giovedì 25 febbraio 2010

"Quello che le donne non dicono..."












"Quello che le donne non dicono..." è stata la prima cosa che ho pensato quando ho associato due episodi tra loro formalmente diversi eppure entrambi uniti da un sottile filo fatto di carattere e pudore, bravura e anima.
Partiamo con il primo.
Alessandra Gennaro di MenuTuristico tra le righe dei commenti che ci scambiamo quotidianamente mi accenna ad un libro, ma non si sbottona oltre. Nel blog non c'è niente in merito. Non senza fatica e con tanto di ricerca sul web non solo scopro che è scritto da lei in collaborazione con una collega, ma che è illustrato dalla pittrice Giusy Catenuto e che, non da meno, (questo ovviamente l'ho saputo poco dopo) la sua parte di diritti d'autore sarebbe andata in beneficienza alla Banca degli Occhi della Liguria . Il libro è una raccolta di ricette tipiche delle venti regioni italiane illustrata con gli acquarelli della già citata pittrice, piatti che Alessandra si è divertita a provare nella propria cucina in diverse varianti prima di individuare la versione pubblicabile. Questo non senza il supporto di una attenta ricerca condotta sguinzagliando amici in ogni parte d'Italia alla ricerca di quadernetti, tradizioni orali ed aneddoti che dessero concretezza storica alla tradizione condivisa e dettagliata in quelle pagine. Insomma, un piccolo capolavoro nascosto per sensibilità.
Altri avrebbero dato fiato a trombe&trombette, radunato folle ed invocato rulli di tamburi ed invece no, una delle migliori persone che ho avuto modo di conoscere e stimare in rete si teneva in pancia questo generoso compendio di bravura, arte gastronomica e visiva. Uno schiaffo allo stereotipato narcisismo da web che trova invece prolifiche e caricaturali incarnazioni. Pochi giorni fa per l'appunto leggevo il post di una foodblogger molto in vista che in modo pretenzioso cercava di mantenere una aria confidenziale da gruppetto di Chiesa in viaggio premio pur avendo oramai reso il proprio sito un veicolo prettamente commerciale che si muove su logiche 'fredde' differenti, sottocutanee e non evidenti ma certamente di gran lunga ravvisabili. Una dicotomia stridente mi verrebbe da dire...per poi fortunatamente pescare la presente felice eccezione. Chi conosce MT, sa che può contare su una 'famiglia allargata' dove messa da parte la retorica del complimento facile o obbligato, si condivide (con la Daniela e la Alessandra) un approccio 'irrequieto' alla cucina che spazia dalla recensione di un libro o di un programma TV al modo di realizzare un origami per la gioia dei più piccoli, sempre con ironia ed intelligenza. Un microcosmo che va difeso per la boccata di ossigeno che dona. Se poi da questa piccola riserva naturale si può attingere anche un libro fatto bene...ma allora...che aspettate a pubblicizzarlo in ogni angolo remoto della rete!?!?!?! eheheheh (Messaggio esortativo! ehehehe)
Il titolo del libro è "Gustando l'Italia"









Passiamo al secondo episodio.
Sono un lettore del blog TzatikiaColazione da molto tempo. L'altro ieri tra i commenti di un post non mi è sfuggito da parte di una lettrice un complimento per una piccola intervista fatta a tre foodbloggers tra le quali appunto ho poi scoperto che c'era anche Lydia una delle autrici del sito suddetto. L'intervista, nella fattispecie qui a partire dal minuto 10,40, andata in onda su RaiTre è una sorta di dietro le quinte che accenna ai meccanismi nonchè le motivazioni che portano una persona ad aprire un foodblog. Una incursione in questo mondo di web e food insieme molto molto carina.






La cosa che mi ha colpito tuttavia, come anche nel caso precedente, è la gestione a posteriori. Infatti chiedendo a Lydia del perchè non ci facesse un post in merito, raccogliendo la giusta soddisfazione e facendo crepare di invidia qualcuno che invece vive per queste esposizioni mediatiche ehehehe, mi ha risposto che non è nelle 'sue corde' incedere all'autoreferenzialità fatta per sola gratificazione personale.
Tanto di cappello, mi viene da dire. Lei infatti, insieme agli altri autori/rici del blog TzazikiaColazione potrebbe tranquillamente permettersi un regalo del genere, vista la qualità e la bravura che le competono eppure non lo fa.
Alessandra o Lydia non fanno del proprio sito una cassa di risonanza del proprio ego. Molti altri infatti subiscono il blog come mezzo di comunicazione piegandosi più o meno incosapevolmente alle logiche di una piccola o ampia ribalta. Loro invece no anticipano questa tendenza, contenendo con sensibilità e delicatezza tutto ciò che anche automaticamente potrebbe sfociare pericolosamente nella vacua autoreferenzialità. L'importante è che non facciano danni però :P...quindi rispettivamente:
- Alessandra vai con la pubblicità a tutta forza ehehehhe!
- Lydia, pubblica e linka tutte le tue interviste alla faccia di quelle che non l'hanno fatta!!
E poi concedetemi un inciso che nulla apparentemente centra
-"...Milena...(Una finestradiFronte, blog per il quale ho sempre un occhio di riguardo anche quando il tempo è poco...) se mai ti decidessi a fare un libro di ricette, e me lo auguro onestamente perchè non ne posso più d stampare tutto il tuo sito, sappi che vorrei la prima copia autografata e non scherzo!!!!" ahahahahah
- "Acquaviva (di Acquavivascorre) ...per te vale lo stesso...se pubblichi vorrei la prima copia autografata ed alghe kombu in omaggio in allegato, ovviamente! ehehehe :)

