martedì 6 aprile 2010

Double Chocolate red wine cake














Tanti anni or sono, ero la spalla tutofare di uno speaker in una radio locale, occupandomi principalmente della parte tecnica.
Detta così potrebbe sembrare qualsiasi cosa invece non facevo altro che regolare qualche volume, cambiare i CD e collaborare ad una attività (giusto per darci un tono eh!) di mixaggio prettamente amatoriale, discutendo del più e del meno con quello che era ed è, tuttora, un amico sin dalla prima media.
Il Giovedì sera, lo trascorrevo quindi così, 'passando' musica da discoteca in una "modesta" emittente radiofonica. Piccolissimo particolare volutamente omesso fin qui, è che la radio in questione aveva una programmazione musicale che, al di fuori delle due ore che mi vedevano "direttore artistico", oltre i pre-melodici (i futuri neomelodici di oggi) e la canzone napoletana classica non andava.
Tempi alquanto duri per noi invece che per quanto cercassimo di fare qualcosa che (all'epoca) ritenevamo di qualità in contropartita non avevamo il benchè minimo riscontro di pubblico, ne maschile, ne femminile, neppure qualche chiamata per errore. I due telefoni fissi collegati ad altrettante spie luminose (lampadine ad incandescenza di 100W l'una e per giunta anche rosse per dare l'effeto cromatico "on-air") in modo da segnalare senza squillo l'arrivo di una chiamata in studio, erano perennemente spente. Di tanto in tanto controllavamo che non si fossero fulminate chiamando un telefono con l'altro. Quel rosso cupo che avvampava nella stanza semibuia era il chiaro segno che eravamo due schiappe matricolate.
Passò poco tempo ed il mio amico partì per il militare. Senza colpo ferire e su assoluta mancanza di giudizio del proprietario fui "invitato" ad andare in onda da solo. Lo feci perchè preso alla sprovvista...mi era stato detto che avrei curato solo la selezione musicale, non più ritmi "discotecari" ma cantautori ed affini, non altro. Invece mi ritrovai da solo, io, il microfono, una pacca sulla spalla ed una stanza insonorizzata con i due famosi telefoni, silenziosi totem sine die, del "successo" che tardava a venire.
Ecco, forse quella fu la prima sensazione di panico della mia vita. Se avessi avuto un pannolone mi sarei lasciato andare senza problemi ma dignità e pseudo cultura mascolina mi tennero seduto a quello sgabello per 180' "a passare" con brevissime introduzioni tutta il repertorio che a me piaceva e che preventivamente mi ero procurato.
Cominciai in sordina e tale rimase il mio "programma" per circa un anno buono, sempre e solo in sordina.
Addirittura il proprietario mi diceva a mò di sfottò che quando andavo in onda in molti pensavano che fosse una altra radio sostituitasi abusivamente su quella frequenza, che prendendone il posto, trasmetteva musica "italiana". Per cui le chiamate all'emittente arrivavano solo per capire se ci fosse qualche guasto tecnico o per informarsi di eventuali usurpatori dell'etere.
La sua testa dura ed una maggiore confidenza con il mezzo da parte mia ebbero tuttavia la meglio nei tempi a venire.
Sia chiaro, mai avuto 300 chiamate a trasmissione come invece facevano altri "fantastici conduttori" che popolavano quel doppio studio in un sotterraneo su una collina che domina Napoli ma qualcosa cominciò lentamente a muoversi. Il massimo, annotato in qualche foglietto di blocknotes stracciato a fine trasmissione, fu 37 telefonate di saluti&richieste!!
Probabilmente non ero adatto a quel ruolo. Mancavo di alcuni elementi fondamentali per fare breccia in quella piccola realtà ma questo l'avrei messo a fuoco solo più tardi crescendo e maturando una maggior sensibilità per piccoli dettagli.
Una fredda analisi avrebbe concentrato su 10 punti le cause del mio "limitatissimo" successo. Passiamole velocemente in rassegna:
1) Parlavo in italiano e non unicamente in dialetto;
2) Non avevo un famigliare in carcere;
3) Non avevo la camicia sbottonata sul petto villoso con tanto di crocifisso in oro massiccio. Lo so che state pensando "...ma in una radio chi ti vede...", eppure era d'uso che i fans di quella piccola realtà chiedessero sempre come erano vestiti i propri speaker-beniamini, dissertando sulle ultime tendenze modaiole. Che riscontro potevo avere io...dicendo sempre jeans&pullover, casomai anche girocollo!!
4) Non avevo scarpe&giubbini di pelle firmatissimi&"originalissimi" (idem come al punto di sopra per le motivazioni);
5) Non avevo l'aria e quindi la voce sospetta di quello che prima o poi avrebbe subito un agguato;

