martedì 22 dicembre 2009

Muffins arancia e fondente














(Questo blog esprime solidarietà ai blog TzatzikiaColazione e Profumo di Lievito per i plagi cui frequentemente assistiamo)

Ricerca di Natale. C'è quella che davano a me a scuola per il periodo festivo insieme al tema sul come lo avessi trascorso...per la serie...come bloccare i genitori con i compiti a casa e stilare il 730 delle famiglie puntando sulla spontaneità dei ragazzi senza ricorrere alla Guardia di Finanza...
Non scherzo affatto quando vi dico che quest'anno ad un mio nipote hanno chiesto per il compito di tecnica di disegnare la piantina di casa...resta solo da capire se l'insegnante avesse un doppio lavoro in una agenzia immobiliare perchè fini didattici onestamente non ne ho intravisti nemmeno con il cannocchiale...
Andando oltre però...a ben guardare...ognuno in questo periodo ha la sua.
C'è...
- chi cerca il modo migliore per stupire con un regalo il nipotino,
- chi fa il presepe augurandosi che un triste ieri non si presenti più,
- chi sforna muffins e struffoli cercando di azzerare tutte le distanze,
- chi cerca e trova nel lavoro la passione del primo giorno pur essendo in pensione,
- chi cerca in un sorriso da nanerottolo la certezza di allontanare una recente tristezza,
- chi guarda la propria impastatrice cercando un modo per incordare le proprie fragilità,
- chi ritrova un momento religioso per cercare una risposta che non arriva,
- chi vuole partire perchè è più facile cercare di non vedere,
- chi spera e cerca un lavoro,
- chi si gode la propria famiglia senza cercare altro,
- chi torna a casa cercando di dimenticare per un pò la lontananza,
- chi vive alla giornata ed il 25 Dicembre è ancora troppo lontano per cercare solamente di pensarci,
- chi prende 20euro dalla tasca e li regala a qualcuno che non li ha, ne li cerca,
- chi prende 4punti in testa perchè a 97 anni cerca di vedere da sola e senza bastone il cielo alle 5:30 di mattina.

Natale è per tanti un abusato fine temporale nel quale sembra logico, se non d'obbligo, fermarsi ad una riflessione personale dalla quale poi ripartire; da ciò che ci eravamo prefissi a quanto sia ancora da ricercare appunto, una sorte di 'punto e a capo'. Molto probabilmente quella ricerca deluderà, perchè non mantiene le promesse da tempo, perchè per molti è solo una comparsata con gli abiti a festa ma per quelli forse non è mai iniziato.
Per me invece è un ricercato appuntamento con un respiro più profondo e le lacrime di uno sbadiglio sovrappensiero per meglio schiarire la vista su chi mi da un motivo per andare a testa bassa tutti i giorni, 97enne inclusa :)

A seguire la ricetta dei Muffins arancia&fondente, preparati dalla mia ragazza ultimamente, grazie anche alla complicità di una persona al mercato che ci ha procurato delle ottime arance biologiche passate in mano nostra in una delicata operazione logistica tale da rubare la scena anche alla miglior cassa di alcool dei tempi del proibizionismo.
Dire che le sono venuti ottimi è pura autoreferenzialità ma se l'onesta passa da queste parti (ho dei testimoni) non c'era altro modo per definirli ;)


Ingredienti:
- 3 uova (Codice 0);
- mezzo vasetto (da yogurt) di olio di semi di arachidi;
- 1 vasetto di yogurt bianco (è stato usato il Muller);
- 2 vasetti di zucchero;
- 3 vasetti di farina 00;
- 1 bustina di vanillina;
- 1 bustina di lievito per dolci;
- Succo di mezza o 1 arancia (dipende dalla grandezza dell'arancia);
- La scorza di un'arancia biologica ridotta a pezzettini minuscoli;
- Gocce di cioccolato fondente a volontà;

Preparazione:
Si accende il forno a 180°, si preparano gli stampini da muffins imburrandoli e infarinandoli o rivestendoli con i pirottini di carta. Si mescola tutto nell'ordine indicato, in modo graduale, fino al completo assorbimento dell'ingrediente e si versa poi il composto negli stampi. Sulla superficie dei dolcetti si aggiungono le gocce di cioccolato fondente, dopo di che si inforna per 20 minuti.