martedì 23 febbraio 2010

Cookie snack di baccalà e polenta














L'angolo di finestra dal quale si guarda il mondo sembra uguale per tutti.
Basta poco, tuttavia, per sorprendersi a constatare che non è così, ognuno ha il 'suo'.
Diverso eppur eguale, dove la medesima considerazione per quanto abbia una sua intrinseca oggettività ha significati diametralmente opposti.
Pochi giorni fà una simpatica 97enne* di mia conoscenza, avendo trascorso un paio di settimane a letto per via di alcuni dolori alla spalla, si è poi finalmente convinta della necessità di alzarsi, trascorrendo qualche ora sul divano.
Attività fisica minima ma fondamentale. La lucidità mai persa così come la cocciutaggine.
Domanda del figlio:"Mamma come va?".
Occhi minuscoli e brillanti, un lieve sorriso divertito, pochi attimi di pausa e poi con fiato convinto ha detto: "mah...se solo avessi ancora 80 anni!!".
Si puo mai non volerle bene?! ;P

*E'la stessa personcina che ha collezionato 4punti in testa cercando di vedere da sola e senza bastone il cielo alle 5:30 di mattina.

Passiamo quindi alla ricetta: "Cookie snack" di baccalà e polenta.
Ebbene si! Se solo sapessi fare le foto, se solo avessi immortalato 'tutto' il giorno stesso e non la mattina successiva, e se avessi anche ripassato la parte laterale della 'monoporzione' nel pepe a grani grossi premendo un pò, allora si che il titolo sarebbe stato pienamente giustificato...ma non sono ne bravo con la macchina fotografica ne ho la pazienza di creare quello che non mangerei direttamente quindi...un pò di pazienza e glissate sul titolo pretenzioso ehehehe
Il pepe infatti dalle parti mie è abolito per svariate ragioni per cui fate affidamento sulla vostra immaginazione per l'estetica del piatto. La ricetta del baccalà mantecato invece è quella standard, per la polenta idem. E'tuttavia fondamentale la qualità della materia prima, il baccalà appunto e poi una certa accortezza in due punti solo, la mantecatura (fatta con poco olio dolcemente fruttato) e nella cottura dei dischetti di polenta.
Di fatto il baccalà non deve presentare punte di sapidità elevate, così come l'olio evo deve avere una bassa acidità in modo da non appesantire un sapore già pieno di suo. La polenta non va ne salata ne bruciata in modo da arrotondare ulteriormente l'abbinamento.
Fatto questo, dedicatevi all'estetica vendicando la mia innata indolenza per ciò che non è ad uso e consumo del gusto ehehehe
Lo spunto per questa ricetta lo devo allo chef Paolo, che ho conosciuto da poco variando tuttavia un pò il procedimento e personalizzandolo secondo i miei gusti. A seguire vi riporto la ricetta originale con le mie variazioni in parentesi. In ogni caso grazie Paolo ;)


Ingredienti:
per 6 persone
350g. di baccalà, ben dissaltato e spinato -->(Ne ho comprato circa 500g e non mi sono trovato male riuscendo a comporre circa 14 'cookies')
350 ml circa di olio extra vergine d’oliva, dal sapore non troppo forte -->(Ho usato scarsi 200ml di olio toscano poco fruttato di un piccolo produttore);
1 limone e mezzo -->(L'ho omesso sostituendolo con mezza cipolla rossa dolce medio grande)
sale q.b.
pepe q.b. -->(Ovviamente l'ho omesso)
1 foglia di alloro

per le sfoglie di polenta
300g. di farina gialla da polenta a cottura rapida -->(Ho usato una 250g. di polenta a grani leggermente più grossi)
1,2lt di acqua -->(Io solo 1 lt)

Baccalà mantecato
Originale --> Mettere il baccala’ con la pelle in una pentola, coprirlo d’acqua fredda e aggiungere i limoni tagliati a mezzi e l’alloro. Abbassare il fuoco non appena l’acqua bolle e cuocere finche’ il pesce e’ abbastanza tenero.