6) Non mi ero sposato a 20 anni e non avevo già 5 figli sparpagliati in giro con uno stuolo di mignot...meretrici da mantenere;
7) Non conoscevo musicalmente nessun cantante napoletano che avesse a che fare in qualche modo con la "melodia".
8) Non avevo esperienza come contrabbandiere;
9) Non avevo mai forzato un posto di blocco o fatto danni allo stadio;
10) Non avevo visto tutti i film di Nino d'Angelo;
Nota. Ho usato il passato ma ciò non vuole dire che adesso sia cambiato qualcosa...eccezion fatta per i film di Nino d'Angelo ovviamente!! :P


Malgrado ciò, noncurante di quelle lunghissime serate silenzione continuai per circa tre anni a 'passare' ogni Giovedì sera De Gregori, Fossati, Dalla, De Andrè ed affini. Un gruppetto di piccoli affezionati oramai lo avevo anche 'costruito' ma la vera soddisfazione non tardò a venire il Natale del quarto anno (l'ultimo di quella mia esperienza) quando pochi giorni prima della Vigilia rispettando una tradizione valida solo per gli altri speaker della radio anche a me arrivò un regalo in sede. Era uno scatolone...più piccolo di altri ma non di tanto, era il mio primo presente volete mettere?! :P
Lo ho aperto come un bambino. Il biglietto recitava: "Ti seguo sempre, non capisco tutto quello che dici ed anche le canzoni solo poche mi piacciono ma sei una 'squisitezza'!. Firmato Sig.ra Maria di Aversa" (da qualche parte lo conservo ancora!).
Il regalo...ah si...due confezioni di caffè, altrettante di pasta, un pacco di zucchero ed uno scatolo di caramelle con qualche cioccolatino!


Passiamo ora alla ricetta. Era da un pò che l'avevo annotata ed era nei miei pensieri...
Trattasi della "Chocolate red wine cake" di Alessandra di MT. L'ho studiata per un pò e poi ho pensato ad una inversione dei grassi che la rendesse "più leggera" e forse ancora più golosa. Nessun grande stravolgimento che sia ben chiaro...solo che...ho sostiuito una parte del burro con pari peso di cioccolato fondente (quando la cioccolata è di buona qualità leggasi "quasi solo burro di cacao"...nel caso mio il 70%). Si lo so...non è proprio la stessa cosa e non pensiate che l'abbia fatto per il solo guadagno in calorie (insomma non è che sia diventata dietetica ehehehe) quanto per quel tarlo in testa che mi diceva..."125g. di burro...tutti li eviterei...ma come...senza stravolgere troppo??"
L'ho fatta per ben due volte in doppia versione 'estetica' e cioè una con lo sciroppo di vino più liquido e la seconda invece più caramelloso. Le foto si riferiscono solo alla prima declinazione. Onestamente erano uguali ...cambiava solo il gioco di consistenze al palato. Probabilmente preferisco quella postata che dona alla torta un freschezza più viva ma parliamo realmente di sottigliezze.
A seguire la ricetta originale con le note per le modifiche apportate.
Va da sè che il dolce si prepara molto agevolmente e quindi un doppio grazie ad Alessandra che l'ha fatta conoscere permettendo a noi di poterci anche divertire giocando sul peso degli ingredienti.


Double Chocolate red wine cake


Ingredienti
75g. di burro a temperatura ambiente (125g. nell'originale);
120g.di cioccolato fondete al 70%, grattugiato (65g. nell'originale);
125g. di zucchero;
2 uova medie codice0, leggermente sbattute;
150ml di vino rosso, a temperatura ambiente (Ho usato un buon Nero d'Avola IGT);
125g. di farina 00;
1 cucchiaino di cannella;
1 cucchiaio di cacao;
1 bustina di lievito;
(nell'originale c'era anche un 1/4 di cucchiaino di chiodi di garofano in polvere che io non ho messo però)

Per lo sciroppo
50ml di acqua;
30g. di zucchero;
125ml di vino rosso(Ho usato un buon Nero d'Avola IGT);


