martedì 18 gennaio 2011

Involtini di verza, alici e bufala














S., altrimenti detto S."Pinguino" dai più per la sua andatura dondolante che rimandava senza tanta fantasia aggiuntiva alla camminata un pò teatrale del pinguino, altalenante sui lati ed a volte buffa ma sempre venata di una certa dolcezza.
Dodici anni, magro, ne alto ne basso, capelli lisci ma sempre arruffati, denti un pò stortarelli, occhi castani piccoli e luminosi, carnagione pallida nascosta dietro poche lavate di faccia ed altrettante scarse docce, figlio di una famiglia sbandata ma 'non troppo' che non incrociavamo spessissimo visto che lui era sempre dai nonni mentre loro invece avevano una casa più in periferia.
La sua giornata vissuta metà a scuola metà per strada a bighellonare. Spesso era al seguito del mio gruppo di amici con il quale ci ritrovavamo sempre alla fine di un viottolo senza via d'uscita di un parco privato quello appunto dove abitavano anche i suoi nonni. Laggiù, in fondo a quel piccolo slargo abbiamo trascorso tutta la nostra adolescenza e gioventù io MrBlue, Mr Pink, MrBlonde, MrBrown, MrYellow e MrWhite sempre appoggiati o appollaiati su una ringhiera di un balconata a piano terra ad aspettare che la vita ci attraversasse.
Noi di poco oltre la maggiore età, qualcuno ancora liceale qualcun'altro fresco di iscrizione all'università, lui invece la nostra saltuaria mascotte o compagno di sfottò nel tempo libero.
Quando aveva l'attenzione di una platea, come la nostra di fatto, si divertiva a raccogliere qualsiasi cosa trovasse per terra e ciò che era edibile lo mangiava anche, dallo snack a metà, alla busta aperta di patatine semiriversa. Con il tempo prese il vizio di raccattare finanche i mozziconi di sigarette abitudine che fortunatamente grazie anche a qualcuno di noi che letteralmente gli faceva saltare le mani con degli schiaffi ben assestati, perse in brevissimo tempo.
Scroccava sigarette ai passanti, tra di noi all'epoca nessuno fumava, ma così come per lo snack smoccicato e raccolto da terra quello era solo un modo per fare il 'suo show'.
Erano in pochissimi a dargli qualche 'bionda' ovviamente ma procurarsele non era poi così difficile.
Di certo richiamava le nostre risate ma queste erano sempre seguite dagli schiaffetti bonari di chi lo correggeva. Scappellotti affettuosi dati con piglio premuroso ai quali però lui rispondeva sempre ridendo in modo furbo, tornando da subito in "riga". Qualche volta bastava lo sguardo o il cambio di tono della voce ma in alcune occasioni solo la mano arrossata che gli bruciava per un pò fungeva da ottimo promemoria.
Spesso giocava 'a pallone' con noi, poi di tanto in tanto lo vedevamo con la mamma che veniva a trovarlo nella casa dei nonni. Con lei era serio. La guardava con una espressione mista ad adorazione ma anche pudore e vergogna. Non ci siamo mai chiesti il perchè in tutta onestà. Va detto che effettivamente non scherzava mai quando era con lei e se rideva incrociando il nostro sguardo era sempre un riso contratto. Non c'è molto da dire, noi eravamo dei fratelli maggiori acquisiti dalla strada probabilmente quelli che maggiormente si preoccupavano di lui (se a pranzo mangiasse qualcosa di caldo piuttosto che i 'Giambonetti' acquistati dal tabaccaio) gli stessi però la cui età impediva ulteriori e di certo più maturi approfondimenti.
Siamo cresciuti in parallelo parzialmente inconsapevoli gli uni dell'altro e viceversa ma certamente in una simbiosi affettiva fatta di pallonate, scherzi, momenti più seri ed altri trascorsi solo in silenzio aspettando che finisse il pomeriggio e venisse sera per tornare a casa.
Inutile dire che il periodo che andava dagli inizi di Dicembre sino a fine Gennaio S."Pinguino" era dedito a sparare qualsiasi fuoco d'artificio riuscisse a reperire o comprare, anche se la parola fuoco d'artificio a Napoli è davvero fuorviante. Tutto ciò che contiene polvere da sparo e "fa'na bella botta", probabilmente questa è la definizione migliore e più pertinente al luogo ed ai personaggi.
Un pomeriggio nei giorni immediatamente precedenti il Natale eravamo tutti insieme rintanati sulla ringhiera a chiacchierare del più e del meno. Da lontano il rumore di fondo dell'isterico traffico prefestivo. S."Pinguino" come al solito sparava 'raudi' dal botto deciso dentro lattine vuote, scatolette di cartone, sotto qualche cassonetto ovunque cioè ci fosse un effetto deflagrante di maggiore portata. Movimento rapido della mano che accende il petardo direttamente sulla parte abrasiva di un scatolino di cerini da cucina, poi la fiammata secca&veloce, il lancio o l'immissione in qualche vuoto a perdere, la fuga e la 'botta' con tanto di pezzettini a volar via in una nuvoletta acre di zolfo.
Di tanto in tanto faceva ridere, poi cominciò a beccarsi qualche occhiataccia da parte nostra che se distratti da altro letteralmente 'saltavamo da terra' sorpresi dagli scoppi.
E'così che si avvicina a noi, di nuovo ripete per l'ennesima volta il gesto che oramai fà con grande padronanza.
Accenna ridendo:"...è l'ultimo giuro!". Il raudo passa veloce sulla strisciatura della scatola di fiammiferi pronto ad essere lanciato. Questa volta però niente fiammata. Il raudo non si è acceso.
MrPink gli accenna con tono perentorio:"Mò basta eh!". S."Pinguino senza pensarci infila quindi il raudo in tasca e si avvicina a noi per conquistare nuovamente il proprio spazio. E'questione di un paio di secondi, dalla tasca si sente la fiammata partire, Pinguino capisce e mormora qualcosa di incomprensibile.
MrPink che era di nuovo di spalle, sente tutto mi guarda poi si gira e gli urla:"...non mettere le mani in tasca!". Un secondo dopo, il botto. Fumo, puzza di bruciato, S."Pinguino" trema e piange con le mani bloccate in aria come se lo stessero perquisendo. Cerca soccorso. Non ha nemmeno il coraggio di abbassare lo sguardo. Gli siamo subito addosso. Il jeans bucato con un foro bruciato grande quanto una ostia che emana calore e fumo rimanda direttamente sulla pelle.
Gli caliamo i pantaloni a forza, gli slip bianco consunti macchiati di polvere da sparo ma intatti, la pelle sotto l'attaccatura della coscia viola e grigia ma ad una prima occhiata senza nemmeno un graffio, è solo sporca ed annerita, le mani invece quelle ancora su. Non si è fatto nulla per fortuna. MrWhite sorride sollevato ma solo dopo averlo mandato sonoramente a 'cagxxe', MrPink gli alza subito i pantaloni, per strada conta l'onore si sa. Pinguino ha il viso avvampato più volte sfregato adesso con la manica del maglione slabbrato in mancanza di un fazzoletto. Inizia anche a ridere tra le lacrime che stentano ad asciugarsi. Fortunatamente la tasca era doppia.
Nessuno ha il coraggio di infierire con la morale di turno, si apre una piccola gara a prenderlo bonariamente per i fondelli. MrPink lo solleva di peso e lo mette sulla ringhiera, ogni tanto gli guarda attraverso il buco sulla coscia per capire se la pelle ha subito qualche piccolo danno e non perchè è iscritto a medicina o per curiosità, quello è solo affetto.
S."Pinguino" non capì mai la lezione ne questo gli fece perdere il suo status di 'fratello' minore.
Lo abbiamo perso di vista di li a qualche anno una volta che aveva finito la scuola dell'obbligo.
L'ho rincontrato poi io solo molto tempo dopo.
Era cresciuto, sempre magro ma con braccia robuste, qualche cm in più in altezza e con il viso che tradiva una maggiore età per dei baffetti accennati e non curati. Lavorava come garzone presso una salumeria del quartiere. Adesso era solo S. per gli altri mentre per noi era sempre rimasto S."Pinguino", lo stesso che quando si è risentito chiamare così, con il suo vecchio soprannome da ragazzino, ha cancellato le rughe dei grigiori attraversati nel frattempo ed ha disteso un sorriso che diceva:"...si, quello sono 'io'".