Mia variazione --> Avevo fatto levare la pelle del baccalà che ho usato invece da sola bollendola in circa 3 litri di acqua con la foglia di alloro e la mezza cipolla tagliata grossolanamente per 30'buoni. Ho poi filtrato questo brodo e l'ho usato per bollirci il baccalà per 15'-20'. Non oltre.

Originale --> Togliere quindi il pesce, metterlo in una ciotola a bordi alti (un pentolino o un bicchiere del minipimer possono andare benissimo). Lavorare vigorosamente la polpa con un cucchiaio di legno, rompendo tutte le fibre. Aggiungere lentamente e a filo l’olio e “montare”, come se fosse una maionese. Puo’ essere d’aiuto aggiungere qualche cucchiaio
dell’acqua di cottura ancora calda. Continuare a lavorare il composto finche’ non diventa cremoso e compatto ma sono ancora integre alcune fibre del baccala’. Al termine sistemare di sale e pepe.

Mia variazione --> Ovviamente volendo usare meno olio ho aggiunto più cucchiai dell'acqua di cottura circa 5 o 6 quindi. Ho proceduto quindi in una bastardella usando una sola frusta del frullino a velocità minima (quella per montare la panna per intendersi), continuando fino al raggiungimento della densità voluta. La mantecatura non ne ha risentito affatto.

Originale --> Andrebbe preparato un giorno prima dell’utilizzo, lasciandolo riposare in frigo per una nottata: acquista maggiore sapore e si compatta maggiormente. Va servito a temperatura ambiente, per cui ricordatevi di toglierlo per tempo dal frigo. L’operazione di mantecatura fatta a mano puo’ essere faticosa, in alternativa si puo’ utilizzare una planetaria o un frullino con le fruste a bassa velocita, ma, mi raccomando, niente frullatore o minipimer con le lame, altrimenti si danneggerebbero irrimediabilmente le fibre del pesce e il composto finale non riuscirebbe cosi’ gustoso e cremoso come dev’essere.

Mia variazione --> L'ho preparato la mattina e servito la sera, direi che è andato benissimo lo stesso. Il consiglio di Paolo in merito alla mantecatura è fondamentela quindi oltre il frullino senza lame al minimo non andate, compromettereste la ricetta irrimediabilmente ottenendo una cremina...

Foglie di polenta
Preparare la polenta che, a termine cottura, deve risultare molto morbida e “spalmabile”.
Stendere su un foglio di carta da forno e spianarla (aiutandosi con il dorso di un cucchiaio o una spatola, bagnati d’acqua fredda) regolandone l’altezza a meno di mezzo centimetro.
Quando e’ fredda, tagliarne dei dischetti con un coppapasta (o con un bicchiere). Passarli alla piastra (liscia o rigata) oppure in una padella antiaderente con un filo d’olio, facendoli asciugare bene all’interno e diventare caldi e croccanti all’esterno.

Mia versione --> Ho cotto i dischetti di polenta in una padella antiaderente con olio evo, fermandomi appunto quando diventano croccanti. Ve ne accorgete dal profumo che sono ok! ;)

Va detto che avrei voluto aggiungere del prezzemolo fresco ridotto a pezzettini piccolissimi nell'operazione di mantecatura ma non l'ho fatto perchè tra le persone che avevo a cena c'era una ragazza incinta e quindi si è preferito evitare qualsiasi tipo di erbe&erbette crude. Onestamente non ne ho sentito la mancanza :P