Preparazione
Accendere il forno a 170 gradi imburrando ed infarinando una teglia di 24 cm di diametro.
Montare il burro con lo zucchero e poi aggiungere le uova, uno alla volta.
Aggiungere 50g. di cioccolato fondente fuso (preso dal totale dei 120g.) e lasciato leggermente raffredare, incorporandolo progressivamente con delicatezza. Io ho usato il microonde altrimenti provvedere a bagnomaria.
Aggiungere successivamente il vino, mescolare bene, e poi tutti gli altri ingredienti secchi, setacciati. In ultimo, unire il cioccolato grattugiato (i 70 g. restanti). Versare nella teglia e infornare per circa 35'-40' sul ripiano medio del forno (il mio è statico). Non è una di quelle torte che crescono, quindi non preoccupatevi se non succede.
Lasciatela raffreddare benissimo, poi sformatela diretamente su una teglia più grande, rivestita di un foglio di carta da forno che sbordi un po' ai lati.
Preparate lo sciroppo al vino
Mettete acqua e zucchero sul fuoco - fornello più piccolo, fiamma media- e fate bollire fino a quando si raggiungerà la densità di uno sciroppo. Dopodichè, aggiungete il vino e lasciate restringere un po' sul fuoco.
Bagnate la torta con lo sciroppo caldo, versandolo direttamente dal casseruolino dove lo avrete preparato. Procedere senza paura, perché la torta lo assorbirà bene, senza perdere nulla della sua compattezza. Dopodichè, lasciate assorbire ancora un po' e poi, servendovi della carta da forno come appoggio, trasferite al torta su un piatto da portata. Lasciate raffreddare, sfilate via la carta da forno e decoratela piacere.
Chiunque l'ha provata...ha chiesto il bis!
PS
L'alcool ovviamente evapora tutto in cottura ma DIRE più volte e ad alta voce che è fatta con il vino aiuta molto...c'è sempre chi vi rinuncia a priori perchè astemio o "giustamente" la nega ai minorenni...questo si traduce nel fatto che io posso fare il tris!! ahahahahaha










27 commenti:

  1. Grandioso!!!!
    Mentre leggevo, a parte le risate del decalogo dello speaker di insuccesso (sono morta al punto 2),mi veniva in mente che, comunque, noi pionieri dell'etere abbiamo davvero vissuto un'epoca, al di là della frase fatta. Pensa che noi avevamo messo su una radio libera (si chiamavano così, ti ricordi) nei locali della Parrocchia, proprio adiacenti la chiesa e il bello era che, durante la Consacrazione, con tutti i fedeli raccolti in preghiera, si sentivano Umberto Tozzi e Le Freak in sottofondo :-))))
    Noi non parlavamo in dialetto, ma avevamo tutti una còcina mostruosa- e all'epoca, non eravamo ancora stati sdoganati dal Gabibbo: e sorvolo sulla pronuncia, sugli speaker che facevano gli ammericani, quelli che sospiravano nel microfono, gli stacchetti che non partivano, il vinile che si rigava e la puntina che saltava... vado a recuperarmi un kleenex, che è meglio.
    'sta torta è uno spettacolo, migliore dell'originale- e te la copio io, stavolta!!!!
    buona giornata
    ale

    RispondiElimina
  2. bellissimo questo racconto della tua avventura alla radio!!!
    Non ti immaginavo con la collanona d'oro, infatti!!! ;)
    La torta è meravigliosa!

    RispondiElimina
  3. Ma guarda tu cosa ci nascondeva il nostro gambetto.
    Ma che radio era? Magari ti ho anche ascoltato.
    Hai visto I love radio radio rock al cinema lo scorso inverno?

    RispondiElimina
  4. Bella la tua esperienza alla radio, non sono un grande ascoltatore di trasmissioni radiofoniche ma sono stato sempre attratto da quello che c'era dietro..a tutti quei tastini bottocini..ecc
    il tuo decalogo è troppo divertente..
    buona la torta ottima la tua variante...
    Lydia il film i love radio rock è delizioso da vedere assolutamenteanche. Sono in ritardo, ma orami con la scuola sono sempre in ritardo su tutto, buona pasqua a te e grazie di leggermi e lasciare il tuo commento...nè sono felice

