martedì 17 gennaio 2012

Crostatine matte di baccalà mantecato con peperone rosso














24Dicembre2011
Ore 08:25, sono fuori una rivendita di latticini con la serranda trasparente mezza abbassata che lascia completa visibilità a ciò che accade all'interno. Sono di ritorno dal mercato dove ho completato la spesa per il pranzo di Natale, ho i minuti contati, borse in quantità ed un kg di finte provolette affumicate prenotate dal Lunedì precedente da ritirare che mi occorrono per dare un tocco di meridione alla tavola.
Scosto la testa inclinandola su un lato, mimando verso chi c'è nel negozio la volontà di entrare, sforzandomi soprattutto nello sguardo con sorriso cartonato dal freddo di eludere il pensiero che possano davvero essere chiusi.
"Saranno solo in ritardo ma adesso provvedono di certo", questa la speranza alla quale mi aggrappo in quella manciata di secondi.
All'interno le luci sono tutte accese. Tre ragazze in carne dalla carnagione pallida vestite da Babbo Natale (pseudo)sexy mi fanno cenno, indicando una targhetta, che l'orario di apertura è alle 9:00, sottolineandolo anche a voce. Marcano volutamente un accento non italiano e mimano con il viso incomprensione quando con infreddolito italiano prendo la rincorsa verbale per arrivare ad un salto vocale in alto che so mi spingerà come la miglior Sara Simeoni d'altri tempi verso la stanghetta del "vaffanc..." ma mi fermo prima accennando al fatto che non è del tutto comprensibile l'organizzazione tanto più che qualsiasi altro negozio nelle circostanze è aperto ed in piena attività da almeno un paio di ore buone.
Sara Simeoni si allontana dalla mia mente e faccio voto di serenità. Fa freddo, molto freddo. L'attività al mercato non mi aveva fatto avvertire i rigori del termometro ma adesso da fermo la storia cambia. In rapida sequenza come una serie di lampi veloci questa la sintetica cronistoria dei minuti successivi:
- Inizio a camminare avanti ed indietro davanti il negozio, sperando in una sorta di risolutorio pressing psicologico. La caviglia un pò mi fa male perchè una signora al mercato poco prima nella foga di arrivare al banchetto del baccalà ha pensato bene di arginare il mio passo più rapido con un 'casuale' colpo di carrello, versione cingolata d'assalto con ruote da fuoripista, al mio arto inferiore sinistro, sembra una persecuzione la mia perchè non è la prima volta. Le pronte scuse ed un malcelato sorriso soddisfatto virante alla remissività più becera hanno accentuato l'idea della premeditazione. Le ho lasciato volutamente la precedenza al banchetto, più intimorito da quella aggressività che per educazione.
- Penso subito ad un caffè bollente. L'idea di ritagliarmi 5 minuti in una giornata fitta come quella è un lusso. Nel mentre medito la soluzione da un punto di vista logistico per non allontanarmi troppo, si avvicina un signore molto distinto, in cappotto grigio, cappello scamosciato beige, sciarpa rossa che con viso simpatico mi domanda se anche lui è compreso in quella che aveva tutta l'evidenza di essere una sofferente attesa obbligata, un 'purgatorio di latticini' insomma.
Gli confermo quanto avevo da poco appreso dal sexy personale, ma lui con fare canzonatorio prova anche a rivolgere la parola alle commesse al di là della serranda trasparente attirando l'attenzione battendo in modo cortese le nocche contro il metallo.
Le tre grazie, costrette loro malgrado in questi abiti corti e scollacciati versione bagascione-natalizio disattendono però qualsiasi stimolo o evidenza audio-visiva, intente con sguardo vuoto ed infastidito in attività chiaramente marginali come allineare i caciocavalli già posti in fila sul ripiano. Il paradosso è intuire nei loro gesti una sorta di finzione, sono pronte è chiaro, probabilmente anzi sicuramente quello dell'orario è un comma mandatorio con il quale sono state programmate.
Non provo alcun rancore per le tre avvenenti-dipendenti trovo già avvilente per loro dover indossare la divisa natalizia nella variante meretricio di night da periferia. Fellini ci avrebbe fatto un film, io posso solo annotare quella (s)grazia(taggine) poetica e drammaticamente avvilente al tempo stesso.
- In rapida successione arrivano al negozio altre 4 persone, 2 filippini, un ragazzo di colore ed una signora cinese tutti con abiti che lasciano intuire il loro lavoro al servizio presso qualche famiglia. Sguardi compassati ed assenti nella muta fila. Io ed il signore-per-bene tra il personale del negozio e gli avventori presenti, ad occhio, gli unici italiani.
- Mi chiudo anche io in una pausa riflessiva interrotta da qualche sms ad una amica lontana dallo smalto color-riccio, l'unica che possa comprendere presumibilmente quel mio lento incedere verso l'oblio del delirio.