martedì 16 febbraio 2010

Tortini di cavolfiore, luganega, friggitelli e bufala














Ultimamente per una serie svariata di circostanze che non sto qui a dettagliarvi ho avuto modo di guardare la televisione che 'non conoscevo' o, meglio ancora, quella che intravedevo spesso dietro la lente arguta di programmi come Blob o addirittura radiofonici come Caterpillar.
Mai in versione integrale tuttavia. Questa full immmersion impulsiva (zapping motivato da curiosità) ha dato da subito un gran giovamento alla mia malridotta capacità critica, bypassando in pieno il ruolo che solitamente delego al già citato elettrodomestico...e cioè quella di lobotomizzarmi senza pretesa alcuna.
Di solito infatti guardo in modo mirato, poco varietà da svago, pochissimo intrattenimento informativo con inclinazione al caz...eggio (per gli appassionati del genere i corrispettivi tecnici sono l'entertainment e l'infotainment), cartoons, due o tre serie televisive al massimo (attualmente era solo una ma è anche finita...ahimè...) e qualche film.
La TV invece si è rivelata una vera e propria palestra per la mente o quantomeno una fonte inesauribile di domande a cui non sempre ho trovato risposta. Altro che "La Settimana Enigmistica"! :P
Si comincia con esercizi di riflessi psico motori facendo lo slalom tra i canali nell'utopico tentativo di evitare simpatici cinesi 'acrobati del disgusto' con la bocca, conduttori impersonali e ripetitivi che si contendono l'ultimo miglio della telefonia fissa e che fanno concorrenza ad esilaranti telepromozioni che vogliono invece redimere sempre l'ultimo miglio, ma del vostro tratto intestinale nonchè quelle meravigliose pubblicità dei profumi. Quanto vorrei avere infatti una risonanza magnetica dell'attività cerebrale di coloro i quali hanno pensato certi spot passando con una levità ineffabile dal nonsense evocativo di una fragranza al suo omologo caricaturale (il nonsense ovviamente) che sfocia nel ridicolo. La domanda che mi pongo è sempre la stessa ma il grottesco di questi lanci pubblicitari è più associabile ad un piacevole effluvio o al tanfo intellettivo che lo ha partorito? :P
Tornando invece al mondo dei fornelli, in particolar modo ad una trasmissione della mattina...mi domandavo ancora...quanto quella presentatrice è ingrassata su 'precisa' indicazione dei dati di ascolto per accorciare le distanza con un pubblico che non si identificava più in lei (dopo un recente subentro alla conduzione) abbassando audience e vendite dei prodotti correlati (direttamente ed indirettamente)?! Il gossip tiene per un pò...poi puzza di bruciato, occorre un maggior impegno vero? ;)
Quanto quel famoso cuoco per rimarcare il suo personaggio 'maledetto' e quindi la fama che lo precede (direttamente proporzionale al suo cachet) 'deve' affermare che i funghi in padella non vanno abbinati a fine cottura con il prezzemolo perchè il suo ipotetico cliente/commensale mai dovrà incorrere nel pericolo che un pezzettino gli si infili tra i denti?
Stranezze da prodotto televisivo le chiamo io...e cioè tutto quanto si veste di professionalità nel pur misero tentativo di nascondere mancanza di idee o di personalità vera.
Quanto i reality pomeridiani e serali, nonchè il cosidetto infotaiment, devono puntare su personaggi mediocri per ingannare il pubblico a casa, permettendogli per poche mezz'ore di sentirsi culturalmente adeguato nel discernere più o meno seriamente dell'etica comportamentale e del costume altrui?
Di fatto si pone artificiosamente lo spettatore in posizione vantaggiosa creando la più pericolosa delle poltrone cerebrali...quella appunto che fa sentire 'padroni' di una realtà volutamente dimessa, i cui spunti provocatori hanno già insita la risposta morale. L'illusione di pensare di essere diversi/migliori da quelle realtà proposte è il più subdolo inganno, è la moneta di scambio maggiormente usata da certe trasmissioni che barattano un mondo soft in cui non è prevista l'autocritica ma solo la critica ad un modello comportamentale deplorevole precostituito in cambio di una leva commerciale indotta più o meno forte.
Quanto la mistificazione della vita di Craxi (nel bene e nel male) ad opera di un direttore di telegiornale e malamente controbilanciata in altre sedi da un imbavagliato contraddittorio è paragonabile alla lasciva e viziosa coreografia imposta di recente ad una ballerina adolescente di un talent-show dove nessuno (e dico nessuno) ha supportato le sue ragioni in un contenzioso che non aveva per oggetto solo il buon gusto ma anche implicitamente il 'prezzo' del successo??
Lo stesso Blob ha sottolineato gli argomenti suddetti con collage televisivi che si complimentavano con i due supponenti educatori, storico l'uno, di spettacolo l'altro. Differenza sul piano dei contenuti, quasi nessuna.
In entrambi i casi si subisce una forma di violenza (culturale, verbale, commportamentale...) dove a perdere è solo lo spettatore qualora sia privo di riferimenti culturali alternativi.
Ecco quindi che la televisione si pone come la migliore delle palestre per neuroni pigri, dove può essere addirittura divertente evidenziare l'inganno, la depistazione, il marketing nascosto, il ridicolo vestito da serio.
Ed io che fino a poco tempo fa invece pensavo solamente a risolvere il gioco della ghigliottina (L'Eredità di Carlo Conti ), alla Gialappa's (in TV ed in radio), a qualche programmino di nicchia come TVTalk, ai Simpson, alla Littizzetto o alle puntate della prima serie di Lupin3...eh perchè no anche a "Ballando sotto le stelle"...mettendo quasi in 'off' il cervello, quella piccolissima parte che ancora si fregia di essere 'on', off-course...ahahahah :-P