martedì 15 dicembre 2009

Zuppa di gambetto ceci e broccoletti














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Natale...questa parolina, a metà strada tra l'incipit di un aggravio depressivo con crisi di panico e l'atmosfera edulcorata della festa religiosa e pagana, a me ha sempre fatto un pò 'paura'.
Già solo quest'anno basterebbe il rinascimento disneyano che si rifà a Dickens per rimpinguare le proprie casse tradendo un un ineguagliabile Scrooge-McDuck (Zio Paperone) di fumettistica memoria che ha immortalato con alcune striscie le memorie di molti bambini, quasi a far da naturale appunto ad una dovuta rilettura in età più matura.
Poi ci si mettono tutti quelli che hanno bisogno di una fuga dalla realtà e che ne fanno un uso strumentale...da chi sente la musica nell'aria ed il cuore pieno di gioia a chi rifiuta ogni cedevolezza incattivendosi con razionalità con un periodo che inevitabilmente porta il conto di qualcosa di troppo personale perchè il Natale da solo ne sia responsabile, sia in bene sia in male. Unica atmosfera palpabile che salverei è quella creata ad-hoc per i bambini ai quali un tocco di magia non va mai negato, anzi...se poi fosse anche meno griffato da qualche major tanto meglio, ma ad onor del vero non ci andrei troppo per il sottile...anche perchè personalmente reputo 'letteratura' moderna anche 'Nightmare before Christmas'! ehehehe
Per me invece, e per molti anni, Natale è stato un periodo lavorativo intenso...con quei lavoretti cosiddetti 'stagionali' che mi permettevano in 15 giorni di guadagnare ciò che altrimenti avrei racimolato con molta più fatica in più tempo.
Lavoravo per una pasticceria insieme ad uno dei miei amici storici, consegnando cassate, cestini regalo, paste di mandorla, mostaccioli, vini...il tutto dalle prime luci della mattina sino a tardi la sera...gli ultimi giorni appunto, quelli prima della Vigilia, non si rientrava mai prima delle 22...
La cosa che più mi è rimasta impressa di quell'esperienza fatta per molti anni a seguire, sono i diversi approcci delle persone all'atto della consegna, in particolare alla non-dovuta gentilezza di lasciare una mancia sia che si fosse trattato di un semplice recapito sia che si fosse trattato di un regalo. Più i quartieri erano alto borghesi più assistevo a vere e proprie messe-in-scena. Considerate che non solo la mancia non era dovuta ma nemmeno richiesta, questo tuttavia non toglieva le persone dall'imbarazzo di una usanza di cui sentivano (e sentono) il peso nel pur buffo tentativo di evitarla o usarla al meglio.
C'è chi mi ha detto infatti"...ma se le lascio qualcosina mi porta giù l'immondizia?", chi in alternativa mi ha offerto un panino, chi mi ha rimandato ad un bar per un cappucino&cornetto pagato o addirittura nella libreria del marito per una cartolina nataliza offerta e chi ha mandato il proprio figlio "Dario" (7-8 anni non di più, un 'nanetto' indimenticabile) a dirci..."la mamma non riesce ad uscire dal bagno perchè ha mal-di-pancia"...e da quanto rideva il piccolo e noi a seguire (contagiati dal nannerottolo ridanciano)...due erano le questioni...o era una balla clamorosa o la mamma aveva dato fuoco alle polveri anticipando i botti di capodanno...la risata furbetta ed imbarazzata di quel ragazzino che non riusciva a trattenersi, con il mio amico di ventura con il quale condividevo quei giorni e le consegne più pesanti, come in quella occasione, la ricordiamo come fosse capitato ieri.
