lunedì 26 aprile 2010

Torta ricca al cioccolato e frutta secca














Avete mai avuto un impegno con un amico 'lontano' di famiglia al quale non si può dire di no?!
La classica festa che la vostra ragazza vi comunica con circa un mese di anticipo e via sms per evitare di sentire la vostra risposta in tono greve:"...ma con tante rotture di pall...che abbiamo proprio noi doveva invitare?!".
L'sms è strategico nella fattispecie, vi elimina qualsiasi speranza. Cita la data, il motivo per cui non si può mancare e soprattutto vi fa da memo-fotografico di ciò che vi attende per almeno 5-6 ore.
L'istantanea è nitida, resa ancora più chiara dall'ultimo incontro che avete fatto con le stesse persone all'incirca un anno prima, una odissea senza fine.
Festa stile matrimonio pur non essendolo, probabilmente anche questa volta sarà all'aperto se il tempo lo consente, fuori città in località amena.
Uomini dai completi gessati lucidi in competizione con le ripettive mogli o compagne dai 'balconi' e 'davanzali' osceni, impegnati entrambi, man mano che vi capitano a tiro, a spostarvi sempre oltre quella linea immaginaria che nella vostra mente fissa il già lontanissimo limite del ridicolo.
Sbaciucchiamenti viscidi ingiustificati, abbracci affettuosi con l'occhio che cade sulla targhetta del vestito per capire l'entità della cambiale fatta, occhiali da sole più grandi di un parabrezza d'auto, smalto da unghie che disegna piedi e mani con litografie colorate dell'"isola dei famosi", pacche sulle spalle tra parentame rubicondo di vario livello, questa la scenografia nella quale ci muoveremo. Ma anche...pizzette e tramezzini di alabastro cacciati in bocca da mani estranee con sempre lo stesso commento a margine, diverso nei dettagli ma non nella sostanza:"...queste le devi provare, su su che sei sciupato ("sciupato io????? ma mi hai visto?!"), sono uniche eh?! conosco il panettiere...è il figlio del mio barbiere che ha smesso di fare il carrozziere!...lo fa ancora nel tempo libero cioè...il carrozziere intendo, solo per gli amici però...se ti occorre non farti problemi eh...".
A giudicare dalla leggerezza dei lievitati la cui densità ricordava lo stucco suppongo che il tizio ancora non distinguesse perfettamente le due diverse attività.
"Noooo..fermo lì...questa pasticceria mignon non puoi non provarla, il pasticcere è uno di quello che ha vinto tante gare!...". Marmo venato di crema dal colore cangiante ma pur sempre di marmo parliamo.
"Ma le gare dove le ha vinte questo?!...A MassaCarrara?!". Intanto appariva il fantasma sorridente del dentista che mi accennava lieve e convincente all'orecchio:"Vieni, vieni..."
E poi ci sarà quel momento...si lo so che non potrò sottrarmi. Per una esagerata e svilente convinzione sempre del suddetto lontano amico di famiglia di una mia presunta competenza enologica mi chiamerà in disparte con qualche intimo fidato e con un braccio al collo ed alito da cadavere in decomposizione a tre cm di distanza dai miei occhiali dirà:"..E del vino che ne pensi ehh?! 25 cartoni da 6 ne ho presi...l'ho pagato 2 euro a bottiglia ma è un cioccolato!! Bevi bevi!...Montepulciano eh?!".
Ora, precisato che sono il più fesso degli appassionati in termini di vino, non mi spiego come mai tutte le volte che ho provato simili "chicche" abbia sempre avuto il sospetto che mancasse qualcosa a quelle 'splendide' bottiglie di metanolo...forse il fazzoletto da innesco sopra per usarle come molotov!
Tra l'altro la solita domanda "Com'è? com'è??".
"Ma come può essere un vino prodotto in 90 milioni di bottiglie!!" penso tra me e me portando alla bocca l'amaro calice e continuando a cercare nella mente un motivo per essere sorridente ed educato.
Solitamente me la cavo con un: "...ottimo rapporto qualità prezzo", pensando alla quotazione della benzina ed al costo di una molotov "classica".
Intanto sempre il medesimo zio all'ennesimo bicchiere mandato giù, completa con cotanto nettare la trasfusione ematica totale che ha intrapeso con dedizione sincera sin da quando ha messo piede alla festa. Al raggiungimento delle soglie di guardia urla un primo sentito ed appassionato: "Un applaaaauso al festeggiato!!". Finto imbarazzo totale...e via giù di cori!
Quello è anche l'istante nel quale mi guardo intorno cercando di capire chi sta fumando troppo vicino al fatidico zio per paura che si salti tutti in aria per l'etanolo che trasuda!
E poi ci sono loro. Le giovani promesse di quella famiglia, una manciata di carramba-boys e veline tra i 16 ed i 25 anni.
Bruciati dalle lampade, tatuati con piccoli simboli celtici che affogano quel loro essere costretti a presenziare nell'unico cocktail che trovano...quello semi-alcolico, perchè annacquato, del buffet di benvenuto.
La vera tragedia è che non posso nemmeno disintossicarmi stando vicino alla mia ragazza, perchè in quelle occasioni se solo incrociamo gli sguardi cominciamo a ridere in modo preoccupante. Ed allora ecco che ci tocca la 'navigazione' in solitario fino alla bomboniera di turno che sancirà la nostra riunione ed anche la più felice delle dipartite.
Andando via, stanco ma felice che sia tutto passato, dalla macchina probabilmente udirò botti e fragori di fuochi d'artificio...penserò che bello in questi paesi ancora si festeggia in questo modo...poi mi verrà il dubbio...non è che qualcuno è andato a fumare troppo vicino a quelle casse di vino?!