    RispondiElimina
  5. @Alessandra (raravis)
    Per la serie non sono il solo ad aver collezionato "figurelle" da album Panini per "La Peggio Gioventù"...che è un pò quel film immaginario che accomuna parecchie persone della mia/nostra generazione :P
    "Radio libera", a ripeterla adesso ad alta voce sembra che si stia parlando di un secolo fa...fa effetto. Grazie per avermi ricordato l'espressione...se ci penso realmente mi vengono gli occhi lucidi ehehehehe
    Comunque sono contento di sapere oggi che all'epoca un giovane virgulto senza mento non era il solo ad affrontare senza grandi malizie l'etere radiofonico...una esperienza che non è certo stata fondamentale ma che ha avuto un suo significato formativo a ben vedere dopo. Trovare un canale di comunicazione interessante con chi in partenza non ha l'esigenza di condividere nulla con te...aiuta ad avere una migliore visuale su chi sono gli altri, quelli comunemente raggruppati sotto la voce "gente". Diciamo che un esame pratico di sociologia ehehehe che non so se ho mai superato di per certo non sono diventato un brigatista ahahahahaha :PPP
    Il dolce meglio dell'originale...non penso proprio...e che io non sono facilmente incline alla copia integrale delle cose e qualche volta mi va anche bene come in questo caso ehehehe
    Grazie a te invece per avermi passato una ricetta consolidata che ha permesso al sottoscritto di potersi anche divertire a modificare! :P

    @Alem
    La collanona d'oro al petto tipo catena da antifurto con crocifisso in scala 1:10 sarebbe stato un ottimo lasciapassare...per il successo radiofonico da una parte...e per uno studio legale dall'altra con tanto di pratica per disconoscermi della mia famiglia! ehehehe
    La torta se hai tempo provala che è davvero golosa&insolita ;)

    @Lydia
    La radio nemmeno te lo dico...troppa vergogna ahahhahaha :DDD casomai in privato...sotto effetto di alcolici...te la accenno anche. Il film invece non l'ho visto ma considerato l'argomento trattato mi incuriosisce parecchio. Ti faccio sapere!
    Hai visto che scheletrino nell'armadio?! ahahahaha :))))

    @Paolo
    Il mondo delle radio è indubbiamente affascinante e malgrado la mia esperienza marginale ti assicuro che nonostante la tecnologia aiuti parecchio la differenza la fa sempre il conduttore. Mhm...adesso ho capito perchè io non ho mai avuto grande popolarità!! ehehehehe
    PS
    Con questo film...mi avete messo la pulce nell'orecchio...beh considerando come è conciato ancora il mio orecchio forse è meglio trovare un altro modo di dire :P
    Grazie a te di trovare il tempo per passare da queste parti ;)

    RispondiElimina
  6. che tortona mi piace caspita se mi piace cioccolato e vino. Secondo me se parlavi di cibo avresti avuto più successo nel senso che per qualche oscura ragione di comunicazione, passa l'emozione che si trasmette per qualcosa che si ha passione, al di là della tecnica e del mezzo, se fai un programma radio di cuina fammelo sapere che mi sintonizzo :-))

    RispondiElimina
  7. @Gunther
    Mia nonna ha sempre detto:"Guardarti mangiare è uno spettacolo per come ti gusti le cose".
    Diciamo che l'insana passione per il cibo l'ho da sempre...scoprirlo poi come manifesto inconsapevole di chi ci troviamo di fronte ha solo acuito la tara genetica...e quindi eccomi qui.
    Un programma in radio dici...ehehehe magari...:P
    Grazie per la fiducia comunque che ti rende amico oltre ogni ragionevole dubbio soprattutto visto il mio deplorevole background in merito ahahahahaha ;)

    RispondiElimina
  8. le radio libere!!! Mia sorella ed io ci divertivamo da ragazzine a telefonare al disco-dedica di una radio locale e richiedere brani di cantanti intesistenti. Ricordo che una volta chiedemmo alla centralinista un disco di Umberto Categorico ed il dj poco dopo si scusò in diretta per non averlo ancora a disposizione e mandò in onda un brano non ricordo se di Umberto Balsamo o Umberto Tozzi...
    (PS: anch'io mi sono schiantata sul secondo punto della tua lista, forse perchè la prima motivazione in effetti poteva anche avere un senso... come dimostrava il paradossale bigliettino del pacco regalo!)

    RispondiElimina
  9. Forse perché frequentandoti è come se ti conoscessi, fatto sta che mano a mano che leggevo pensavo che mi sarebbe piaciuto tanto ascoltarti!!!!
    Dolcissima la tua ammiratrice :))
    Mi piace questo dolce: sono in cerca di idee per riciclare il cioccolato delle uova pasquali dei mie nipotini (che mia sorella mi ha lasciato senza il loro consenso!) ...

