martedì 1 marzo 2011

Biscotti di Woody














67 anni, una vita passata nei campi dell'agro-pontino. Un metro e sessantacinque, non oltre, capelli grigi, corporatura leggermente appesantita, pelle imbrunita dal sole. Rughe profonde che disegnano increspature e penombre come a pochi. Naso gentile, occhi piccoli castano chiari, mani da pugile che non hanno mai visto un guantone, solo la terra come sacco sul quale scaricare botte. Braccia robuste, andatura claudicante, le scarpe, quelle hanno quasi tutte le sue primavere così come i maglioni indossati sbiaditi dall'uso e dalla luce.
Ha sempre un lieve sorriso accennato. Le rughe, ancora quelle, il carattere distintivo predominante sul viso del ragazzino che fu, adesso gli conferiscono un che di bonario, famigliare, a metà tra il paterno e lo zio che tutti vorrebbero avere. E'un fruttivendolo. In un quartiere popoloso&popolare ha un negozio molto conosciuto nel circondario mentre non molto distante ha un suo spazio all'aperto allestito presso un mercatino rionale nei soli giorni pari.
Il Sabato (quest'ultimo) è preso letteralmente d'assalto. Lui come sempre aiutato da una nuora e dal figlio dispensa sorrisi, consigli e soprattutto vende, vende tantissimo. Di tanto in tanto si ferma a parlare della sua terra e dei suoi prodotti esposti ed i clienti restano incantati da quell'accento di profonda provincia lontana molti chilometri da qull'angolo di città. La nuora invece sbotta, non le piace rallentare, per lei è solo un lavoro si intuisce chiaramente dal solo modo di porgere. Qualche volta ride anche, ma solo quando il suocero fa qualche battuta al cliente precisino di turno. Sembra essere il solo ad avere la capacità di dire quello che pensa a chi ha di fronte senza mai che si adombri però la possibilità che l'avventore possa minimamente offendersi. Sapere il proprio mestiere è anche questo.
La bancarella non ha ne tavoli, ne mensole di legno su scheletri di acciaio smontabili. No. Il suo spazio è delimitato in modo invisibile dalle frangie di un ombrellone beige di stoffa grezza non altissimo e sotto solo ceste di vimini da raccolta colme di pere, mele, cavoli, carote, patate,...disposte a scalare secondo la portata. D'estate è uno spettacolo osservare i canestri di albicocche, ciliege e pesche disposti in bell'evidenza davanti a tutto. Le treccie d'aglio vicino alla pila di zucche in autunno completano la scenografia campestre ricavata su un fondo di marciapiede a pochi metri dal delirio urbano di una strada sempre trafficata. Per tutti lui è affettuosamente sempre e solo il 'vecchietto'.
Qualche mese fa, i primi di Ottobre per essere preciso, mi sono soffermato per più di un minuto ad ammirare un paniere paffuto traboccante di mandarini verdi, grondante di fronde smeraldine. Un bravo fotografo avrebbe fatto ben più di uno scatto, non io ovviamente. Ho rivestito però subito il ruolo del cliente e li ho acquistati. Prima di allora infatti mi ero lmitato ad osservare da vicino senza tuttavia mai comprare nulla. Quello invece mi è sembrato da subito il modo migliore di iniziare.
Un bel cartoccio di mandarini verdi.
Arrivato a casa la delusione. Non profumavano. Le scorze erano inodori. Il frutto senza sapore. Il progetto di vederli impiegati in un dolce sfumato nel solo disappunto di aver subito un piccolo smacco.
Quindi si è fatto strada il dubbio all'inizio dettato più dalla stizza che da altro. Poi una mattina molto prima dell'alba i miei iniziali sospetti hanno trovato sorda e puntuale conferma per una pura casualità.
Strada buia, solo i furgoncini dei venditori ambulanti in fermento nell'andirivieni dell'allestimento degli spazi vendita.
Sul fondo di quella strada un tir. Si un tir di quelli grandi pur essendo a singolo rimorchio. Il vano container aperto ed a fare la spola sul pezzo di marciapiede antistante un paio di ragazzotti, la nuora ed il 'vecchietto'. Scaricavano ed allestivano la scenografia. Dalle casse del mercato ortofrutticolo di....travasavano ortaggi e frutta nelle ceste di vimini.
Poi le cassette vuote erano diligentemente impilate e riportate cul camion. Non ho assistito di fatto a tutta l'operazione mi sono accontentato di quello stralcio di preparativi.
La mattina stessa ho fatto colazione nel bar di fronte dove conosco bene il proprietario. In un momento di tranquillità gli ho raccontato brevemente dei miei mandarini asettici e del fatto che avevo colto in flagrante il 'vecchietto'. Lui rideva, anche perchè Mr.V. (questo il suo vero nome) è un suo cliente abituale da tempo.
Mi ha raccontato che tanti anni fà Mr.V. davvero vendeva solamente pochi prodotti, quelli della sua terra e solo nelle sue malridotte ceste di raccolta. Poi con il tempo aveva cominciato ad integrare la domanda sovrabbondante comprando al mercato ortofrutticolo, aprendo un negozio che gli fungesse anche da cella-magazzino con i primi guadagni ma mantenendo sempre la medesima linea commerciale, cioè quella del:"...sono tutti prodotti miei...o quasi". Di Mr.V. persona mi diceva:"...realmente si è fatto da solo, dice quello che vuole ma 'fàtica assai (lavora tanto)...è nu'uaglione in gamba!...".
In definitiva il 'vecchietto' da anni non coltiva più la propria terra se non per le esigue esigenze famigliari eppure nel suo campo ha un nome di tutto rispetto come produttore. Quello che vende ha il marchio di garanzia dal suo "involontario" personaggio e questo inaspettatamente basta sistematicamente ai più per compensare la qualità media-bassa del prodotto finale. Personalmente mi sono fatto fregare una volta sola, cascandoci però ad onor del vero con entrambi i piedi. Oggi quando capita non mi fermo più ma, nell'attraversare la zona antistante la bancarella, di taglio continuo ad osservarlo all'opera regalandomi sempre un mezzo sorriso di ammirazione.
Le case discografiche, nei contratti, usano per identificare i cantanti la formula "Per brevità chiamato artista", la stessa che probabilmente userei oggi per il 'vecchietto', un contadino 'rinnegato' ma certamente un artista riuscito.