La torta proposta oggi è una ulteriore concessione alla mia golosità. Prendo a prestito la frase scritta da chi ha postato l'originale perchè meglio non potrei descriverla e cioè Milena di UnaFinestradiFronte:"...umida al punta giusto e “cioccolatosa” quasi come un fondant ……".
In realtà per la stima che ripongo in Milena quasi mi vergogno a pubblicare questa versione esteticamente rozza ma devo dire che la consistenza ed il gusto giustifica tutto, anche questa piccola "irriverenza" :P
In ogni caso, lei è una garanzia sul campo per cui se non vi fidate delle mie foto...fate un salto da lei e preparatevi al classico:"ohhh...ma è bellissima!". Per capire quanto è buona invece fatela!
Detto ciò, non è stato modificato nulla della sua preparazione che vi riporto a seguire fatta eccezione per due cucchiai di liquore al mandarino home-made aggiunti per puro 'capriccio' alcoolico;
PS
Questa torta è stata preparata sempre per il giorno di Pasquetta...dove avevamo messo già a ferro&fuoco la cucina con queste e quest'altre...va da sè che le 4-5 foto fatte con un piede in cucina e l'altro in macchina mentre urlavo "faccio due tre foto, controllo il gas e vengo!!" siano venute quasi tutte sfocate...per decenza vi riporto solo quelle più nitide. Spero si intuisca la freschezza del dolce.
PS2
Avete notato che non c'è burro?! ;)

Torta ricca al cioccolato e frutta secca


Ingredienti x stampo diam. 22 cm
150g. mandorle;
100g. noci;
50g. nocciole;
130g. cioccolato fondente al 75%;
50g. cacao amaro;
180g. zucchero;
30g. olio evo;
250g. uova codice 0 (5 uova medie)
2 cucchiai di latte;
2 cucchiai di liquore al mandarino home-made;
due cucchiai di farina ed un pizzico di lievito;


Preparazione.

Fondere a bagnomaria il cioccolato tritato ed infine aggiungere il latte caldo. In una ciotola montare le uova con lo zucchero. Unire i due composti, la frutta secca (ne ho polverizzata metà nel mixer fino a raggiungere una consistenza di farina granulosa, mentre ho lasciato l’altra metà più a granella), il cacao, i due cucchiai di farina, il liquore, l’olio ed un pizzico di lievito.

Versare nello stampo imburrato (ne ho usato uno stampo - da 25 cm di diametro, da preferire quello da 22 cm - con cerchio amovibile, per meglio maneggiare la torta al momento della decorazione) e infarinato (è consigliabile imburrarlo una prima volta, riporre in frigo attendendo che si consolidi ed imburrarlo nuovamente per essere sicuri di averne coperto bene la superficie) e cuocere in forno a 160° per 20/25’ (d’obbligo la prova stecchino). Personalmente, ma è certamente questione di forno, la cottura è stata fatta a 170° per 40' (forno statico, ripiano medio);

Dopo averla sfornata, sformata su una gratella ed aver atteso che sia ben fredda, spolverizzare la superficie con il cacao in povere (è chiaro che io ho saltato questo passaggio troppo artistico per me ehehehehe).