- Ore 09:00. Sguardi impazienti che scrollano un freddo ancor più pungente fattosi pian piano strada sotto il giubbino. Il signore-per-bene mi fa notare che potrebbe piovere da un momento all'altro. Pensando al fatto che sono sveglio dalle 5:30 con voce flebile sussurro appena:"...ci manca solo quello...e faccio una strage con le mie mani!"
- Ore 09:03. La pazienza è allo stremo. Mi volto siamo 14 persone contate, occhio e croce copriamo i 4 continenti per rappresentanza, io porta bandiere di quell'olimpiade della disorganizzazione. Rido in modo isterico ed assente pensando che potrebbe essere l'inizio di una barzelletta..."c'erano 14 persone, un napoletano, un filippino, un indiano, un cinese,...".
- Ore 09:05. Qualcuno bussa nervosamente alla serranda. Le tre grazie adesso davvero sono intente a tamponare un palese imprevisto (siero di mozzarella fuoriuscito da una confezione) pur senza che se ne possa intuire l'angosciante pantomima inscenata e quindi nemmeno si voltano verso la multietnica folla decisamente virante al nervoso andante.
- Ore 09:06. Ancora inascoltati. Sono sempre involontariamente capofila di un piccolo gruppetto al quale le tre finte impiegate dell'est, probabilmente più terrone di me non voltano nemmeno lo sguardo. Sempre più isolato nella mia alienazione che straripa al di là degli argini della razionalità, medito di attirare la loro attenzione facendo pipì sulla serranda!
Intuisco che quello è il gesto-interruttore che potrebbe portarmi a ricalcare le orme di un giorno di ordinaria follia.
Mi inebetisco simulando distrazione, cantando a mente l'inno inglese storto per l'occasione in "GodSaveMyBrain".
- Ore 09:08. Finalmente una delle grazie alza la serranda trasparente, schiude la serrattura della porta a vetro dell'ingresso e si avvia sculettando e per nulla intimorita dietro il bancone. Con lo stesso sorriso di JackNickolson in Shining, ironicamente a gesti accostando il viso al battente appena appena dischiuso, domando se posso entrare. Le tre grazie straniere mi fanno cenno di si. Entro con fare omicida e l'ispirazione verbale pregna delle espressioni e delle invettive più colorite del mio dialetto pronte a scoccare ad un nonnulla. Saluto con voce qausi febbrile mentre con occhio spiritato accompagno il gesto di porgere il bigliettino della prenotazione alla cassa.
Una delle grazie mi dice letteralmente:"no! ordinazioni non ancora pronta, può aspettare poco, (poi rivolgendosi agli altri)...molto poco per tutti ok?";
A quel punto si è palesata davanti l'idea lucida di prendere in ostaggio il signore-per-bene o una BabboNatale sexy minacciandola con le chiavi di casa a mò di coltello sotto la gola fino a quando non avessi avuto le mie provolette..."le mie provolette, le mie provolette...le mie provolette...", ripetuto ossessivamente in pieno loop mentale.
Ancora una manciata di secondi ed avrei di certo trascorso la Vigilia ad un commissariato di Polizia, lasso di tempo ne quale un miracolo ha scosso ed invertito contemporaneamente quella lenta discesa agli inferi.
La più sexy delle tre grazie riguardando il tagliandino della prenotazione esclama in perfetto dialetto polacco-romanesco che "nun'devo d'aspettà..." perchè il mio pacchetto è arrivato confezionato già da Napoli non essendo quel prodotto venduto direttamente da loro e che quindi erano 'solo' tutti gli altri che dovevano attendere "poco, molto poco..." sussurato ora con musicale accento dell'est europa nella sua declinazione più dolce e struggente. Quello si che era il punto di non ritorno di chi era con me.
Ho preso a volo il plico in polistirolo già pagato ed ho iniziato a farmi largo tra chi c'era alle mie spalle per guadagnare l'uscita constatando che le persone nel frattempo erano anche aumentate accalcandosi all'ingresso per cercare di capire perchè non si procedeva oltre.
L'ultima frase della sensuale commessa aveva fatto calare il silenzio, nel varcare quindi la barricata di occhi iniettati di sangue una risata perfida ha preso provocatoriamente la rincorsa dal mio io più profondo, sprint vocale e verbale che come la miglior Sara Simeoni d'altri tempi ha trovato la sua felice esternazione all'uscio quando voltandomi ho conquistato anche io l'oro mondiale del sadismo esclamando con un salto di tono volutamente ricalcato la stanghetta dell': "...Auuuuguri a tutti eeh!!"
Nell'allontanarmi con sorriso inumano di chi sa di aver gettato una sigaretta in un lago di benzina non mi sono mai voltato indietro, pur raggiunto da un chicchiericcio risentito poco chiaro ed a momenti disturbato dal rumore di fondo dalla strada trafficata dal quale a tratti emergevano dei:"...è inaccettabile ho prenotato...", "dove è il titolare..."........"oggi ce mancavano solo ste tre mign...!!".