Passiamo quindi alla ricetta. I "biscotti di Woody" sono in realtà il nome dato affettuosamente alla merenda che solitamente prepara mia sorella per mio nipote secondo le indicazioni che le ha dato una amica.
Il nome logicamente non fa mistero delle preferenze in materia di cartoon del già 'tempestato nannerottolo soprattutto in materia di dolci :P
Poteva mai lo zio non provarli per capire se e quanto il nipotino faccia passi in avanti nel campo di dolci?! :P ehehehehehehe
La consistenza umida e scioglievole dei biscotti, la resa nei giorni, il gusto fondente deciso e la linearità della preparazione al momento li rende irresistibili e soprattutto una valida alternativa a tutto quanto fa preconfezionato e merendina. Questi biscotti sono stati preparati nella fattispecie più di una volta e devo dire che vederli nella biscottiera è un che di rassicurante per l'umore ed anche per il palato.
Spero le foto rendano bene quanto siano semplici e sorprendentemente buoni allo stesso tempo, quasi fossero il frutto di
una preparazione molto più articolata.

Solitamente difficilmente partecipo a contest o similari ma questi biscotti sono il mio personale contributo a Caris.
Ho troppo rispetto per certi argomenti e quindi non dico altro perchè sarei sempre e solo inadeguato.
Vi rimando quindi al suo racconto, una storia di quotidiana e ferrea determinazione, quella più rara però e cioè quella con il sorriso.






Biscotti di Woody

Ingredienti
220 gr. di cioccolato fondente al 70%;
200 gr. di farina;
100 gr. di zucchero;
100 gr. di burro;
zeste di un limone (o di una arancia io);
2 uova medie codice 0;
1 cucchiaino di lievito;
1 cucchiaio di limoncello; (facoltativo)
zucchero in granella per decorare;

Si montano le uova intere con lo zucchero aggiunto progressivamente solo con la frusta a mano per una decina di minuti.
Nel frattempo si scioglie il cioccolato fondente con il burro (io con il microonde) e si lascia leggermente raffreddare.
Si versa quindi il composto lentamente nelle uova montate incorporando a seguire poco alla volta la farina. Si continua con la frusta a mano ancora per un pò contrastando la maggiore densità raggiunta per dare una migliore omogeneità all'impasto.
Si lascia quindi riposare il tutto nel frigo per almeno un'ora buona.
Al termine si lavora il composto in tante palline di un paio di centimetri di diametro e le si posiziona in una teglia rivestita di carta forno decorando con la granella di zucchero.
Cottura in forno statico a 180° preriscaldato per 13' non uno di più. Lasciar raffreddare...e darsi alla pazza gioia manginadoli tutti uno dopo l'altro.
E'il solito consiglio ma da non trascurare...fatene sempre dosi doppie :P