lunedì 19 aprile 2010

Pitta piena con olive e cipolle di Tropea















Pierre. Dietro questo nome si nasconde parte della mia pausa pranzo giornaliera quando appunto smetto di fare l'asociale e scambio volentieri 4chiacchiere con lui. Ci conosciamo da un pò di anni e puntualmente verso le 14, con una costanza che, verso quell'ora, è pari solo all'appuntamento che hanno in molti con Beautiful, ci confrontiamo sugli argomenti più disparati dando vita ad una vera e propria striscia personale quotidiana di una manciata di minuti (ognuno ha i propri impegni, tempi stretti etc. etc. ). Di solito l'argomento più 'battuto' è la cucina.
L'incipit lo do sempre io, prendendoLo bonariamente per i fondelli circa il suo rapporto con i cani, ma più in particolare con i propri considerato quello che mi racconta. Infatti da tempo ha preso con se due randagi che tratta come due principini. Tralasciando gli aspetti ovvi, cure, veterinario, pulizia, il motivo dello sfottò è relativo alla dieta 'ricercata' che fanno i due esemplari in questione, simpatici incroci dalla razza indefinita con occhi buoni ma guardinghi&furbi come solo i cani abbandonati sanno avere. Di fatto sono stati abituati realmente bene...hamburger di pollo, riso e tonno naturale, croccantini per i denti, ossi direttamente dal macellaio...e questo solo per l'aspetto cibo&dintorni. La frase con la quale di solito battezzo i nostri confronti sciocchi&divertiti tipici di chi si vuole distrarre per un poco è "Oggi orata al forno o soglioletta per quei due?!", "La bottarga solo la Domenica o facciamo uno strappo stasera?". Pierre, conscio delle sue debolezze, mi risponde con altrettante domande ironiche rivolte al mio essere indietro di diversi lustri con la tecnologia: "Eh tu...sempre quel citofono per cellulare?". Effettivamente lui ha uno piccolo smartphone con il quale gestisce le proprie mail, naviga in internet, fa acquisti...insomma è nel futuro rispetto a me che sul cellulare non ho nemmeno un display a colori! :P
Poi dirottiamo sul tempo, l'episodio di cronaca, l'evento sportivo del momento ma come dicevo pocanzi finiamo sempre ed inesorabilmente a parlare di cibo. Pierre ha una visione della cucina mitteleuropea che è completa proprio perchè vissuta con gusto e con cognizione di tecniche acquisite avendo fatto per anni il cuoco professionista durante un lungo girovagare per i paesi del centro Europa.
Nel tempo mi ha raccontato parecchio di se. E'nato nella Catalogna francese dove ha trascorso tutta l'adolescenza, ha poi iniziato a girare lavorando come cuoco, fermandosi prima in Germania (alla quale deve il suo accento marcatamente tedesco) e poi a Barcellona che reputa per motivi di cuore la sua vera (seconda) casa d'adozione. Ora è in Italia da circa una decina d'anni.
Media altezza, robusto di corporatura e con pancia evidente (anche se ultimamente sta rispettando una dieta a suo dire "ferrea", detta poi con accento teutonico sembra ancor più drastica...), carnagione olivastra, occhi azzurri docili che risaltano notevolmente sulla pelle abbronzata del viso, capelli bianchi nascosti sotto zuccotti di lana a tinta unita e mani grandi di chi conosce il lavoro. Gli unici vizi sono una decina di sigarette al giorno, forse anche meno, tutte rigorosamente fatte da se e qualche birrà a tavola nel weekend.
Lunedì prossimo (ieri rispetto a quando verrà pubblicato il post, 19 Aprile) compirà 60 anni. Il regalo se l'è già fatto con somma soddisfazione poco tempo fa. Per le sue passeggiate ha infatti comprato una bicicletta elettrica seminuova. Avendo da un pò di anni qualche problemino con un ginocchio che mal si conciliava con l'uso della due-ruote 'classica' avuta in precedenza, ha preferito virare sulla versione elettrica alla quale dietro ha anche agganciato a mò di piccola roulotte, un carrellino-cuccia per portare sempre con se i due cani con tanto di bandiera, inserti fluorescenti e bandiera del barça.
Ride quando esclamo"...'quei due' sì che fanno la vita dei 'signori'!!...". Sembrano davvero gentiluomini d'altri tempi scarrozzati per vita mondana a destra e manca in città. Probabilmente è il giusto premio per una vita randagia e di stenti fatta in passato...ma vi assicurò che lo sfottò sull'argomento è davvero inevitabile.
Pierre, pochi giorni fa abbozzava il menù al quale si sarebbe dedicato per il proprio compleanno (la festa ci sarà Domenica 25 Aprile vicino al mare a casa di un amico)
Nulla di definitivo ma mi accennava ad...aringhe e formaggio intervallati in quadrati di pane di segale condito con un velo di burro, forse wurstel affumicati di prosciutto di maiale con panna acida, certamente spiedini con diversi tipi (inteso come stagionatura) di Emmentaler con frutta varia, cous cous con verdure, tortillas (preparate con metà patate lesse e metà crude) accompagnate con una salsa a base di senape, felafel in abbondanza e carote&mele 'à la julienne' condite con miele aromatico e qualche mandorla per dessert. Mi ha anche prospettato la possibilità di una zuppa di carne e verdure ma tutto molto ipotetico.
Occhio e croce questo il canovaccio prospettato che disfa&rifà un giorno si e l'altro no. Non è mai indeciso, forse non lo è nemmeno adesso ma per l'occasione gli piace indugiare. Lo scorso anno aveva preparato 80 mini-tortillas di patate, tutte finite nell'arco di mezz'ora. Oggi è Venerdì (16Aprile) e suppongo abbia cominciato a definire per bene i dettagli, è da un pò che ho imparato a conoscerlo bene. Ci tiene particolarmente a quel giorno anche perchè è una delle poche occasioni che ha per riunire chi solitamente perde di vista durante l'anno. Gli invitati saranno una ventina, tutta e solo la "sua famiglia acquisita" qui nel nostro paese. Adesso che vi scrivo sono quasi le 14 di Venerdì (16 Aprile). Spero di incrociarlo come sempre a breve anche se mi ha anticipato che fino a Mercoledì prossimo (21 Aprile) è un pò incasinato e quindi probabilmente il nostro appuntamento quotidiano 'mai fissato' su nessuna agenda, è destinato a saltare. Tra l'altro ha anche promesso di trascrivermi su un block-notes le ricette alle quali è più affezionato, ma non prima che passi il fatidico giorno.
Vi lascio, che vado a vedere se c'è....ah dimenticavo, buon Beautiful!
PS
Pierre è un clochard per chi non lo avesse ancora intuito :)