C'è anche chi mi ha liquidato velocemente accennandomi"...passi dal portiere giù che le lascia qualcosina..." ovviamente non solo il custode non ne sapeva nulla ma mi faceva anche capire di non essere in buoni rapporti con il condomino e che lo avrebbe volentieri defenestrato perchè ancora doveva ricevere quanto anticipato per un pagamento al contrassegno mai onorato dal medesimo personaggio...alla fine voleva lui offrire a me un caffè per simpatia...uno al cianuro al tirchione del 3 piano.
In alcuni casi erano i custodi/portieri degli stabili, incrociati nelle consegne a divertirsi con noi sfogandosi delle loro antipatie confessabili più facilmente ad estranei, quali eravamo noi, che non ad altri..."fammi sapere se ti danno qualcosina quelli...così sappiamo in anticipo se SanGennaro quest'anno fa il miracolo!"...oppure ridendo..."ma chi quella del 4 piano...è na'meza zocc...pardòn poco-di-buono e pure brutta...quindi se ti da na'bella mancia statt'accuort'che nun te fa uscì ccchiu! (ma chi l'ineffabile signora del quarto piano non proprio bellissima con qualche inclinazione lasciva...attento perchè dietro una lauta ricompensa potrebbe nascondersi ben altra offerta...), oppure ancora..."ma chi 'fiatella'...senti a mè, bussa lascia il pacco dietro la porta e fuggi, evitatela chella' puzza e'munnezz!" (ma chi "fiato pesante", ascolta un consiglio da amico fai la consegna senza contatti umani e fuggi!).
Si, perchè se con alcuni custodi sembrava di trovarsi innanzi a piccoli dittatori di fresca nomina manco avessero avuto da gestire Palazzo Chigi con altri invece si creava da subito una intesa divertente condividendo appunto con loro l'isteria di quei giorni, con gli occhi però, di chi combatteva quella 'guerra' dalla strada.
Tutto aveva fine comunque il 24 sera, quando rientrando a casa dopo una doccia di almeno un paio d'ore mi godevo come non mai la cena della Vigilia, stanco ma con il sorriso dato dala somma dei tanti sorrisi ed episodi che avevo raccolto nei giorni addietro.
Ecco perchè il Natale mi faceva 'paura'...era una lunga rincorsa fatta di giornate pesanti, che anestetizzavano dal clima festivo e che paradossalmente non ho mai rimpianto proprio perchè davano spessore alle feste vere e proprie, appagato di aver fatto la mia parte pur senza che fosse stata chiesta o per esigenza.
Una sorta di catarsi lavorativa che terminava nel miracolo del Natale nel quale i precedenti 15 giorni vissuti per strada trovavano significato in tavolate famigliari serene ed in qualche bel regalo mirato fatto con affetto. La messa a mezzanotte tra amici con le schiocche rosse in viso per il mezzo piatto di troppo, il sorriso accennato ad una ragazzina che solo la stanchezza ed il mezzo bicchiere in più lasciavano passare sotto la spessa coltre di riservatezza dei momenti lucidi chiudevano al meglio quel viaggio nel viaggio.
Oggi come allora Scrooge-McDuck è ancora lì, con il suo alter-ego moderno Jack Skeletron .
Non importa se si barcamena tra qualche striscia ingiallita ed una cinefavola tecnologica, è sempre sotto la neve, anestetizzato dalla propria umanità, bisognoso ma non in cerca di un miracolo...e lui, come me, come i ragazzini di oggi resta attonito pronto a farsi rapire da una magia che non tarderà ad arrivare se solo si lascia aperta una porticina...alla propria mente prima...al cuore poi.