PS
Muscaria grazie per avermi fatto da incosapevole psicoanalista a distanza :)


Passiamo quindi alla ricetta.
I giorni a cavallo di queste feste sono stati abbastanza frenetici, imprevisti, tempi ristretti, ore compresse per ottimizzare incombenze ed inconvenienti, però alla fine la soddisfazione di riunire le famiglie se pur con qualche comprensibile defezione causa 'nannerottoli', c'è stata tutta. Tutto l'anno ci rincorriamo al telefono, per interposta persona, per appuntamenti verbali sempre in corso di modifica, per sms, per foto che rimandano all'occasione migliore per rivedersi e poi capita anche di far coincidere la presenza di chi si vuole bene o si è imparato facilmente a voler bene attorno ad un tavolo.
Si dice che la vita è tutto ciò che scorre ai lati di un progetto, un appuntamento, un obiettivo ed invece posso sostenere con estrema convinzione che la vita è anche scattare da capotavola una foto mentale a tutti i commensali intenti a spiluccare qualcosa ed a parlottare in attesa di iniziare il pranzo o la cena.
E'un secondo, forse meno tutto quello per il quale mi sono mosso, sembra assurdo eppure è così, è solo per quell'istante che pesco energie, che non mi hanno mai fatto essere di malumore nei giorni e nelle ore precedenti, che mi hanno fatto convivere con MissD. per un bel pò di ore in una piccola cucina senza arrivare mai a lanciarsi coltelli o forchette, che mi ha permesso di bilanciare alla meglio la mia ansia.
Foto non ce ne sono. Nessuno le fa e sembra che non se ne avverta l'esigenza, le migliori restano impresse in quel flash di serenità che esclude tutto quanto tornerà a correre poche ore dopo.
Mai come quest'anno complice ed artefice di ogni mio passo o ispirazione MissD., rafforzativo e unico riferimento che mi ha permesso anche di essere coraggioso sul piano 'mangereccio'. Un vero napoletano nel menù di Natale o in quello del 31 Dicembre non può tagliare la voce primo piatto eppure nel farlo mi sono sentito molto più terrone di quanto non si creda, assecondando una tradizione filosofica più che cuciniera, che ci vuole storicamente duttili al cambiamento e tenaci nell'assecondare uno stato d'animo, quello nella fattispecie che non voleva che ci fosse spreco alcuno. La seconda soddisfazione raccolta è stata quindi nel constatare il giorno dopo che rispetto agli anni addietro alla voce 'avanzi' non risultasse quasi nulla.