La ricetta che vi riporto invece è stata co-protagonista insieme alla crostata di ricotta e carote della medesima cenetta in occasione del mio compleanno che la mia ragazza aveva 'confezionato' appositamente per lasciare una traccia evidente, anche gastronomica appunto, della suddetta ricorrenza, prendendo sempre spunto da un numero di Sale&Pepe (Ottobre09). Il piatto è di quelli che vivono una palese contraddizione di fondo...e cioè che risulta leggero pur non essendolo nella sostanza. So che è anche difficile da spiegare, ma vi assicuro che questi tortini di cavolo, luganega, friggerelli e bufala non incidono molto sul fronte stomaco poichè la quantità di ingredienti grassi è notevolmente ridotta. Infatti la luganega, i friggerelli e la mozzarella sono solo un top che insaporisce la crema di cavolo (si veda il rapporto in peso tra gli ingredienti), completandola appunto e venandola di sapori energici e decisamente sfiziosi. Un piatto rustico nelle intenzioni ma alquanto fine al palato. Da provare secondo il mio parere (sono stati anche replicati ultimamente ehehehe).
Nota
Il giornale li chiama "nidi", ma penso che la dicitura tortino va ugualmente bene in quanto anche senza cocotte la consistenza della crema di cavolo ben si presta, con un semplice coppapasta, all'assemblaggio a mini tortine appunto forse anche più scenografiche della realizzazione qui presentata.


Tortini di cavolfiore, luganega, friggitelli e bufala
Ingredienti per 4 persone (nelle parentesi le nostre variazioni rispetto all'originale)
Un cavolfiore di buona qualità;
4 cucchiai di pecorino grattuggiato (noi ne abbiamo messi 6 cucchiai);
1/2 bicchiere di latte intero;
20g. di burro;
8 friggitelli, peperoncini verdi dolci;
150g. di luganega;
vino bianco secco;
250g. mozzarella di bufala;
olio extra vergine di oliva;
sale q.b.

Preparazione
Tagliate a cubetti la mozzarella e mettetela in un colino in modo da farle perdere il siero. Diviso il cavolfiore in cimette, lavatelo e bollitelo in acqua salata finchè sarà diventato tenero. Tagliate poi a pezzettini la salsiccia. Fate in quattro quindi i friggitelli eliminando i semi e rosolateli in una padella con un velo d'olio, coprendoli e cuocendoli fino a quando non saranno teneri. A quel punto salateli e toglieteli dalla padella. Nello stesso recipiente ancora caldo senza mettere altro olio rosolate invece le salsiccie, bagnatele con il mezzo bicchiere di vino bianco e fatelo evaporare, aggiungete poi nuovamente i friggitelli saltando tutto insieme per 10' scarsi a fiamma viva.
Passate successivamente il cavolfiore al passaverdura e scaldatelo in una pentola antiaderente con il mezzo bicchiere di latte finchè si addensa, girando delicatamente con una cucchiarella, a fine cottura invece unire il pecorino ed il burro a fiocchetti, incorporando per bene. Aggiustare di sale. Il burro non è essenziale lo si può tranquillamente ridurre o eliminare del tutto.
A seguire abbiamo trasferito il purè in quattro cocotte, aggiungendo le salsiccie, i friggitelli e la mozzarella. Passate in forno a 180° per una 10'...e cercate di evitare di avere a portata di mano una panella di pane casereccio...potrebbe finire senza che ve ne accorgiate!! :))))))
