PS
Se siete arrivati fin qui meritate una piccola chicca in musica di un autore a me caro...oltre ovviamente alla ricetta della zuppa :-)
Le foto sono orrende...ma spero rendano la sua cremosità ;)

Ingredienti per 4 persone:
400g. ceci in scatola (in realtà sono 240 g di ceci ed il resto è liquido di mantenimento);
300g. di broccoletti già mondati e pronti all'uso;
2 patate medie;
1 pezzo di gambetto di SanDaniele da 300g.;
1 cipolla rossa di Tropea media;
2 carote tagliate alla julienne
1 gambo di sedano tagliato finissimo
2 scorze di Parmigiano Reggiano grattate;
50g. pecorino grattugiato grossolanamente (non molto stagionato);
50g. di Parmigiano Reggiano grattugiato grossolanamente;
olio extravergine oliva;
2 fette di pane integrale raffermo
1 mazzetto di prezzemolo
sale q.b. (anche in questo caso solitamente io non ne metto affatto in quanto dipende dalla sapidità del gambetto...)


Procedimento:
In una pentola con fondo antiaderente faccio appassire in olio evo (max 5 cucchiai scarsi) la cipolla tagliata piccolissima. Non appena diventa trasparente aggiungo le carote alla julienne, il sedano, anch'esso tagliato finissimo, cuocendo a fuoco basso e rigirando spesso con un mestolo di legno. Aggiungo quindi un dito di acqua calda e le patate tagliate a tocchetti in modo che possano assorbire il fritto leggero fatto pocanzi restituendolo poi durante la lenta cottura dopo. Lascio andare per un decina di minuti buoni dopodichè aggiungo i broccoletti, la metà dei ceci passata in precedenza l'altra metà intera, le scorze di Parmigiano Reggiano grattate, il gambetto tagliato a dadini di poco più grande delle patate coprendo il tutto con acqua calda. Lascio andare a fuoco lentissimo per circa 3,5 ore (anche 4 in alcuni casi), rimestolando di tanto in tanto. La zuppa sarà pronta quando avrà raggiunto quella giusta consistenza vellutata che pur risultando continua al palato non faccia perdere la granularità dei suoi ingredienti. Termino aggiungendo il prezzemolo tagliato finissimo, il Parmigiano Reggiano con il pecorino (mescolandoli con cura alla zuppa) e servendola ancora bollente con una girata di olio evo a crudo (considerate che fino ad ora il condimento della pietanza è pressochè "inesistente") sopra due fette di pane raffermo.
Fondamentale è il gambetto che se di SanDaniele Dop da struttura alla zuppa senza risultare invadente. Altre volte in verità ho fatto la medesima ricetta con del gambetto di prosciutto toscano, cosa che ha dato un gusto più rustico ma altrettanto piacevole.
Questa zuppa è veramente 'unica' a mio modo di vedere...riappacifica con il mondo...ma questo lo lascio scoprire a voi qualora la rifacciate, solamente partendo dal profumo che spande per casa!
Note
1) I ceci, per velocità ho usato quelli in scatola ma l'invito (che faccio anche a me stesso) è quello di orientarsi con quelli secchi...si perde un pò più di tempo ma ne vale la pena;
2) Il gambetto va tagliato con molta cura, assecondandone le venature sfilacciose che vanno eliminate con precisione chirurgica in modo da poterlo mangiare serenamente, soprattutto se ci sono dei bambini. Il grasso del prosciutto invece l'ho elimino quasi tutto. Qualche pezzettino salvato regala maggiore consistenza di gusto ma onestamente non ne ho mai sentito ne la mancanza ne l'esigenza.
3) I broccoletti devono essere freschissimi perchè solo così restituiscono un piacevole retrogusto amarognolo che ben contrasta la parte grassa della zuppa;
4) La controprova che la zuppa sia della giusta densità è data dalla prova forchetta...se si riesce a mangiarla quasi per intero solo con questa senza perdere di cremosità allora l'obiettivo è raggiunto.
5) In abbinamento consiglierei un vino che è la versione giovane del Carmignano e cioè il "Barco Reale" della Tenuta di Capezzana (disponibile a ~ 6-7 euro) oppure al "Carmignano Villa Capezzana" (disponibile a ~ 12-13 euro) che ben si accostano a questo tipo di sapori.
6) Ovviamente adesso è superfluo dire perchè mi chiamo Gambetto vero :-)
Grazie a chi ha vinto la prova di resistenza arrivando sin qui :-))))))



