venerdì 3 luglio 2009

Liquore di Cedro (Ricetta di Luigi)

















Nella mia famiglia l'unica persona completamente 'estranea' al mondo della cucina è mio padre che tuttavia è sempre cascato bene in virtù del fatto che mia madre o mia sorella, come già accennato altre volte, se la cavano veramente egregiamente.
C'è tuttavia una piccola eccezione a questa diffidenza reciproca (anche la cucina vede di cattivo occhio mio padre sapendo i danni di cui potrebbe essere capace...:-P) e si tratta della preparazione del limoncello e/o affini che lo vedono protagonista dalla raccolta della materia prima, direttamente sulle piante, fino alla sua conversione in liquore. Si direbbe da leccarsi i baffi ma visto quanto è 'forte' sarebbe più adatto dire da 'bruciare' i baffi. Lui li ha ma sono stranamente ignifughi :-)
Ovviamente non ci sono additivi segreti ma una meticolosità in ogni passaggio e nel bilanciamento dei vari ingredienti che danno a questo 'cedro' l'onore di essere un liquore piuttosto che un semplice 'rosolio campano' di vetusta ma sciacquetta memoria (visto il grado alcolico alquanto basso di questa preparazione affine).
Quest'anno avevo già preparato il limoncello secondo i dettami della regia potesta famigliare :-P ma poco tempo fa mi sono stati regalati dei limoni e dei cedri appena colti dagli alberi. Ho guardato quei cedri e per pochi secondi penso di aver fatto lo stesso sguardo sornione di mio padre pensando da subito ad un liquoretto agrumato alternativo al limoncello ed al mandarino verde che da noi vanno per la maggiore.
E così fu...
A seguire la preparazione

Ingredienti
3-4 cedri media maturazione molto grandi(la dimensione ricorda in pieno quella dei limoni della costiera amalfitana); In alternativa un quantitativo congruo di cedri di più piccola dimensione.
700g. di Alcool puro 95°;
400g. di acqua;
420g. di zucchero;

Preparazione
I cedri vanno lavati e puliti sotto l'acqua corrente con una spazzola per levare tutte le impurità, poi con un pelacarote si tagliano sottilmente le bucce facendo attenzione ad escludere la parte bianca (detta anche il 'pane').
Si lasciano asciugare per bene le listarelle in un colapasta aiutandosi al limite con un canovaccio di cotone pulito. E' importante che non ci sia acqua residua.
Le bucce sono successivamente passate in un contenitore di vetro con l'alcool secondo le proporzioni appena dettagliate. Si chiude con cura con un tappo ermetico e si ripone in un posto fresco ma soprattutto al buio.
Per le successive due settimane (periodo di massima) almeno una volta al giorno il contenitore con le bucce e l'alcool andrà mescolato con forza in modo da favorire il trasferimento degli aromi.
Al termine di questo periodo si procede alla fase finale con lo sciroppo.
Si fa bollire dolcemente l'acqua aggiungendo lentamente lo zucchero in modo che si assorba totalmente. Al termine lasciamo sobbollire ancora per qualche minuto mettendo poi lo sciroppo a raffreddare a temperatura ambiente (questo richiede un pò di tempo soprattutto in periodi caldi come ora). Non bisogna assolutamente passarla nel frigo onde evitare la cristallizzazione dello zucchero.
A questo punto, in una zuppiera di vetro verso tutto l'alcool filtrando le bucce e le piccole impurita con un colino a trama fitta. Verso a seguire lo sciroppo e mescolo con cura.
Bisogna stare attenti a non inalare troppo a lungo dal ciotolone perchè Vi assicuro che quando ho fatto il limoncello (in quantità maggiori di queste) dopo 30'circa già cominciava a girarmi la testa :-P
Trasferisco poi nelle bottiglie finali con un imbuto e con un ulteriore filtro di cotone che lasci passare il liquore ma che elimini eventuali residui superstiti. Alla fine tappo le bottiglie e le lascio chiuse ed al buio per almeno 10 giorni.

Nota
Per avere il buio assoluto uso i sacchetti di carta per alimenti, tipici dei fruttivendoli e non dei supermercati :-), all'interno dei quali metto le bottiglie con l'alcool e le bucce.

PS
Il cedro ha un gusto più rotondo del limoncello che equilibra bene il grado alcolico 'volutamente maggiorato' di questa preparazione. Da provare.