La ricetta che vi mostro oggi è invece presa direttamente da Sale&Pepe di Aprile. Mi aveva colpito la sola foto (in copertina), poi ho letto gli ingredienti e me ne sono letteralmente invaghito. La mia ragazza aveva fatto la stessa pensata...e quindi senza star li a guardarcela troppo...abbiamo provato a prepararla! :P
Questa faceva parte della sfornata rustica per il giorno di Pasquetta insieme alle due Torte spinaci, ricotta e provolone del Monaco
Le foto non sono un granchè anche perchè la fetta è stata fatta prima di riscaldare la torta. Tiepida infatti con il formaggio che inizia ad ammorbidirsi è semplicemente "esagerata"!

A seguire la ricetta originale con i cambi apportati da me:


Pitta piena con olive e cipolle di Tropea



Ingredienti
300g. farina Manitoba;
300g. farina integrale Rieper '00';
12g. di lievito di birra o 100g. di lievito madre;
600g. di cipolle di Tropea; (Originale 400g.)
400g. di pomodori da sugo molto duri (sbollentati, privati dei semi e spellati); (Originale 300g. ma interi)
300g. di caciocavallo a media stagionatura;(Originale 200g.)
200g. di olive verdi schiacchiate di ottima qualità snocciolate ad una ad una cercando di lasciarle per quanto si possa intere;(Originale 150g.)
Olio extra vergine di oliva;
un paio di pizzichi di origano;
farina per la lavorazione;
sale;

Preparazione
Sciogliere il lievito in 400g. di acqua. Setacciate la farina in una ciotola grande di vetro, fate la fontana al centro, versate il mix di acqua e lievito e mescolate con la forchetta fino a quando la farina non avrà assorbito tutto il il liquido; aggiungete 10g. di sale sciolto in due cucchiai d'acqua e due cucchiai d'olio (Originale senza olio). Trasferite la pasta alla quale avrete fatto assorbire grossolanamente i liquidi appena aggiunti, sulla spianatoia infarinata e lavoratela fino a quando si staccherà senza fatica dalla spianatoia e sarà morbida ed elastica. Mettetela in una capiente ciotola di vetro unta con un filo d'olio, copritela con un canovaccio umido e lasciatela lievitare fino a quando sarà raddoppiata di volume. Sbucciate le cipolle, tagliatele a fette sottili, fatele stufare dolcemente in una padella con 3 cucchiai di olio per 15' a fuoco basso; salate e fatele raffreddare. Dividete l'impasto lievitato in 2 parti uguali e stendete in altrettanti dischi con le mani. Mettete un disco di pasta in una teglia di 30-32cm di diametro rivestito con carta forno, facendolo risalire lungo i bordi e distribuite sul fondo a strati, le olive, i pomodori a metà interi, il caciocavallo a dadini, le cipolle fredde. Cospargete la farcitura con un paio di pizzichi di origano, conditela con un filo d'olio, copritela con il secondo disco di pasta e ribattete i bordi per sigillarli.
Mescolate poi 5 cucchiai di olio evo in una ciotola con 50g. di acqua ed un pizzico di sale, spennelate l'emulsione ottenuta sulla superficie della pitta e cuocetela in forno già caldo a 200° per 10' poi abbassate la temperatura a 180° e proseguite la cottura la cottura per altri 30'-35'. Servite la pitta tiepida tiepida oppure fredda.





















