Caro Gambetto, eccomi nuovamente!
Porca miseria come vola il tempo, le settimane passano con un ritmo travolgente...non riesco a starci dietro...lavoro, sport, impegni vari... Ma credimi non sono felice di questa velocità impressionante, non voglio arrivare al traguardo...in anticipo!
Quand'ero ventenne, un paio di settimane fà, il tempo aveva il suo valore:
la mattina, pomeriggio, sera tutto scandito da ritmi lievi e sornioni, non che non lavorassi o fossi più pigro di ora, no...era solo il tempo che passava più lentamente. Quante volte osservavo il cielo, le nuvole oppure il mio mare con l'isoletta d'Urgo all'orizzonte, mi grogiolavo osservando i bei tramonti labronesi, soprattutto quando in inverno l'aria nitida permetteva di vedere a Nord-Ovest il faro di Cap-Corse ed a Sud-Ovest l'isola d'Ilva... La vita era più semplice, più naturale...divento vecchio? Forse...ma quei due canali televisivi mi bastavano, la radio era uno strumento affascinante ed appagava la mia voglia di musica e la scoperta di mondi lontani con trasmissioni in italiano provenienti dal Giappone, dalla Russia, con la sua Radio Mosca, dagli USA.... Passavo ore con le cuffie in testa...mi perdevo nei 18 volumi dell'enciclopedia UTET, sfogliando le pagine e pensando che mai e poi mai sarei riuscito ad inglobare tanto sapere nella mia testa. Bei tempi. Oggi è tutto diverso: il 'sapere' è alla portata di un dito...posso sapere tutto in pochi secondi solo picchiettando su di uno schermo posto a venti, trenta centimetri dal mio naso....e tutto corre, niente si placa....posso essere in contatto col mondo solo picchiettando su questo piccolo schermo e grazie alla tecnologia creativa di qualche uomo talentuoso. Che bello, che arricchimento...ma quanto mi manca il domandare a mio nonno, classe 1879, chi fosse Hailé Selassié...quale fosse, secondo lui, l'opera più bella di Puccini, o come fosse stata in realtà, la prima guerra mondiale da lui vissuta in prima persona.... Che bello sedermi sul bracciolo della sua poltrona, nonostante fossi perennemente avvolto in una nuvola azzurra di sigaro toscano, ed ascoltare le sue storie, i suoi racconti che terminavano solo quando mia mamma ci chiamava per la cena...storie che riprendevano nei giorni successivi con ancora più notizie, più informazioni... Wikipedia non esisteva ed eravamo forse più 'ignoranti' ma anche tanto felici!
Un abbraccio
MrFennec
Quella sopra è una missiva privata inviatami di recente.
Il blog che ho è un diaro personale 'nudo', come avrete intuito di recente, scritto dal tavolo della cucina e quindi mi piaceva allegare questo spaccato confidenziale che spogliato dai riferimenti individuali, ha un suo valore intrinseco più che soggettivo. Chi è MrFennec non importa, cosi come le circostanze che hanno incrociato i nostri percorsi. Mi fregio di chiamarlo amico, perchè come solo raramente mi è capitato nei miei quasi otto lustri di vissuto, quando ci confrontiamo, che si tratti di lavoro, di politica, di famiglia, di ansie e piccole manie personali o preferenze sportive, pur potendo non essere d'accordo, non si può non apprezzarne l'approccio spontaneo e mai invasivo, che non va letto come sinonimo di rustico o grezzo quanto di trasparenza affettiva. E 'naturale quindi sentirsi a proprio agio, raccontandosi (a lui) senza avvalersi di una logica da adulti perennemente fondata sulla difesa quando non è invece ancor peggio, ostentazione o aggressività. Il dettaglio che lo rende raro a mio avviso è la considerazione lampante, che pur essendo MrFennec un professionista nel proprio lavoro e un 'adulto' della mia stessa generazione con esperienze significative tali da potergli conferire un piglio naturalmente più sostenuto, si rivolge agli altri con gli occhi e la voce di un ragazzino. La mail sopra ne è la prova lampante.
Un ossimoro anagrafico a ben vedere, uno che parla a cuore scalzo, aprendosi senza malizia, lasciando a chi è di fronte la scelta di cogliere l'opportunità o meno.
Che abbia i suoi difetti è altrettanto chiaro, ma come non mettere in luce una peculiarità che a mio avviso è un piccolo tesoro da coltivare e da condividere? Mi reputo fortunato ad averlo incontrato, così auguro anche a voi un MrFennec con il quale parlare di tutto, vicino o a distanza, ma al quale poter raccontare per confronto il proprio percorso, senza suppellettili intellettuali, in modo sereno e perchè no davanti ad un buon bicchiere di vino.