    RispondiElimina
  10. @ mario sei trooooooppo simpatico!!
    Anche io ho lavorro in una radio e la cosa mi divertiva moltissimo !! Erano anni "ruggenti"!!! un bacione
    Dani

    RispondiElimina
  11. @Acquaviva
    UmbertoCategorico!?!?...e pensare che ho tutti i suoi dischi!! ahahahaha
    La cosa assurda è che anche a me chiedevano brani di cantanti dai nomi più assurdi ma il paradosso è che nel sottobosco musicale partenopeo questi c'erano davvero e solo a me erano del tutto sconosciuti!
    Ovviamente parliamo di persone "note" solo a livello di città, al massimo l'hinterland ma che avevano anche del merchandising autoprodotto! Non ho parole per descrivere certi personaggi...ricordo solo che lo stesso proprietario della radio a volte non riusciva a riprendersi dalle risate quando apriva gli scatoli con il materiale pubblicitario che gli spedivano del presunto cantante! :P

    @Milena
    "Le uova pasquali dei mie nipotini che mia sorella mi ha lasciato senza il loro consenso!"
    Ahahhahaha...non oso immaginare le rimostranze dei piccoli!!
    Grazie per la fiducia accordata..troppo buona con me!

    @Daniela
    La stessa di Alessandra? ;)
    Mi sono divertito anche io tantissimo. Lo ricordo sempre con piacere quel periodo :) penso che mi puoi ben capire!
    Grazie come sempre :))

    RispondiElimina
  12. Noooooo...mi stai dicendo che non sei un gigidalessiodipendente, che non indossi camicie aperte con vistosi catenoni d'oro, che non sei compagno di merenda di nessuno, che non è Daniela che ti traduce i post dal dialetto prima di pubblicarli, che non hai mai forzato posti di blocco per tirare fuori dai guai uno dei tuoi numerosi figli scellerati avuti da adolescente da cinque madri diverse dalla discutibile condotta morale?

    Ma così mi cade un mito...

    Continuerò a seguire il tuo blog giusto perchè hai la collezione completa dei dischi in vinile del glorioso Umberto Categorico...ma solo per questo!

    RispondiElimina
  13. Questo post è belissimo. Mi fa venire in mente i testi degli sms che scorrono sotto le trasmissioni di certe TV locali (sì, è una "perversione" di mio marito, o una curiosità antropologica, quella di incantarsi per lunghi minuti a guardare il nulla: maghi, telecronache di partite del Napoli senza immagini...). Cose come: "Auguri per una presta libertà"... hai presente?
    Peccato non aver scovato il tuo programma, ai tempi.

    RispondiElimina
  14. @Virò
    Hahahahahahahaha
    W Umberto Categorico! :P

    @Giovanna
    Nooooooooooooooooooooooo. Faccio la stessa cosa. Mi devo preoccupare?! :P
    Avevo anche scritto qualcosina in proposito poi è caduta nel dimenticaoio.
    PS
    Meno male che non hai scovato il programma ai tempi...anche se devo confessarti che adesso non benefici di quell'attacco impulsivo che hanno alcuni amici miei per averlo fatto...e cioè ricordarsene senza motivo apparente ridendo poi senza freno sino allo svenimento per stanchezza! ahahahahaha

    RispondiElimina
  15. No, io devo riuscire a trovare il tempo per rispondere a questo post meraviglioso.
    Spero di riuscire a farlo domani, ma tu sei veramente un mito!!!
    Il punto due mi ha quasi fatto sputare il velopendulo sul monitor!

    RispondiElimina
  16. racconto favoloso, bei tempi.

    sempre divertente leggerti.

    e la torta, che dire? di quelle che se le fai con le mie farine non dovrebbero venire una schifezza, quindi proverolla.

    passo e chiudo, vista l'ora.

