martedì 24 maggio 2011
Semifreddo di Zabaione
Sere di primavera inoltrata. Orario di cena. Balcone aperto sulla cucina, il chiacchiericcio di sottofondo sereno e perchè no forse anche rassicurante di chi nel vicinato vive maggiormente gli spazi all'aperto disponibili.
Bambini che giocano, chi si dedica alle fioriere, chi ritira i panni dallo stendino, c'è chi fuma una sigaretta in attesa del marito, chi posa barattoli di pittura in vista di grandi manovre e chi invece 'sferraglia' in cucina condividendo dal punto di vista audio i vari passaggi di preparazioni invisibili agli occhi ma qualche volta intuibili a naso.
Stanchi. Le telefonate di prassi alla famiglia per aggiornarsi sulle questioni del momento poi la cena. Durante la settimana non è che si facciano fuochi d'artificio in cucina. La priorità è solo la salvaguardia di quella trentina di minuti passati a tavola, lasciando pian piano cadere la stanchezza della tensione latente, quella appunto che ci ha mantenuto di giorno (semi)lucidi e con occhio pallato.
Quattro chiacchiere dal tono disteso qualunque sia l'argomento per cercare una visione accettabile anche di tutto ciò che invece ad altre ore non lo è. Sullo sfondo la televisione accesa.
Evito rigorosamente l'avanspettacolo del TG1, le notizie principali le ho già ascoltate alla radio. Se posso e sono in orario salto direttamente da Blob ai pacchi di Max Giusti, intrattenimento preserale senza l'anima spessa del primo ma non per questo meno confacente al desiderio di avere un sottofondo visivo virante al sorriso, tra l'altro fatto con discreto garbo.
In mezzo però c'è la trappola.
A volte è un attimo...è solo un piccolo jingle parlato ad alzare istantaneamente la concentrazione di adrenalina nel sangue di entrambi.
Lei dice subito :"noooooooo ancora qui, basta!".
Io a seguire:"...ma che palleeeeee......" è questione di un paio di secondi reali...con la mia ragazza scattiamo rapidi e con fare isterico... 4 mani protese sul tavolo che si incrociano, io che faccio cadere il mio bicchiere per fortuna spesso vuoto, posate in terra, un delirio di pochi attimi solo per riuscire ad afferrare il telecomando ed evitare che per l'ennesima volta si subisca quella immonda pubblicità del 'governo del fare' da un giornalista tanto arguto per certe riflessioni quanto fazioso e venduto ai limiti del circense per le sue parabole da prete 'spogliato'.
Qualche puntata confesso l'ho anche vista pur domandandomi come sia possibile che Giuliano Ferrara percepisca ogni volta che compare in video circa 3000 euro per pochi minuti con un contratto blindato di due anni per difendere lo status morale della velina-venduta di turno abbassando il mondo ad un puttanaio, bontà sua, altresì non giudicabile. Ben venga la diversità di opinione che è sempre una garanzia di democrazia ma la morale sul meretricio ad un'ora dove a stento reggo il peso della giornata...sentirsi preso per i fondelli ancora....quello proprio "nun gliela fò!".
Al termine dello spazio "pubblicitario" giornalistico siamo di nuovo li a ridacchiare dei danni fatti, recuperando posate pulite incanalando nuovamente la cena in ritmi più consoni, felici&fetenti di aver passivamente appreso che siamo stati tutti elevati al rango di "puttanieri", chi più chi meno :)
La riflessione d'obbligo che come un lampo mi attraversa la mente è che forse manca in certe dissertazioni a senso unico non il contraddittorio (troppa grazia...) ma un certo confronto etico anche con un recente passato letterario dal quale si può sempre imparare.