Passiamo quindi alla ricetta.
Questa estate o poco prima ho conosciuto Mario, un rivenditore di 'esperienza ortofrutticola' prima ancora che di prodotti agroalimentari, il cui negozio, tempo addietro, mi era stato consigliato da un barbone-cuoco, Pierre. La sua storia, è la storia di chi conosce la campagna, avendone a disposizione una sua con differenti tipi di coltivazione (non intensiva) in Molise. Negozio piccolo e ben curato, prodotti di qualità scelti al mercato e propri (saltuariamente), questi ultimi piccole grandi gioie.
Da Mario, non si acquista solamente, ma si apprende, si conosce e si impara a rispettare i frutti del lavoro nei campi, puntando alla qualità, al poco ma buono, al boccone da prete che fa la differenza a livello di palato ed anche affettivo, lui che ha la fortuna di poter pescare anche da una esperienza di vita all'estero, la sua la dice sempre con semplicità e convinzione.
Il tempo della spesa non è mai sufficiente per raccontarsi di ricette, di prezzi al mercato fuori 'di testa', di alberi che danno frutti inaspettati, di raccolti decenti e di altri che invece non ne vogliono sapere di trovare una stagione decente (come i fichi quest'anno) e quindi sono sempre sul filo di un telefono che squilla e di un "scusa, continuiamo la prossima volta".
Mario però è attento ai clienti più curiosi (per non dire rompiballe come me!) ed è così che un giorno mi ha raccontato di una ricetta con la quale 'conserva' i peperoni migliori per l'inverno. Coerentemente alla sua natura verace non si limita a descrivermi il procedimento, me ne regala un barattolo appena fatto e mi fa vedere quelli che nel frattempo sta lavorando nel retrobottega per la propia famiglia. La ricetta l'ho trovata redatta sul foglio il giorno dopo.
Questi peperoni sono stati preparati, regalati ed anche mangiati tutti. Sto già pensando di farne qualcun altro con gli ultimi siciliani che ancora si trovano.
In fin dei conti è una conserva come tante altre eppure perchè ha un gran successo...semplice...perchè:
- i peperoni restano callosi e saporiti, ideali per accompagnare o per essere riusati in qualche preparazione più complessa;
- l'olio di marinatura, che vedete sempre nella foto, è un piccolo dono ancor più prezioso, quando finisce il prodotto primo. Lo ho usato per insaporire insalate, per marinare le alici o il pesce azzurro ed anche per i miei "crostini al peperone", ricavati dal pane che mi avanza dalla produzione quotidiana ridotto a quadratini e ripassati in forno solo dopo averli unti leggermente con il condimento appunto;
- i peperoni risultano inaspettatamente digeribilissimi senza alcun problema in fase digestiva (visto che ne soffro...);
- si prestano a più varianti potendo mettere in infusione anche erbe aromatiche alternative;
"Grazie Mario!" ahhahahhaha
"I Peperoni di Mario"
3Kg. di peperoni puliti (lavati, asciugati e ripuliti di semini, picciolo e filamenti bianchi);
Sale;
1 l. di aceto bianco(ho usato quello di mele);
1 bicchiere d'olio;
1/2 bicchiere di zucchero;
1/2 bicchiere di sale;
Olio di oliva extravergine di ottima qualità per la conserva nei singoli barattoli;
Erbe aromatiche (facoltativo ma anche "inutile" vista la natura decisa e versatile del prodotto finito);
Barattoli da conserva opportunamente sterilizzati;
Preparazione
Tagliare i peperoni a falde e adagiarli su teli di cotone puliti. Con le mani quindi passargli del sale sopra e lasciarli così per 2-4 ore. E'chiaro che dovete mettere in conto una bella lavatrice di teli di cotone imbevuti del liquido di vegetazione che verrà fuori copioso nel mentre! :P ehehehehe Al termine di questa fase depurativa ripulire dal sale in eccesso ed asciugare ogni singola falda dall'umidità residua. Preparare quindi una miscela con l'aceto, il bicchiere di olio, il mezzo bicchiere di sale ed il mezzo bicchiere di zucchero, versare dentro uno stampo adeguato e qui immergere i peperoni (ben asciutti mi raccomando). Lasciare in quiescenza per 48ore mescolandoli di tanto in tanto. Dopo le ore di 'cottura' scolare i peperoni, asciugarli nuovamente e riporli nei barattoli da conserva ricoprendoli con dell'ottimo olio extravergine d'oliva. Chiudere e conservare, verbo quest'ultimo che non mi appartiene visto che li abbiamo già mangiati tutti! :P ahahahahaha Li rifaccio comunque perchè decisamente richiesti :)
"Grazie Mario!" ahhahahhaha