Passiamo ora alla ricetta.
Guardando le foto oltre ad un giustificato senso di ribrezzo estetico prima di voltare pagina con un "bleah" :) consentitemi una esile e pur labile difesa.
Cucino sempre ma fotografo solo...quando è bel tempo, di mattina (per la luce) ed off-course esclusivamente nel weekend. Questo vuol dire che passano sul blog, senza esagerare solo il 30% delle cose provate (soprattutto in inverno...) le quali per mia inclinazione ma soprattutto per maggiore versatilità logistica (tempi, conservazione,...) sono spesso dolci.
Quando ho visto la ricetta proposta per il nuovo MT infatti...per me è stata una "mazzata tra capo&collo" perchè sapevo di certo che non potevo progammarla guardando contemporaneamente il meteo, la diponibilità a farla, il calendario, l'oroscopo, le eclissi etc etc.
Poichè tuttavia e non lo dico con ironia qui l'aspirazione non è a vincere ma solo a partecipare non mi sono scoraggiato e la ricetta l'ho fatta ma durante la settimana. Ho persino scattato le foto e calpestando la mia dignità ed il vostro buon gusto estetico ho anche deciso di postarla certo che con un refresh web su altri lidi compenserete alla grande queste ignominia fotografica.
Non è un modo di mettere le mani avanti ma credetemi che qualcosina mi è costato...a pubblicarla :P
Non ci sono le foto con il sughetto (non si vede nemmeno una oliva o il prezzemolo che avevo preparato) ma quando ti svegli mooolto presto la mattina...arrivi la sera che la cena è un traguardo di serenità e neanche un piatto per l'MT (come in questo caso) per quanto sia una vera e propria goduria...restituisce lucidità. Nella fattispecie mi sono dimenticato di immortalare il piatto nel sua interezza...e dire che me ne ero anche accorto ad un certo punto...ma dopo uno spontaneo e sconsolatissimo "oh merde"...ho sorriso ed ho detto alla mia lei:"...vabbè sarà per una altra volta, son certo capiranno...forse..." riprendendo a mangiare "felice&fetente" :PP ehehehehehehe