Il pensiero successivo corre alla mignotta di Pasolini: "ma quanto ci manca?..." chiederei al bravo giornalista. Di certo il quesito è un vezzo personale rassicurante, un riferimento che svilisce il momento culturale poco alto sotto il profilo etico-politico ma anche solo per la mera cronaca, un piccolo lampo su una lettura che difficilmente si dimentica, sia ben inteso nessun tentativo supponente e pseduo-intellualoide per giudicare, giammai. Un flash nulla di più, poi fortunatamente la mente procede in modo ebete senza pretesa alcuna distratta da altro: "...vabbè...adesso gioca la Sicilia...", il piatto è in tavola, guardo il concorrente ispira simpatia, "...speriamo che peschi il pacco da 500.000 euro...".
PS
Quando si è anziani come noi la suscettibilità è maggiore e ci si arrabbia e ci si diverte con poco...ma questo è evidente :)
Passiamo quindi alla ricetta.
Questo dessert è tratto dalla raccolta la Grande Cucina del Corriere della Sera. C'è poco da dire su questo semifreddo la cui preparazione l'ho rivista solo in un paio di passaggi. La resa è eccezionale e chi mi conosce sa che uso aggettivi simili raramente per non dire quasi mai.
E'un semifreddo versatile che ho preparato anche in monoporzioni molto carine ma non fotografate per impossibilità logistica e di tempi visto che dovevo servirlo (rischiava di diventare una delle tante ricette che non pubblico per mancanza di immagini ma la cosa non mi andava e quindi di corsa ho scarsamente immortalato la sola versione 'panettoncino'). Accontentatevi delle poche istantanee monotematiche e decisamente poco curate condivise con voi ma non lasciate cadere lo spunto nel dimenticatoio perchè questa ricetta, insieme al sorbetto fondente al limoncello è un punto di non ritorno.
Considerate che io non ho la gelatiera ma malgrado ciò non solo non mi arrendo ma devo dire che per certe preparazioni nemmeno ne sento la mancanza. L'invito è a provare mettendo in conto il lato-B della questione...e cioè che quando andrete a comprare/provare il gelato artigianale anche in qualche posto davvero decente il vostro grado di giudizio sul gusto Zabaione sarà molto più severo perchè il vostro termine di paragone sarà decisamente più complicato da eguagliare e questo per sapore, per retrogusto ed in modo sorprendente anche per densità.
Le lacrime, almeno per me che ero alquanto scettico inizialemente, erano dietro l'angolo dopo il primo affondo di cucchiaino :P
Semifreddo di Zabaione
6 tuorli di uova codice 0;
5 dl di panna fresca;
200 gr. di zucchero con buona solubilità;
1 dl di Marsala + mezzo cucchiaio per lo stampo + 4 cucchiai sempre di Marsala o anche di un passito molto fruttato;
fragoline per guarnire;
Preparazione
Bagnate con mezzo cucchiaio di Marsala l’interno di uno stampo da plum-cake a pareti scanalate della capacità di 1,5 l e passatelo in freezer (io ho usato uno stampo in silicone per panettoncini). Montate i tuorli con lo zucchero fino a ottenere un composto gonfio e spumoso; aggiungete il Marsala (1 dl) versandolo a filo. Trasferite il composto in una casseruola e cuocetelo a bagnomaria montandolo con una frusta finché sarà raddoppiato di volume (8' all'incirca), quindi lasciatelo raffreddare (io ho contiunato con le fruste elettriche trasferendo la bastardella in una pentola con acqua fredda).
Montate la panna aggiungendo gradatamente i 4 cucchiai di passito e incorporatela allo zabaione, mescolando delicatamente dal basso verso l’alto; versate quindi il composto così ottenuto nello stampo ormai freddo. Coprite con pellicola per alimenti e ponete in freezer per almeno 4 ore.
Poco prima di servire immergete velocemente lo stampo in acqua tiepida, sformate il semifreddo sul piatto da portata e disponete ai lati le fragoline. A quel punto dite addio al semifreddo perchè non tornerà nulla indietro nel freezer! :)
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