martedì 9 febbraio 2010

Crostata di carote e ricotta














La mia professoressa di storia&filosofia era un personaggio dal quale gli autori di fiction avrebbero tratto più di una semplice storia tanto era 'normalmente' sorprendente.
Vita piena e vissuta, una famiglia e tanta concretezza in quel lampo di sguardo che dava un sussulto a chiunque lo incrociasse.
La sua lezione di storia era in-primis una lezione di economia per mettere a nudo le leve di interessi che avevano mosso eserciti e politica...poi a quel punto era una passeggiata discernere con più malizia lo scenario da approfondire, fissando e consolidando agevolmente date, luoghi e questioni. Oppure la lettura incrociata dei quotidiani in classe per avere il focus sulla parzialità delle parti...lei era reduce da una gioventù trascorsa attraverso simpatie anarchiche ed esperienze sessantottine quindi l'animo critico verso qualsiasi cosa, era (per lei) un dovere prima ancora che un modo per non farsi fare fessi :P
Nel periodo prenatalizio invitava tutta la classe a casa per quelli che lei chiamava i thè d'approfondimento ed in quelle poche ore passate tra risa e chiacchiere a parlare del più e del meno non solo ci conoscevamo meglio tra noi ma probabilmente facevamo senza accorgercene lezioni sul come 'stare insieme' che non avrebbero avuto poi eguali.
Mai una volta che la nostra vita personale fosse poi in qualche modo strumentalizzata a tradimento in classe.
Severa lo era, in aula ognuno aveva il suo ruolo poi fuori sembrava la sorella maggiore di tutti, colleghe più anziane comprese.
Sia ben inteso...non ricordo che nessuno mai abbia esclamato..."il thè di Natale dalla prof..che palle!"...anche perchè avendo la libertà di farlo senza che la cosa influenzasse minimamente il rapporto scolastico, eravamo realmente autonomi nella scelta...ma essendo molto più trasgressiva di noi...capirete bene che passato il primo imbarazzo mai nessuno avrebbe rinunciato a quell'incontro fosse soltanto per avere la possibilità di ripercorrere, commentandoli nei giorni a venire, tutti gli episodi divertenti o raccontati ai quali si era assistito in prima persona.
Unica lo era, di fatto, pur rimandando a Settembre senza pietà alcuna, nessuno era in grado di avercela con lei a ragion veduta se non appellandosi all'usurato alibi della simpatia/antipatia perchè erano troppo palesi i tentativi di salvare chiunque...e se arrivava a quella conclusione era per un chiaro "non ricambio" in termini di profitto e di fiducia riposta.
Ha partecipato con noi anche ad alcune manifestazioni e cortei, rinunciando alla mezza giornata di libertà che le nostre non-entrate a scuola le regalavano.
Per le gite scolastiche le altre professoresse andavano letteralmente 'pregate' per darci disponibilità ad accompagnarci, lei, non si offriva mai 'sua sponte' ma altrettanto mai, ricordo che abbia detto 'no'.
Facile da approcciare non lo è mai stata perchè in quel guizzo di intelligenza emotiva e analitica che balenava dai sui occhi ci si poteva porre solo in modo diretto e senza sovrastrutture. Guai a velare di ipocrisia il rapporto. Una volta venuta a galla, era la fine, diventava semplicemente la prof.'precisa'.
Ricordo che al compito di filosofia di Maggio, era un Martedì (eh si facevamo anche prove scritte...l'ho detto che era intransigente!) del 4°anno scientifico, presi insieme al mio compagno di banco un bellissimo "1"!!!!
Il "genio", del mio amico, copiò parola per parola (o quasi) una delle risposte che gli avevo trascritto sul dizionario avendo anche avuto l'accortezza di scrivere "prendi il significato e non copiare perchè sono in ritardo!!" (il fatto è che ero in difficoltà a rispondere a tutto e quindi per la fretta gli avevo copiato la mia di risposta senza metterne una versione per lui...lo conoscevo troppo bene quando si faceva prendere dal panico...ed infatti...).
Lei si accorse, logicamente, di tutto nella correzione e ci interrogò il Giovedì successivo dicendo con aria seria..."vi rimando entrambi senza eccezioni se non passate l'interrogazione...siete due fessi!". Gli occhi velati di lacrime e la confessione del mio amico che si assunse tutta la colpa non servì a salvarmi, ne l'avevo chiesto ad onor del vero, avrei di gran lunga preferito che fosse colto per punizione da dissenteria devastante per un paio di giorni (quando si dice mandare qualcuno a cag...insomma...sempre con affetto off-course!! ehehehe).
Ci interrogò con aria seria e risentita solo per aver pensato di poterla 'raggirare'. Era quasi estate ma ricordo una precisa sensazione di gelida tensione e distacco.
L'epilogo?...scontato per gli altri ma non per me a giudicare dalla puzza di poppò che circondava la mia persona in quel momento (ero letteralmente annichilito da quella durezza espressiva)...mi salvai con un "8", che fece media con il resto e quindi passai l'anno con "6", giocandomi in un solo colpo tutti i voti positivi raccolti. Il mio amico invece fu rimandato a Settembre, come dicono a Napoli "cornuto&mazziato" per aver anche perso la faccia in quell'atteggiamento da pentitello di serieB. Io, già un pezzo di legno normalmente, dopo quell'episodio mi irrigidii completamente nei suoi confronti(la prof ovviamente).
Qualche giorno prima della pubblicazione dei cosiddetti 'quadri'(esiti e voti dell'anno scolastico), nel cortile della scuola, passandomi alle spalle senza che me ne accorgessi, mi scompigliò i capelli ed accellerando il passo disse ridendo con ghigno da scugnizza: "Uagliò! ti avrei rimandato davvero...ma lo sapevo che eri preparato!".
Eravamo tornati amici come prima :)

Da qui alla ricetta il passo non è immediato anzi non c'è alcuna correlazione, solo un banalissimo nonsense evocativo al quale mi sono sforzato di trovare delle affinità.
La torta infatti è stata preparata a sorpresa dalla mia ragazza per il mio compleanno un pò di tempo fa. Sapeva che durante la settimana non volevo eccedere con dolci cioccolattosi e quindi ha pensato bene di pescare questa chicca da un Sale&Pepe (Ottobre09) non recente. La crostata, austera nell'aspetto, dalla lista di ingredienti sobria e senza grandi concessioni è stata invece una piacevolissima scoperta, fresca, consistente ma scioglievole al palato, con note dolci delicate e persistenti che incalzano il boccone successivo. Ha il grande pregio, come accennavo pocanzi, di deludere ampiamente le aspettative non elevatissime per quella che sembra essere una preparazione di tono minore. Ed invece tutt'altro! Da solo, dopo la prima al 'rallenty' per capire se e quanto mi piaceva, me ne sono 'sparato' 4 fette...e siamo diventati subito amici (con la torta ovviamente)
La mia professoressa, a pensarci bene, era simile, non preannunciava fuochi d'artificio, era disadorna nella forma (poche concessioni alla femminilità) ma non eticamente, dal guizzo rapido e lo sguardo vivo...una volta conosciuta non se ne poteva fare a meno della sua dolcezza nascosta, della sua incisività intelligente senza fronzoli e promesse :))
Tornando invece alla ricetta, ovviamente tutto il merito è della mia lei, sia del dolce squisito che mi ha preparato, sia delle foto orrende ahahahaha (quando si dice la riconoscenza eheh?! :PP)
PS
Non sempre c'è una ragione logica che lega gli eventi tra loro e questo post ne è l'evidenza, ma questo piccolo blog tiene traccia anche delle naturali incoerenze che mi contraddistingono da sempre e come tutte prima o poi passano per la cucina ;)