lunedì 12 aprile 2010

Torta rustica spinaci, ricotta, Provolone del Monaco e salame Napoli














DonVincenzo. A voi non dirà nulla, per me invece è il 'portiere' quello che per tanti anni ha vissuto su un avamposto di due camere all'ingresso esatto del palazzo. Media statura, grosso di corporatura, tanto lavoro insieme alla moglie. Quest'ultima pareggia la maggiore fisicità del marito. E' minuta, occhio attento, sempre indaffarata. Il tavolo in cucina a vista sull'androne del palazzo sempre impegnato. In settimana ci sono le missive, gli spiccioli dell'ascensore raggruppate per mucchietti, i panni freschi di bucato in bacinella pronti da stendere, nel fine settimana invece campeggiano pentole traboccanti di sugo, pasta fresca appena fatta messa a riposare sotto tovaglie a quadretti, cestini di pane dai quali spiluccare. Tra la cucina e l'ingresso del palazzo un esiguo/corto disimpegno con porta a vetro che fa da accesso anche alla restante parte di casa, un mobile di legno nasconde(va) un piccolo televisore da pochi pollici in bianco e nero. Durante la giornata, terminati gli impegni fisici, DonVincenzo approda(va) su l'unica sedia appoggiata al muro del disimpegno, viso rivolto all'ingresso, sguardo altalenante tra la TV e l'andirivieni, minuti a sonnecchiare rubachiatti al compito di dover rimanere vigile.
Per qualche tempo durante i primi anni di scuola mi ha accompagnato lui. Mano grande sulla spalla a frenare l'impulso che mi avrebbe fatto correre mentre attraversavamo la strada...la stessa mano che qualche rara volta (senza grandi fraintentimenti) è diventata più pesante con altri.
Il palazzo, due scale, 8 piani, 4 appartamenti su ogni pianerottolo, mantenuto sempre pulito, le scale esterne quelle 'impossibili' da manutenere per ovvie ragioni logistiche lavate tutte le mattina alle 6:30. Quelle rare volte che da studente l'ho incrociato in quell'adempimento, potevo anche non guardare l'orologio, sapevo per certo che ora fosse.
Dalle 7:00 in poi l'odore pungente del sapone da pavimento che si asciuga fa in breve posto ad un profumo di sugo o di cipolla sfritta in padella, di broccoletti o di peperoni saltati. Profumo che sale su per le scale in quelle mezz'ore dove l'unica cosa che si vorrebbe è la fragranza di un cornetto pasta brioche crema&amarena.
Alle 21:30 DonVincenzo chiude la sua giornata passando su ogni piano dello stabile a ritirare la spazzatura dei condomini che hanno concordato con lui questa ulteriore forma di comodità retribuita. Lui arrotonda, per molti è pratico non dover scendere in strada quando piove e fa freddo.
Passano gli anni e quando si appresta alla pensione riesce a passare la 'portineria' alla figlia ed al genero. Nulla da ridire per ragioni personali, di rispetto e di affetto, certamente il nuovo "DonVincenzo" altri non è che solamente un Fabrizio senza il Don. I motivi, tanti, forse quello vero che maggiormente pesa è una evidente lentezza. Non me ne voglia nessuno ma una volta avuto la conferma che certi atteggiamenti non sono maliziosi la comprensione non sempre appaga il desiderio che certi ruoli siano rivestiti da persone con spunti più rapidi. In una città come Napoli poi la questione diventa di vera e propria 'sopravvivenza' quotidiana.
Uno stralcio marginale ma indicativo di questa lentezza che spero restituisca una miglior focale dell'argomento lo trovate a seguire.
All'incirca un mese fa, mia madre rientrando a casa di sera incrocia il neo-portiere che le si avvicina con aria seria e contrita. Accenna senza guardarla in viso:"Ehm...signora...devo darle una brutta notizia!".
Pausa di almeno 10 sec. Mia madre ovviamente l'ha guardato con fare interrogativo e quantomeno trepidante.
Lui ha dato il meglio di se con una silenziosa e meditativa pausa alla Celentano poi con tono funereo (non scherzo) ha esclamato:"...si sono rotti i riscaldamenti." Pausa di altri 10 secondi reali "...domani vengono ad aggiustarli, almeno dovrebbero...".
Ora 20 sec possono sembra una eternità se vi viene accennato che siete i protagonisti di qualcosa di brutto senza sapere cosa. Mia madre fortunatamente non si è scomposta più di tanto ed ha risposto:"...ehh vabbè...vuol dire che metteremo un plaid in più sul letto stanotte"...poi allontandosi (io non c'ero) mi immagino che abbia accennato ad un sorriso leggermente nervoso ma già tendente al sospiro di sollievo e che nella sua mente sia passato un chiaro, limpido, cristallino ed inconfessabile "mavaaaaaafan....!!".
PS
Mia madre non lo direbbe mai...ma a quasi 40 anni buoni (io) ho tutto il diritto per pensarlo, vero?! ;)




Passiamo invece alla ricetta. Queste due torte sono state preparate per Pasqua insieme ad altre due che a breve posterò. Il risultato devo dire è stato più che soddisfacente ;)

Pasta brisée integrale light

Ingredienti:
300g.di farina bianca '00';
200g.di farina integrale Rieper;
125g. di burro freddo;
1 uova medio;
1 tuorlo;
250g. di acqua ghiacciata (q.b.);
un pizzico di sale;