Detto ciò passiamo davvero alla preparazione che invece in casa ha avuto un successo di quelli da sorrisi a 360gradi.
Con questa ciofeca visiva, mi perdonino le autrici pleaseeee partecipo all'MT Challenge di questo mese:


Involtini di verza, alici e bufala
Per 12 involtini;
12 foglie di cavolo-verza;
24 alici fresce medio-piccole deliscate;
250g. di scamorza fresca di bufala affumicata;
una decina di olive di gaeta denocciolate;
concentrato di pomodoro;
2 spicchi di aglio;
1 acciuga sotto sale;
pangrattato di casa;
Sale q.b.;
Olio extravergine di oliva;
3/4 foglie di prezzemolo;

Preparazione
Prima preparo un sughetto con il concentrato di pomodoro scaldando in una padella poco olio extravergine di oliva con uno spicchio di aglio fresco tagliato piccolissimo. Non appena diventa biondo elimino l'aglio con una forchetta ed aggiungo la acciuga dissalata sotto acqua calda. La disfo nell'olio caldo unendo poi le olive nere di Gaeta denocciolate. Non appena queste sono 'sigillate' dall'olio caldo, alzo la padella dal fornello per raffreddare un tantino dopodichè verso 5/6 cucchiai di concentrato di pomodoro. Lascio andare quindi a fuoco lentissimo per almeno 30'.
Nel frattempo in una pentola molto grande con acqua bollente salata lesso le singole foglie di verza per un paio di minuti scolandole immediatamente sotto l'acqua fredda. A questo punto lascio asciugare le foglie 'stendendole' ai bordi dello scolapasta.
Mi dedico quindi alle alici sfilettate che passo prima nell'olio extra vergine di oliva e poi velocemente nel pangrattato grezzo (quello fatto in casa per intenderci).
Solitamente non le scrollo troppo. A questo punto adagio tutti i filetti impanati in una teglia rivestita con carta da forno e passo in forno a 160° (forno elettrico ripiano medio-alto) fino a completa cottura/tostatura. Non riporto con precisione il tempo perchè ovviamente dipende dalla pezzatura del pesce e dalla potenza del forno/grill, indicativamente a forno preriscaldato siamo nell'ordine di 15'-20'. Tiro fuori ed aggiusto di sale.
Una volta pronti i singoli tagli del pesce passo a comporre i bocconcini mettendo tra due filetti di alici una fetta piuttosto spessa di scamorza di bufala, poi avvolgo nella foglia di verza che nel frattempo ha perso il più dell'acqua residua di cottura.
Dispongo a seguire nella precedente padella dove c'è il sugo già pronto con le olive nere e porto a cottura con coperchio a fuoco basso (non più di 20'-25'). Passo poi ad impiattare usando per la parte superiore degli involtini il sughetto di cottura.
Si...le foto sono inaccettabili...ma il piatto merita...altrochè se che merita! :DDD