Chiudo questa introduzione alla ricetta, ringraziando chi di voi ho incrociato in vario modo nei giorni pre e post festivi, scambiandoci non gli auguri ma saluti affettuosi, abbracci attaverso voci o parole partecipi verso chi si è riconosciuto come un proprio 'simile' pur non avendolo mai visto.
Ho avuto diverse piacevoli sorprese persino dei regali da differenti Babbo Natale, diversi geograficamente ma tutti accomunati alla voce persone speciali. La retorica è dietro l'angolo ma in questo caso semplicità e affetto hanno fatto da denominatore comune facendo arrivare alla mia cucina i profumi ed i colori delle vostre tavole. Questo l'avanzo di incanto al di fuori della famiglia che non avevo mai provato prima e che ha fatto da ottima eccezione in quanto pur sempre un 'avanzo' alla regola dell'essere misurati nei quantitativi delle preparazioni.
Grazie :)
Quanto riportato a seguire invece è stato uno degli antipastini preparati per entrambe le festività, quello che a mio avviso ha una marcia in più. Lineare per fattura, minimale per concezione malgrado gli ingredienti sembrano sconfessarlo, resta leggero e poco invadente, assecondando alla perfezione le note fruttate di un buon bianco fresco che faccia da apripista a gusti più complessi.

Crostatine matte di baccalà mantecato con peperone rosso

Ingredienti per 20-24 crostatine di 2,5 cm di diametro
500g. di ottimo filetto di baccalà, ben dissaltato e spinato;
150-200 ml circa di olio extra vergine d’oliva, dal sapore non troppo forte -->(Ho usato scarsi 100ml di olio toscano poco fruttato di un piccolo produttore);
2 foglie di alloro;
3 cucchiai di panna;
mezza cipolla;
1 limone;

Baccalà mantecato
Avevo fatto levare la pelle del baccalà che questa volta non ho usato rispetto ai cookie-snack qui. Ho quindi sbollentato il baccalà in circa 3 litri di acqua con le foglie di alloro, il limone tagliato a metà e la mezza cipolla intera per 15'-20'buoni.
Ho quindi sollevato il pesce conservando l'acqua di cottura ed in una bastardella l'ho lavorato usando una sola frusta del frullino a velocità minima (quella per montare la panna per intendersi) aggiungendo l'olio, alcuni cucchiai dell'acqua di cottura ed i 3 cucchiai di panna fino al raggiungimento della consistenza voluta e cioè continuando finche’ il composto non diventa cremoso e compatto con ancora integre alcune fibre del baccala’.
Più difficile a dire che a fare.

Peperone fritto
1 peperone rosso sodo e di ottima qualità;
1 spicchio di aglio;
olio evo;

Adagiare il peperone in una teglia avvolto alla buona in carta alluminio, riporlo in forno preriscaldato a 200° per una 20 di minuti girandolo a metà cottura. Spegnere il forno e senza aprirlo aspettare che si freddi il tutto per avere la certezza di spellare e pulire il peperone velocemente, tagliandolo per quanto possibile in piccolissimi quadratini.
In questo caso più che un ottimo coltello è fondamentale che il peperone sia di ottima qualità.
A questo punto in un padellino unto con tre di cucchiai di olio evo, ridurre a lamelle sottili l'aglio, far imbiondire ed eliminarlo prima che scurisca in modo da profumare il condimento caldo nel quale verseremo il peperone ridotto a piccoli tasselli. Abbassare la fiamma al minimo e friggere dolcemente i quadratini di peperone su entrambi i lati.
Salare solo a fine cottura. Lasciar raffreddare e mettere da parte.

Pasta matta al mais ed erba cipollina
125 gr. di farina;
125 gr. di farina grossa di mais;
50 gr. di olio extra vergine d'oliva;
115 gr. di acqua ghiacciata;
1 pizzico di sale;
2 cucchiai di erba cipollina ridotta a tocchetti piccoli

Si impastano tutti gli ingredienti mescolando per prassi prima quelli secchi e poi aggiugendo i liquidi, incorporando prima l'olio e poi procedendo con l'acqua fredda. Si forma una palletta che io lascio in frigo in pellicola senza PVC per almeno 3/4 ore.

Preparazione:
Prendo la pasta matta dal frigo, la lascio a temperatura ambiente per una 15' e poi la lavoro con un mattarello foderando gi stampini in precedenza leggermente imburrati&infarinati.
Inforno a 180° in forno statico per circa 25-30' senza pesetti alcuni, qualche piccola gonfiatura viene poi ridotta quando sformiamo le nostre minicrostatine ancora calde facendo attenzione a non romperle ovviamente.
Procedo quindi ad aggiungere il baccalà mantecato e i quadretti di peperone fritto scolati su carta assorbente per eliminare l'olio in eccesso.