensazione che ho avuto invece è quella di un disadattato sociale che ha trovato nel canto ed in forme alternative di vivere (esteticamente quanto nella quotidianetà) una risposta a tutti quelli che lo hanno giudicato senza appello come me, magari con una risata in faccia. Cinicamente, sempre come me.
Che Nevruz sia un artista della comunicazione indipendentemente dal fatto che sappia cantare o meno è indubbio perchè la carezza emotiva che riceverete 'guardandolo' (appositamente non ho usato un altro verbo) non ve la avrà data nessuno altro se non lui stesso. Espressione vivente del disagio di vivere è una sorta di trasposizione emozionale in muscoli e sangue di un novello Werther contemporaneo, vinto eppur vincitore.
Nevruz sembra la convergenza di tutti gli eteronimi "scartati" dalla nostra società nel tratteggiare l'uomo conforme e uniformato. Con i dovuti limiti del paragone, un acerbo Pessoa moderno, un creatore artistico per esigenza e non per scelta. Il sogno di un sentiero alternativo.
Probabilmente sbaglio e Nevruz non sarà altro che una stella cadente nel pluri-stellato cielo di direttori di TG da infotainment ma questa è una altra triste storia che nulla leverà a chi mi ha dato una lezione di etica con una brutta carezza.
Brutta perchè mi ha fatto più male di uno schiaffo.
Nella speranza di aver trovato comunque lo spunto per smussare lievemente un mio cinismo televisivo e non...passiamo ora alla ricetta.
Con la mia ragazza siamo stati particolarmente impegnati ultimamente ma non per questo non volevamo partecipare all'MT Challenge di Settembre, ragion per cui senza averci ragionato troppo a 4 mani in un paio di ore abbiamo buttato giù 4 minicakes ed una torta tonda.
Poichè la mattina stessa al mercato, all'alba per inciso, ero riuscito a vincere un magnifico cestino di fichi settembrini (piccoli e dolci) in un durissimo incontro di lotta greco-romana con una coriacea e simpatica nonnina agguerrita come nemmeno le "teste di cuoio" lo sono, ho pensato di dare giusta soddisfazione ai lividi ed alle escoriazioni inflitte nel corpo a corpo usando al meglio il frutto di cotanto scontro.
Già in passato li avevo preparati per una crostata "caramellandoli" lievemente con marmellata di fichi&porto...abbiamo pensato quindi di adagiarli sopra sigillando il tutto con una colata di glassa fondente presa direttamente da Santin.
Poichè l'estetica non è granchè come si evince dalle foto, non altrettanto posso dire per il gusto però eh, restava il dubbio di come chiamare questi short-cakes.
Visto le delizie che avete preparato voi per la medesima sfida il mio entusiasmo iniziale confortato solo da un bel riscontro al palato si è del tutto "ammosciato" altro che cotton cake!
Da qui il nome: "ScottonShameCakes" fichi&fondente.
PS
La consistenza spugnosetta e soffice della base ha suggerito ai nostri amici vicini di casa (che l'hanno provato) l'accostamento alle spugnette appunto di una famosa marca di prodotti per la cucina...
Ci ho pensato per un pò...alla fine va da sè che anche "GlitziPlusCakes" fichi&fondente non sarebbe affatto male come nome!
Vero?! :PP
ScottonShame(mini)Cakes fichi&fondente
250 gr. formaggio spalmabile;
6 uova;
60 gr. farina;
50 gr. burro;
20 gr. di maizena;
120 gr. zucchero vanigliato (nel nostro caso zucchero lasciato in 'infusione' con stecche di vaniglia);
1 stecca di vaniglia di buona qualità (miiiiiì quanto sono care!!);
100 ml latte fresco (abbiamo usato quello parzialmente scremato);
qualche goccia di limone;
mezzo cucchiaino di lievito per dolci;
Per la copertura dei fichi:
4-5 fichi sodi e zuccherini;
4 cucchiai di marmellata ai fichi;
4 cucchiai di porto rosso secco;
glassa fondente di Santin riportata a fine ricetta
Preparazione (ricetta di Genny modificata con le nostre varianti per la presentazione)
Fare fondere il burro e lasciare intiepidire. Mescolarlo con il formaggio, il latte, il succo del limone ed i semi di vaniglia.
Unire uno alla volta i tuorli d’uovo, poi le due farine setacciate ed il sale. Montare le chiare d’uovo con il lievito setacciato. Quando cominceranno a gonfiare unire lo zucchero e continuare fino a che saranno ben sode.
Unire le chiare alla base e versare nella tortiera (imburrata e con carta forno), porla dentro un altro stampo e versare acqua fino all’altezza di un paio di dita.
Cuocere per 70 minuti a 160°C . Verificare la cottura con il classico stecchino. Far raffreddare prima di staccarlo per bene dal bordo. Dei 70' i miei mini cakes hanno cotto per 50' normalmente, gli altri 20' con un foglio di carta d'alluminio sopra per non farli troppo scurire.
Ho quindi completato con le fettine di fichi* ognuna delle quali era abbondantemente spennellata con un mix di 4 cucchiai di marmellata ai fichi cotta precedentemente in altrettanti 4 cucchiai di porto rosso secco.
Ho proceduto quindi alla copertura con la glassa fondente la cui ricetta la trovate a seguire.
Nota*
I fichi sono stati preventivamente messi in frezeer per circa 40' in modo da renderli di una consistenza tale da facilitarne il taglio.
Glassa di cioccolato di Santin
Ingredienti:
300 gr. di cioccolato fondente (sotto il 60%);
20 gr. di cacao in polvere;
300 gr. di panna fresca;
Far bollire la panna, stemperare il cacao e versare il tutto sul cioccolato precedentemente fuso e con un mixer ad immersione lavorare l’impasto, facendo attenzione a non incorporare aria, fino ad averlo liscio e lucido.
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