Crostata di carote e ricotta

Ingredienti per 6 pers. :
260g. farina "00";
250g. di ricotta di bufala;
200g. di zucchero;
70g. di burro;
2 uova codice 0;
un tuorlo;
1/2 bustina di lievito vanigliato;
150g. di carote;
un pizzichino di sale;

Preparazione
Riunire nel mixer (qui si è proceduto rigorosamente a mano) 200g. di farina con il lievito setacciato, il burro a dadini, un pizzico di sale, 125g. di zucchero e lavorare fino ad ottenere un composto a briciole. Aggiungere poi 1 uovo e lavorare fino ad ottenere una palla di pasta, avvolgerla nella pellicola e farla riposare in frigo per almeno 30'.
Intanto lavorare la ricotta in una ciotola fino a renderla cremosa. Raschiare le carote, grattuggiarle con una grattuggia a fori medi ed incorporarle alla ricotta. Aggiungere lo zucchero rimasto, 50g. di farina, l'uovo ed il tuoerlo e amalgamare gli ingredienti fino ad ottenere un composto sodo ed omogeneo.
Stendere la pasta su un ripiano leggermente infarinato con la farina rimasta, rivestire il fondo ed i bordi di uno stampo da crostata a cerniera di 20 cm di diametro, bucherellare il fondo ed eliminare la pasta eccedente. Riempire il guscio di frolla con il composto di ricotta, livellarlo e cuocere la torta nella parte bassa del forno, precedentemente riscaldato, a 180° per 40' circa.










martedì 2 febbraio 2010

Torta di NonnaPapera mandarino e nocciole















Il caso. E' lui che ha governato la mia vita in questi ultimi 60 giorni.
Costretto a ridimensionare la mia naturale tendenza all'approccio analitico per qualsivoglia aspetto ho pagato senza averlo mai richiesto un bel biglietto per le montagne russe.
D'improvviso sono stato soggetto ed oggetto di emozioni forti, paure, apnee, occhi sbarrati, sorrisi nervosi, telefonate affettuose, minuti interminabili, strette di mano salde, sguardi dolci ed abbracci sentiti.
Questo passaggio in un mixer emozionale ha però lasciato inalterata la mia passione per la cucina. Di fatto la scorsa settimana studiavo un paio di ricette in cerca di ispirazione, precisamente 'Le mini sbrisolone di mele' di Daniela di MT e la 'sbriciolata' di mia madre (che prima o poi posterò).
Cercavo infatti uno spunto da seguire per porre giusta fine ad un barattolo di crema alla nocciola DOC che chiedeva a viva voce di essere consumato. Sta di fatto tuttavia che quelle letture matte&disperatissime non avrebbero mai trovato un degno e lineare impiego ai fornelli se non come elementi formativi e condizionanti in modo costruttivo a seguire.
Infatti, al momento di preparare il dolce ho fatto di testa mia, senza alcun canovaccio cartaceo vicino e procedendo invece a 4 mani con la mia ragazza, passo dopo passo, condividendo con lei tutte le incertezze del momento. Niente di tranquillo come possa sembrare, in cucina due cuochi solitamente...si respingono, due cuochi improvvisati come noi invece...si menano direttamente rendendo il soffito sopra il tavolo zona di sorvolo caccavelle contundenti...figuriamoci poi nel procedere con tutti gli interrogativi di una preparazione che non aveva riferimenti precisi se non il buon senso (ovviamente il mio ahahaha....) e qualche solida ricetta adesso troppo lontana perchè avesse un senso seguirla.
Ma non sempre tutti i mali vengono per nuocere, infatti rimandando ad un G2 pacificatorio a posteriori, abbiamo sotterrato entrambi l'ascia di guerra ed abbiamo fatto quadrato verso quella torta con troppi genitori presunti e con pochi padrini a portarla all'altare del forno.
Adattandoci al caso quindi abbiamo tirato fuori queste due gemelline, che la mia ragazza ha battezzato le torte di Nonna Papera, un pò per l'aspetto casereccio e perfettibile, moooolto per il profumo con il quale hanno 'invaso' casa, altrettanto per il sapore delicato fatto di molte sfumature golose al palato.
Mandarino e nocciola, complementari, nell'essere l'uno al servizio dell'altro nell'impasto ancor prima che nella farcia.
Mentre infatti la nocciola connota la crostata (intendo sempre l'impasto) sul versante 'dolce', il mandarino punteggia invece in modo uniforme con un tocco profumato e lievissimamente acidulo, la pasta, dando al palato la giusta base per mettere in risalto le note oleate e tonde della frutta secca.
Meritavano davvero un davanzale su un giardino...un pò per vanità gastronomica...un pò per farle raffreddare.
Non mi piace sottolineare troppo le coincidenze o meglio attribuirgli significati impropri eppure quella miscellanea emotiva
poco imbrigliabile di cui vi accennavo all'inizio ha comunque fatto da motore al tutto, rafforzando pur senza che se ne sentisse la mancanza, la naturale inclinazione a procedere sempre in modo personale.
Di qui alla botta di c... pardòn fortuna il passo è stato brevissimo eppure vi assicuro che queste crostate hanno da subito occupato un posto elevato tra le ricette che ho preparato. Stavo quasi pensando ad assicurargli un copyright aggiuntivo! :PP
Ahhhhhaaaiiiiii!!!
Scusate, era la mia ragazza che mi ricordava con uno scappellotto da muratore che è sbagliata la forma lessicale "che ho preparato" e che meglio si addice "che abbiamo preparato". Si intuisce che il G2 riparatorio non è stato ancora fatto!? Hihihihi
La vicenda delle due torte in fondo altro non è stata che la traslazione in cucina della storia che invece ci portato sull'intrattenimento a maggior suspense del parco giochi della vita quotidiana. Vi auguro affettuosamente lo stesso finale dolce ;P