Preparazione
Per la pasta brisée procedo con la tecnica della sfarinatura appresa da mia madre ma che trovo descritta in modo ottimale e praticamente identica sul sito di Gennarino e di cui vi riporto i passaggi chiave modificati per alcuni piccoli cambiamenti da me:
1) Prima di tutto, preparare il burro. Con l'aiuto di un coltello piuttosto grosso, tagliarlo prima a bastoncini (grandi, se possibile, poco più di un fiammifero)...
2) ...e poi a dadini ed unirlo alla farina.
3) Il burro va poi sfregato tra i polpastrelli, con un movimento delle dita simile a quello con cui si indicano i soldi...
4) ... , in modo da ottenere uno 'sfarinato' grumoso. Aggiungere il pizzico di sale e mescolare ancora.
5) Allo sfarinato cosi' ottenuto, unire l'uovo intero, il tuorlo aggiuntivo e l'acqua fredda in più riprese (per l'acqua usarne quanto basta) e impastare velocemente.
6) Formare quindi una palla, avvolgerla con una pellicola trasparente senza PVC e farla riposare in frigo. Io l'ho lasciata circa tre ore.
A questo punto mi sono dedicato ai ripieni.

Ripieno di Spinaci, ricotta, provolone del Monaco e salame Napoli

1Kg. di spinaci freschi puliti;
250g. di ricotta di pecora;
200g. di provolone del Monaco DOP (un caciocavallo a stagionatura media è un ottimo sostituto); 200g. di salame Napoli (un salame poco speziato con grasso non superiore al 30%);
50g. di Parmigiano Reggiano grattuggiato;
2 Uova medie;
3 spicchietti di aglio;
Olio extravergine di oliva;
sale
pepe q.b. (solitamente non ne metto affatto)

Preparazione:
Una volta puliti meticolosamente gli spinaci (se usate quelli congelati ovviamente vi risparmiate una bella sfacchinata :P ehehe), li scotto in abbondante acqua salata, già in ebollizione, per non più di 12'. Li scolo e li raffreddo con acqua fredda per arrestarne l'ulteriore cottura. Nel contempo riduco l'aglio in fettine sottilissime e lo faccio colorire in 6 cucchiai di olio evo caldo in una capiente padella antiaderente. Quando avrà raggiunto un color-oro deciso lo elimino aggiungendo a seguire gli spinaci e li salto a fiamma decisa per una 15'.
A questo punto in una ampia ciotola di vetro metto gli spinaci, incorporo la ricotta, le due uova in precedenza sbattute con un pizzico di sale, il parmigiano, ed il provolone con il salame fatto a cubetti piccoli (con una santissima pazienza...infatti lo ha fatto la mia ragazza ehehehehe), amalgamando il tutto con una cucchiarella di legno.

Torte
2 Torli d'uovo;

Preparazione:
Prendo la briseè dal frigo, la lascio a temperatura ambiente per una 15' e poi la divido in due panetti (proporzionali alla dimensione degli stampi) per ognuno dei quali procedo ad una ulteriore partizionatura in due, per la 'carena' della teglia e per la sua copertura. Di fatto stendo una sfoglia abbastanza sottile su di un piano infarinato (dalla foto della sezione della torta mi sa che si intuisce bene lo spessore...) che poi ripongo nella tortiera lasciandola lievemente traboccare verso l'esterno. Verso il ripieno e procedo alla chiusura della torta con un altro disco di pasta sottile sigillandola con la precedente, aiutandomi con la forchetta. Bucherello lievemente la parte superiore della torta e pennello con il tuorlo.
Procedo analogamente per l'altra.
Inforno a 180° in forno statico con grill per circa 45'. Se una delle due torte si colora troppo procedere coprendo con un foglio di alluminio.

PS
Nelle foto tutta la parte estetica è stata ovviamente curata dalla mia ragazza senza la quale queste due torte sarebbero state moooolto più preistoriche e grezze :P
Questa volta c'è da credere che la foto restituisce bene la cremosità del ripieno. Per il gusto "integrale" della briseè light rimando a voi il giudizio quando la proverete ;) quella del ripieno è ovviamente soggettivo ma non pensate ad un gusto molto forte, tutt'altro. Se vi attenete al peso degli ingredienti indicati pocanzi il sapore sarà molto equilibrato con la base di ricotta e spinaci che smorza le punte di sapidità del salame e del provolone dando un buon equilibrio al palato.
Un buon Lacryma Christi del Vesuvio completerebbe degnamente il piatto ;)






