    RispondiElimina
  17. @Giovanna
    Ehehhehehe :))

    @Muscaria
    Sono contento che ti sia piaciuto, davvero! ;)

    @La Gaia Celiaca
    Avevo anche pensato a farne una versione senza glutine. Non l'ho ancora fatto perchè mi manca qualche ingrediente ma ha breve ho l'occasione per farla per un amico che ovviamente non può mangiarla in questa declinazione. Penso che non ci saranno grandi variazioni di gusto. Se la faccio per primo ti faccio sapere :))

    RispondiElimina
  18. Ho dovuto fare una personalissima standing ovation al punto otto, perché è veramente un piccolo capolavoro :-)

    Mi sono davvero divertita col racconto delle tue esperienze radiofoniche, che poi mi ha fatto venire in mente che a 14 anni anche io facevo 'ste cose, a Genova in una radio che sembrava quasi normale e d'estate in Sardegna da una radio "favela", nel senso che la "radio" era all'interno di una sorta di rudere e noi stavamo seduti sulle pietre, praticamente credo ci ricevessero solo gli amici in spiaggia e la polizia :-D

    Oh e la tua versione della torta mi piace molto!
    (Ovviamente mi segno anche questa)

    RispondiElimina
  19. no, non la stessa della Ale! ancora non avevamo la tecnica a 4 mani svilupppata!!! e poi non avrei potuto: io non ho la coccina genovese perchè la mia base toscana me lo impedisce!!! ;-)))
    Baci ragazzo

    RispondiElimina
  20. @Muscaria
    Radio "favela" da un rudere è una istantanea meravigliosa mi sono immaginato mezzi tecnici scarsetti, idee tante, divertimento non quantificabile!
    Guarda per certe serate (per quel che mi riguarda) sento ancora l'eco delle risate...mi puoi ben capire vero?! ehehehehe ;)
    PS
    Certo che avere la polizia come radioascoltatori è un vanto non da pochi! ahahahaha :))))
    Grazie di tutto ;)


    @Daniela
    Ehehehehe :)))

    RispondiElimina
  21. Deliziosa la tua narrazione e tenerissimo il regalo che ha ricevuto! E la torta... la devo assolutamente provare!!! Buona serata Lauradv

    RispondiElimina
  22. Grazie come sempre Laura!
    Una fetta di questa al vino, una tua di caprese e siamo "apposto"!! ehheheh

    RispondiElimina
  23. Caro Mario,
    non solo mi ero persa il Nero d'Avola nella torta al cioccolato, ma addirittura il tuo passato in radio! Pur non avendoti mai visto, non mi stupisce in ogni caso che tu non deambuli per i Quartieri con la camicia sbottonata sul crocefisso d'oro, in attesa di un agguato di mariuoli o di fans da divo neomelodico. Nè che tu non ti dedichi all'hobby del contrabbando (che per alcuni è proprio un hobby, con la scusa che lo fanno per interposta persona...).
    Mi spiace invece per Nino d'Angelo, conosciuto in anni in cui già a Latina non lo conosceva più nessuno, e subito amato. Perché per me era un'icona di quella Napoli verissima eppure teatrale, che ho amato e amo tuttora: ricambiata, ogni volta che mi addentro nel ventre molle della tua straordinaria città. Mi rendo conto che la napoletanità non si riassume nel suo improbabile (ex) caschetto giallo paglia, ma Nino d'Angelo sta per me come Moira Orfei al circo equestre: un personaggio felliniano, al confine tra sogno e realtà, che mi regala emozioni.
    Ti stupisco? Spero non troppo... almeno se conosci il lato "curioso" di M.me d'Aubergine...
    Un caro abbraccio,

    Sabrine

    RispondiElimina
  24. @Sabrine d'aubergine
    Ho letto il tuo commento tre volte. Non è da tutti cogliere la prospettiva più intima delle persone o delle cose. Di questo non me ne stupisco perchè attraverso i tuoi post ed i commenti un pò ho imparato a conoscerti.
    In merito a Nino d'Angelo, senza entrare nel merito del 'piace o meno' posso dirti che lui è 'Napoli'. In passato 'è stato' Napoli nel senso che era lui stesso Napoli senza che ne fosse cosciente, poi la maturità gli ha consentito di continuare ad 'essere Napoli' ma in modo ragionato e con maggiore spessore. Associarlo ad una figura felliniana (lo condivido) è un grande omaggio alla persona ed indirettamente anche alla città :)
    PS
    Tu lo chiami lato "curioso"...per me è il lato "sensibile" :))
    Grazie come sempre a te ;)

    RispondiElimina
  25. Non ci avevo pensato, ma hai ragione: è un omaggio alla città e alla sua umanità straordinaria. Che se lo merita tutto...
    Ciao Mario

    RispondiElimina
  26. Grazie a nome di quei napoletani che lo meritano :)))

    RispondiElimina