martedì 1 dicembre 2009

Tortini di polenta e gorgonzola














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C'è una strada piena di traffico, di quelle cittadine a 6 corsie con una banchina centrale ed un filare di alberi a fare da divisore agli opposti sensi di marcia.
Quartiere popolare di grandi palazzoni e due marciapiedi lunghissimi, con negozi, bottegucce, bar piccoli o inverosimilmente glamour, grandi catene d'abbigliamento e calzature, bancarelle sparse nei dintorni ed il mercato ortofrutticolo alla mattina in uno spiazzo parallelo.
Ogni cinquecento metri la fermata degli autobus ed il loro battente incedere avanti ed indietro di carichi umani, da quando suddetta strada sembra una affolata e vociante Fifth Avenue...al suo aspetto composto e decoroso, ma un pò dimesso, delle ore notturne quasi a non voler dimenticare che anni addietro questo era un quartiere dormitorio.
Adesso la zona è molto gettonata dal punto di vista immobiliare e malgrado le docce estetiche quel sentore di dignitosa ristrezza operaia ancora lo avvolge.
Ogni mattina o quasi all'incirca pochi minuti prima delle 7:00 sempre la stessa scena. Accanto ad una fermata dell'azienda municipale dei trasporti grondante di persone, un signore dall'aspetto modesto in pantofole e con un ordinato look da casa, fuoriesce da un portone di un palazzo che volge in quel punto sulla strada ed incurante di quell'universo brulicante di vita che gli saltella davanti, con una busta piena di bottiglie di plastica colme d'acqua innaffia le 3 fioriere che delimitano virtualmente la fermata dell'autobus.
Ha sempre il solito aspetto compassato di chi è nel giardino di casa propria, quasi mai alza gli occhi e con gesti famigliari prima libera gli arredi urbani di cicche, mozziconi di sigarette e cartaccie (veste sempre un guanto monouso)...poi si gode il lento abbeveraggio.
Richiude con attenzione i tappi dei contenitori, getta i rifiuti nel vicino cassonetto e svicola tra gli studenti immersi nei loro sonni musicali da lettori mp3, la mamma intenta ad aggiustare la sciarpa al figlio e tutti quelli che aspettano impazienti il proprio 'numero', disinteressati spettatori di un gesto di civiltà talmente lieve che sembra quasi pescato dalla sola fantasia.
Pochi minuti e rinfila la chiave nella toppa del portone per scomparire nel buio di un androne con la stessa rapidità con la quale si era presentato. Non è il portiere, posso solo immaginare che il terrazzino del terzo piano con tutto il verde curato sia il suo e d'altra parte non potrebbe essere altrimenti.
Quando termino di osservarlo, guardo le fioriere, poi le le persone in quel piccolo purgatorio d'asfalto e constato mio malgrado che le rigide rughe sugli zigomi che ho da sempre, incattivite dal vento freddo e dai pensieri irrequieti della mattina, sono lentamente franate in una espressione più morbida che lambisce senza mai incontrarlo un sorriso lieve.
La giornata è già un pò meno grigia.

A seguire vi condivido una ricetta che ho pescato da un vecchio Sale&Pepe 'Tortini di polenta e gorgonzola' che è stata molto gradita in quanto assolutamente delicata nel gusto e per nulla pesante malgrado il titolo faccia pensare a ben altri mattoncini ehehehe

Ingredienti
150g. farina di mais per polenta;
7,5 dl latte intero;
4 foglie di salvia;
200g. gorgonzola;
3 uova;
Burro per stampini;
Sale q.b.;

Preparazione
In una pentola dal fondo spesso riscaldare il latte insieme alle 4 foglie di salvia tagliate piccolissime, portandolo quasi a bollore.
Una volta in temperatura, aggiungere una piccola presa di sale e la farina di mais a più riprese, mescolando quindi con una cucchiarella di legno bucata (quella per montare il burro) con continuità ed a fuoco basso per circa 15'-20'.
A questo punto leviamo dal fuoco ed aggiungiamo il gorgonzola precedentemente spezzettato, amalgamandolo alla polenta e continuando a rigirare con la cucchiarella incorporando per bene il formaggio. Lasciamo quindi assestare il tutto aspettando che si intiepidisca. Personalmente ho accellerato questa fase continuando il lavoro di gomito con il mestolo in modo da essere certo dell'uniformità del composto.
Ho quindi sbattuto a parte le tre uova con un pizzico di sale, incorporandole poi alla polenta...gradualmente fino al raggiungimento di una crema corposa e fluida quel tanto che basta per passarla agevolmente negli stampini precedentemente imburrati, fino ad un dito dal bordo.
Tutti gli stampini sono stati passati in forno preriscaldato a 200° per circa 30'(ripiano medio), dopodichè li ho lasciati raffreddare, sformandoli. Ho usato anche gli stampini da crostatine con risultati molto carini (qualora siate curiosi vi giro qualche foto via mail).
La rivista prevedeva di servirli con songino e qualche tocchetto di gorgonzola sopra...io ad essere sincero vi consiglio lo 'Zabaione al gorgonzola' di Lenny, blog UnaFinestradiFronte.
Penso che siano perfetti in quel modo. Le foto ovviamente riguardano la sola preparazione base che tra l'altro è anche un ottimo accompagnamento di salumi per un aperitivo piuttosto che per un contorno ;-)
Non me ne vogliano i puristi del territorio...ma un Morellino di Scansano che assecondi le note aromatiche del gorgonzola senza contrastarlo troppo, accompagnando la polenta e qualche fetta di finocchiona o di prosciutto crudo dolce, penso sia l'ideale.