martedì 6 aprile 2010

Double Chocolate red wine cake














Tanti anni or sono, ero la spalla tutofare di uno speaker in una radio locale, occupandomi principalmente della parte tecnica.
Detta così potrebbe sembrare qualsiasi cosa invece non facevo altro che regolare qualche volume, cambiare i CD e collaborare ad una attività (giusto per darci un tono eh!) di mixaggio prettamente amatoriale, discutendo del più e del meno con quello che era ed è, tuttora, un amico sin dalla prima media.
Il Giovedì sera, lo trascorrevo quindi così, 'passando' musica da discoteca in una "modesta" emittente radiofonica. Piccolissimo particolare volutamente omesso fin qui, è che la radio in questione aveva una programmazione musicale che, al di fuori delle due ore che mi vedevano "direttore artistico", oltre i pre-melodici (i futuri neomelodici di oggi) e la canzone napoletana classica non andava.
Tempi alquanto duri per noi invece che per quanto cercassimo di fare qualcosa che (all'epoca) ritenevamo di qualità in contropartita non avevamo il benchè minimo riscontro di pubblico, ne maschile, ne femminile, neppure qualche chiamata per errore. I due telefoni fissi collegati ad altrettante spie luminose (lampadine ad incandescenza di 100W l'una e per giunta anche rosse per dare l'effeto cromatico "on-air") in modo da segnalare senza squillo l'arrivo di una chiamata in studio, erano perennemente spente. Di tanto in tanto controllavamo che non si fossero fulminate chiamando un telefono con l'altro. Quel rosso cupo che avvampava nella stanza semibuia era il chiaro segno che eravamo due schiappe matricolate.
Passò poco tempo ed il mio amico partì per il militare. Senza colpo ferire e su assoluta mancanza di giudizio del proprietario fui "invitato" ad andare in onda da solo. Lo feci perchè preso alla sprovvista...mi era stato detto che avrei curato solo la selezione musicale, non più ritmi "discotecari" ma cantautori ed affini, non altro. Invece mi ritrovai da solo, io, il microfono, una pacca sulla spalla ed una stanza insonorizzata con i due famosi telefoni, silenziosi totem sine die, del "successo" che tardava a venire.
Ecco, forse quella fu la prima sensazione di panico della mia vita. Se avessi avuto un pannolone mi sarei lasciato andare senza problemi ma dignità e pseudo cultura mascolina mi tennero seduto a quello sgabello per 180' "a passare" con brevissime introduzioni tutta il repertorio che a me piaceva e che preventivamente mi ero procurato.
Cominciai in sordina e tale rimase il mio "programma" per circa un anno buono, sempre e solo in sordina.
Addirittura il proprietario mi diceva a mò di sfottò che quando andavo in onda in molti pensavano che fosse una altra radio sostituitasi abusivamente su quella frequenza, che prendendone il posto, trasmetteva musica "italiana". Per cui le chiamate all'emittente arrivavano solo per capire se ci fosse qualche guasto tecnico o per informarsi di eventuali usurpatori dell'etere.
La sua testa dura ed una maggiore confidenza con il mezzo da parte mia ebbero tuttavia la meglio nei tempi a venire.
Sia chiaro, mai avuto 300 chiamate a trasmissione come invece facevano altri "fantastici conduttori" che popolavano quel doppio studio in un sotterraneo su una collina che domina Napoli ma qualcosa cominciò lentamente a muoversi. Il massimo, annotato in qualche foglietto di blocknotes stracciato a fine trasmissione, fu 37 telefonate di saluti&richieste!!
Probabilmente non ero adatto a quel ruolo. Mancavo di alcuni elementi fondamentali per fare breccia in quella piccola realtà ma questo l'avrei messo a fuoco solo più tardi crescendo e maturando una maggior sensibilità per piccoli dettagli.
Una fredda analisi avrebbe concentrato su 10 punti le cause del mio "limitatissimo" successo. Passiamole velocemente in rassegna:
1) Parlavo in italiano e non unicamente in dialetto;
2) Non avevo un famigliare in carcere;
3) Non avevo la camicia sbottonata sul petto villoso con tanto di crocifisso in oro massiccio. Lo so che state pensando "...ma in una radio chi ti vede...", eppure era d'uso che i fans di quella piccola realtà chiedessero sempre come erano vestiti i propri speaker-beniamini, dissertando sulle ultime tendenze modaiole. Che riscontro potevo avere io...dicendo sempre jeans&pullover, casomai anche girocollo!!
4) Non avevo scarpe&giubbini di pelle firmatissimi&"originalissimi" (idem come al punto di sopra per le motivazioni);
5) Non avevo l'aria e quindi la voce sospetta di quello che prima o poi avrebbe subito un agguato;

6) Non mi ero sposato a 20 anni e non avevo già 5 figli sparpagliati in giro con uno stuolo di mignot...meretrici da mantenere;
7) Non conoscevo musicalmente nessun cantante napoletano che avesse a che fare in qualche modo con la "melodia".
8) Non avevo esperienza come contrabbandiere;
9) Non avevo mai forzato un posto di blocco o fatto danni allo stadio;
10) Non avevo visto tutti i film di Nino d'Angelo;
Nota. Ho usato il passato ma ciò non vuole dire che adesso sia cambiato qualcosa...eccezion fatta per i film di Nino d'Angelo ovviamente!! :P


Malgrado ciò, noncurante di quelle lunghissime serate silenzione continuai per circa tre anni a 'passare' ogni Giovedì sera De Gregori, Fossati, Dalla, De Andrè ed affini. Un gruppetto di piccoli affezionati oramai lo avevo anche 'costruito' ma la vera soddisfazione non tardò a venire il Natale del quarto anno (l'ultimo di quella mia esperienza) quando pochi giorni prima della Vigilia rispettando una tradizione valida solo per gli altri speaker della radio anche a me arrivò un regalo in sede. Era uno scatolone...più piccolo di altri ma non di tanto, era il mio primo presente volete mettere?! :P
Lo ho aperto come un bambino. Il biglietto recitava: "Ti seguo sempre, non capisco tutto quello che dici ed anche le canzoni solo poche mi piacciono ma sei una 'squisitezza'!. Firmato Sig.ra Maria di Aversa" (da qualche parte lo conservo ancora!).
Il regalo...ah si...due confezioni di caffè, altrettante di pasta, un pacco di zucchero ed uno scatolo di caramelle con qualche cioccolatino!


