martedì 14 settembre 2010

Tortine di mandorle e limone alle amarene














Tutto pianificato settimane prima.
Il prigioniero va trasferito con la massima cautela e senza preavviso, velocità, decisione e lucidità sono alla base della buona riuscita della missione.
Il giorno prima c'è stato un violento nubifragio che ha rinfrescato l'aria. Per essere una notte di metà Agosto fà quasi freddo. I brividi aggiuntivi sono per la tensione ma oramai non si torna indietro. Chi è coinvolto ha dormito un pò nel pomeriggio precedente ma l'adrenalina ha vanificato qualsiasi tentativo di arrivare riposati al momento convenuto. Alle spalle ore ed ore di riunioni e pianificazioni via via scrupolosamente perfezionate e dettagliate.
L'irrequietezza, quella resta ma non importa chi è del mestiere c'è abituato. Qualche collega scherzando aveva domandato con fare confidenziale e sotto voce:"...domani trasferite 'Hannibal'?...".
Nessuno aveva mai risposto anche se il sorriso contratto lasciava intuire tutto.
Era impensabile parlarne eppure era altrettanto difficile non mostrare un qualche segno di stima e supporto a chi condivide i medesimi oneri e rischi.
Alle 4:00 in punto tutto ha inizio. Le sbarre si aprono in modo fragoroso. E'prelevato in pigiama e di forza. Poco prima dormiva profondamente.
Non ha il tempo di riflettere, una mantella in testa lo copre nel passaggio dal grigio scuro dell'edificio sino al mezzo che lo trasporterà nella nuova sede di massima sicurezza. Legato subito. Non parla pur potendolo fare. E' guardato a vista.
Un pò frastornato. Chi lo segue da sempre con fare tranquillo nella sua quotidianetà ora dopo ora, adesso si muove nervosamente.
Un abisso di inquietuitudine li divide. Lui capisce e non li mette in inutile difficoltà.
Non prova a liberarsi o a valutare quanto sono strette le fibbie che lo stringono a quello schienale approntato appositamente per lui. Non conosce la destinazione, immagina però che tutta la famiglia ne è a conoscenza.
Non spera più nella libertà, ha uno sguardo affettuosamente dimesso eppure incute timore e rispetto.
Il silenzio è pesante. Pochi secondi dopo sono in viaggio.
Lui cerca una comodità che non è paragonabile al letto che aveva poco prima seppur contornato di sbarre. Oramai ha imparato la versatilità. Cerca il sonno per dimenticare, per non vedere.
Assopisce le forze che improvvisamente gli si erano palesate.
Non cerca spunti per complicare le cose, ha deciso di assecondare appunto chi, pur rispettando il proprio ruolo, con qualche 'sgarro' al regolamento gli ha reso puntualmente la vita più dolce.
Sotto la strada scorre veloce. Certamente ci vorrà del tempo. Chissà con la luce del giorno in quale posto si arriverà.
Nel più profondo del suo io sa che lo fanno per lui.
Alle 8:00 è sveglio. Gli viene servita la colazione senza che abbia il tempo di fiatare.
Un muffin, uno yogurt, latte caldo e qualche biscotto. Gli occhi blu sono colpiti dalla luce viva che filtra attraverso un finestrino parzialmente oscurato poco lontano.
E'ancora parzialmentente legato ma può mangiare liberamente.
La tensione piano piano si dilegua, adesso si intravede anche il mare.
Ha ancora un pò di sonno. Probabilmente trova gradevole riaddormentarsi fissando quel fondo carico di blu intenso come i suoi occhi grandi, quell'acqua ora calma ora increspata di ciglia bianche che assecondano un vento dispettoso.
Ha un sussulto di voce. Nel suo dialetto ermetico chiede con tono pacato ma perentorio il "mumumma".
Mia sorella si gira come attraversata da una scossa elettrica e gli passa il ciucciotto. Il più è passato.
Per questa estate il viaggio sino al mare di 'Hannibal' è andato.

Nota
Mio nipote 'Hannibal' ha poco più di due anni :)