PS
Il contest di Sabrine d'Aubergine sul blog FragoleaMerenda "Le ricette di nonna papera 40 anni dopo" non è in alcun modo correlato alla ricetta che vi pubblico se non per una affinità elettiva gastronomica a distanza...anche se ad onor del vero lei è stata la prima con la quale l'abbiamo condivisa per una serie di circostanze coincidenti ehehehe.
Colgo quindi l'occasione non solo per salutarla ma anche per invitarVi a partecipare attivamente alla sua iniziativa perchè è uno di quei 'tuffi' nel passato che fanno bene al quotidiano rinnovando un certo approccio minimale e genuino alla cucina ;)
Adesso la preparazione invece...

Torta di NonnaPapera mandarino e nocciole (per due crostate piccole o una grande)

Per la pasta:
270g. farina '00';
70g. Nocciole tostate;
100g. zucchero a velo;
90g. burro;
1 uovo intero medio;
1 bustina di lievito paneangeli;
1 pizzico di sale;
zeste di 4 mandarini bio grattuggiati;
succo di 2 mandarini;

Per la farcia:
700g. di crema di nocciole (è ovvia la versatilità della torta per cui si possono adoperare svariate creme fatte in casa e non);

Preparazione
In primis si passano le nocciole al mixer ottenendo una crema omogenea. Idem per la buccia di mandarini in quanto era così sottile da poter tranquillamente essere passata al mixer, riducendola così in un fitto briciolame.
Si mischiano a seguire nel seguente ordine, la farina e lo zucchero a velo, entrambi setacciati con il lievito in rapida successione, la crema di nocciole precedentemente ottenuta, la zeste di mandarini, il succo di due mandarini, il pizzico di sale ed il burro fatto a pezzettini piccolissimi.
Si lavora con le mani in modo energico fino ad ottenere un impasto omogeneo(15' almeno).
Per renderlo maggiormente lavorabile andrebbe per logica messo una mezz'ora in frigo ma onestamente non l'ho fatto e non ho avuto alcuna difficoltà. In cucina c'erano i pinguini con me e la mia ragazza quindi tutto sommato ecco spiegato perchè la 'cosa' sia andata così liscia ehehehe :))
Ho steso quindi la pasta con il mattarello creando 4 dischi. Due di questi mi sono serviti per foderare 2 stampi rotondi (imburrati ed infarinati in precedenza), poi ho proceduto farcendo con la crema di nocciole (quella confezionata regalatami) chiudendo infine con i restanti due dischi di pasta, sigillando per bene le circonferenze alle estemità.
Pochi buchetti fatti con i rebbi della forchetta a casaccio (in quel momento la mia ragazza si era allontanata...si vede che sono uno zotico in termini estetici eh?! ahahaha) e via in forno statico preriscaldato su ripiano medio a 180° per 40'.
Gli ultimi 18' ho messo sulle torte un foglio di carta d'alluminio perchè non si scurissero troppo.
Che dire se non...rifatela!!