Passiamo ora alla ricetta. Era da un pò che l'avevo annotata ed era nei miei pensieri...
Trattasi della "Chocolate red wine cake" di Alessandra di MT. L'ho studiata per un pò e poi ho pensato ad una inversione dei grassi che la rendesse "più leggera" e forse ancora più golosa. Nessun grande stravolgimento che sia ben chiaro...solo che...ho sostiuito una parte del burro con pari peso di cioccolato fondente (quando la cioccolata è di buona qualità leggasi "quasi solo burro di cacao"...nel caso mio il 70%). Si lo so...non è proprio la stessa cosa e non pensiate che l'abbia fatto per il solo guadagno in calorie (insomma non è che sia diventata dietetica ehehehe) quanto per quel tarlo in testa che mi diceva..."125g. di burro...tutti li eviterei...ma come...senza stravolgere troppo??"
L'ho fatta per ben due volte in doppia versione 'estetica' e cioè una con lo sciroppo di vino più liquido e la seconda invece più caramelloso. Le foto si riferiscono solo alla prima declinazione. Onestamente erano uguali ...cambiava solo il gioco di consistenze al palato. Probabilmente preferisco quella postata che dona alla torta un freschezza più viva ma parliamo realmente di sottigliezze.
A seguire la ricetta originale con le note per le modifiche apportate.
Va da sè che il dolce si prepara molto agevolmente e quindi un doppio grazie ad Alessandra che l'ha fatta conoscere permettendo a noi di poterci anche divertire giocando sul peso degli ingredienti.


Double Chocolate red wine cake


Ingredienti
75g. di burro a temperatura ambiente (125g. nell'originale);
120g.di cioccolato fondete al 70%, grattugiato (65g. nell'originale);
125g. di zucchero;
2 uova medie codice0, leggermente sbattute;
150ml di vino rosso, a temperatura ambiente (Ho usato un buon Nero d'Avola IGT);
125g. di farina 00;
1 cucchiaino di cannella;
1 cucchiaio di cacao;
1 bustina di lievito;
(nell'originale c'era anche un 1/4 di cucchiaino di chiodi di garofano in polvere che io non ho messo però)

Per lo sciroppo
50ml di acqua;
30g. di zucchero;
125ml di vino rosso(Ho usato un buon Nero d'Avola IGT);


Preparazione
Accendere il forno a 170 gradi imburrando ed infarinando una teglia di 24 cm di diametro.
Montare il burro con lo zucchero e poi aggiungere le uova, uno alla volta.
Aggiungere 50g. di cioccolato fondente fuso (preso dal totale dei 120g.) e lasciato leggermente raffredare, incorporandolo progressivamente con delicatezza. Io ho usato il microonde altrimenti provvedere a bagnomaria.
Aggiungere successivamente il vino, mescolare bene, e poi tutti gli altri ingredienti secchi, setacciati. In ultimo, unire il cioccolato grattugiato (i 70 g. restanti). Versare nella teglia e infornare per circa 35'-40' sul ripiano medio del forno (il mio è statico). Non è una di quelle torte che crescono, quindi non preoccupatevi se non succede.
Lasciatela raffreddare benissimo, poi sformatela diretamente su una teglia più grande, rivestita di un foglio di carta da forno che sbordi un po' ai lati.
Preparate lo sciroppo al vino
Mettete acqua e zucchero sul fuoco - fornello più piccolo, fiamma media- e fate bollire fino a quando si raggiungerà la densità di uno sciroppo. Dopodichè, aggiungete il vino e lasciate restringere un po' sul fuoco.
Bagnate la torta con lo sciroppo caldo, versandolo direttamente dal casseruolino dove lo avrete preparato. Procedere senza paura, perché la torta lo assorbirà bene, senza perdere nulla della sua compattezza. Dopodichè, lasciate assorbire ancora un po' e poi, servendovi della carta da forno come appoggio, trasferite al torta su un piatto da portata. Lasciate raffreddare, sfilate via la carta da forno e decoratela piacere.
Chiunque l'ha provata...ha chiesto il bis!
PS
L'alcool ovviamente evapora tutto in cottura ma DIRE più volte e ad alta voce che è fatta con il vino aiuta molto...c'è sempre chi vi rinuncia a priori perchè astemio o "giustamente" la nega ai minorenni...questo si traduce nel fatto che io posso fare il tris!! ahahahahaha