Passiamo ora alla ricetta
Questa tortina è presa da un post di Lydia di TzatikiAColazione uno dei primi siti amici sui quali indugio la mattina con vero piacere.
Una sorta di colazione virtuale alla quale non rinuncio facilmente vuoi per la bravura dei due autori, vuoi per lo stile mai invadente che caratterizza il loro diario di viaggio in cucina e verso i quali ho un debito di riconoscenza per come mi ha/hanno accolto all'inizio quando ho aperto il mio piccolo blog.
La pasta è un biscuit di Philippe Conticini ripreso da Lydia appunto. Letteralmente da lacrime, per varie ragioni.
Mi spiego meglio. Quando l'ho preparata (la prima volta, perche adesso siamo già alla quarta...) casa era letteralmente inondata da un aroma caldo di mandorle che mi ha riportato indietro dritto-dritto a quando ero piccolo. Precisamente da mia nonna il cui appartemento era appunto sullo stesso piano del laboratorio di pasticceria che raccontavo qui.
Quel profumo di pasticcini di mandorle caldi mi è rimasto dentro.
La sequenza era ed è ancora questa...fino alle 09:00-09:30 profumo di lievitati da colazione...poi dopo le 10 la pasticcerica mignon alle mandorle scarta i primi e ne prende il sopravvento.
Considerate che tutt'ora non si rifugge da questa regola non scritta.. Casomai vi troviate dalle parti della Costiera Amalfitana...fate un fischio che vi dico dove andare a verificare di persona ;)
Tornando a me quindi preparo le tortine (primi giorni di Agosto, un caldo atroce...) le sforno e vado letteralmente in estasi per il solo fatto di vivere, forse farei meglio a dire respirare quell'aria impregnata dai toni caldi delle mandorle e del limone lavorati insieme.
Essendo Agosto come accennavo prima ho dato fondo a tutto la mia follia residua ed ho anche socchiuso le finestre per prolungare quell'assunzione aerea di effluvi dolci. Poi non contento si è fatto avanti il mio ego bello spropositato per l'occorrenza. Avevo necessità di condividerlo con qualcuno perchè quello non era solo un semplice dolcetto ma anche un bel ricordo.
La mia ragazza lavorava e quindi nisba...tra l'altro volevo farle una sorpresa per la cena...allora punto mia sorella, la chiamo ma lei è troppo impegnata con il nannerottolo di mio nipote, a stento le dico:"...ti assicuro lo stesso profumo della pasticceria di..., quasi quasi mi commuovo...ah ok...si ho capito sei incasinata ci sentiamo dopo...ciao" :(
Non contento miro mia madre...almeno la genitrice mi darà soddisfazione. Macchè. Appena accertatasi che la chiamata non era per urgenze mi ha liquidato in quanto stava preparando il pranzo della Domenica ed era in un momento cruciale.
Per farla breve mi sono messo sul divano, ho steso i piedi, le tortine bollenti sul tavolo vicino e con aria ebete per circa una mezz'oretta mi sono crogiolato in quelle fragranze calde.
Che la colonnina di mercurio in casa sorpassasse abbondantemente i 39 gradi visto il forno acceso è un particolare trascurabile tanto in pantaloncini corti, t-shirt e pantofole invernali non temo niente! :P
Però e che non si dica che non sono buono...malgrado in quel momento nessuno mi abbia degnato di attenzione li ho rifatti per tutta la famiglia...addirittura special-guest per mio cognato al cioccolato.
Sono o non sono buono?!
PS
Non avevo mai dato un significato preciso al verbo "sniffare"...adesso forse si! :PPP
Lydia grazie davvero per la condivisione...non hai idea della portata del tuo spunto!

Sciocchezze di contorno a parte se siete arrivati sin qui per la sola sudata fatta e per i "vaffa" masticati a mezza bocca per il post interminabile la ricetta a conclusione è un imperativo.
A seguire la preparazione di Lydia scritta con le mie modifiche:


Tortine alle mandorle e limone alle amarene

140 gr. di mandorle;
38 gr. di zucchero a velo;
50 gr. di burro;
1 albume;
buccia di 2 limoni grattugiati piccoli o uno medio;
un cucchiaio scarso di limoncello;

2 albumi;
20 gr. di zucchero a velo;

Preparazione
Mescolare le mandorle tritate con lo zucchero al velo, aggiungere il burro a pomata e mescolare, aggiungere l'albume e la buccia di limone grattugiata (visibile nelle foto).
Nel frattempo mescolare a neve gli albumi con lo zucchero ed aggiungerlo delicatamente al composto di mandorle.
Imburrare una teglia di 16 cm di diametro oppure usare gli stampi da savarin come nel mio caso (di silicone ma pur sempre leggermente imburrati) e versare l'impasto ed infornare a 180° per 15 minuti.
Io li ho cotti per circa 18 min.
Aspettare qualche minuto prima di sformare.

Come servirli.
Ecco. Io ho preferito riempire i savarin nei seguenti modi:
1) Amarene e gelatina di amarena ricavata dallo sciroppo delle stesse con mezzo foglio di gelatina incorporato a caldo in poco liquido e poi miscelato al resto. Decisamente le migliori!! Adoro le amarene ed il contrasto con le mandorle ed il limone è semplicemente da provare, riprovare, riprovare, riprovare, riprovare....
Insomma la mia preferenza l'avete intuita :)

2) Gelatina di albicocca. Ottime e delicate in questa versione. Molto chic forse troppo per me :PP Da provare anche queste.

3) Gelatina di fichi ricavata dalla marmellata di fichi opportunamente lavorata con poca gelatina in foglio filtrandola degli eventuali pezzetti di frutta. Onestamente io i pezzetti li ho lasciati perchè a me piace :P
Se la marmellata è alquanto soda evitate il passaggio con la gelatina ovviamente.

4) Con crema di cacao&nocciole spalmabile della Lindt...ma...mio cognato si è lamentato dicendo che forse la Nutella è migliore :P

Nota
Non provare a mettere lo sciroppo di amarene prima che la sua densità sia diventata quella della gelatina altrimenti data la porosità della pasta biscuit rischiate di vederevi svuotare il mini savarin davanti ai vostri occhi sul tavolo :)