lunedì 5 ottobre 2009

Cianfotta













Non amo assecondare le mode di alcun tipo, nell'alimentazione così come in altri campi. Siamo invasi dal radical-chic culinario a cui, va sì riconosciuto il merito di ri-spolverare piatti&ingredienti poveri&dimenticati, riportandoli all'attenzione pubblica (riviste, trasmissioni...), con un approccio tuttavia che non è mai rispettoso della cultura gastronomica di provenienza ma solo l'ennesimo e sterile strumento di elevazione intellettuale fine a se stesso...insomma qualora si intravedesse qualcosa di buono all'orizzonte ne si capisce fin dall'inizio l'evidente e deprecabile limite.
A questo aggiungiamo anche il narcisismo di chi cucina...visibilissimo nel food-world, che piega all'estetica ed alla finta rivisitazione culturale tutto lo spessore di tradizioni gastronomiche che le nostre nonne hanno ancora chiare davanti agli occhi.
Insomma recuperare ciò che i tempi relegano a visibilità minori è ammirevole, purchè lo si faccia con l'accortenza di rispettare una cultura (familiare, locale o regionale che sia) e non per meri scopi economici o come tramite per 'apparire'.
Quante rivisitazioni di trippe radical-chic potete trovare a Roma nei ristoranti a prezzi di una aragosta ma che non "raccontano" veramente nulla, ne al palato ne al cuore??
Girando sul web quante preparazioni classiche contengono la 'convenzionale' variazione sul tema con la spezia o l'ingrediente che apparentemente nulla centra ma che è inserita, si badi bene, non per curiosità, non per goloso e premeditato 'calcolo' del palato ma solo per elevare il proprio ego culinario, il che di per se è già una sconfitta del piatto senza nemmeno che lo si assaggi.
Se leggete bene tra le righe di molti food-blogs ancora, ma anche di famosi o presunti chef, noterete che solo alcuni amano davvero la tavola, le tovaglie consumate, le discussioni che si protraggono davanti ad un buon bicchiere di vino, altri invece propendono per la sola immagine del banchetto, aspirano al perfetto e non mostrano il perfettibile altrimenti l'estetica posticcia cade come il trucco che hanno usato la mattina per uscire di casa (gli uomini sono stra-inclusi perchè oggi ricorrono al trucco più del gentil-sesso, non tutti...ovviamente).
Piatti con poca storia, senza alcuno spessore, di pseudo-tendenza ed artificioso anticonformismo. Mi ricordano i dolci di alcune pasticcerie...perfetti alla vista...dal nome complesso ed invitante...dal colore scintillante che buca il vetro del banco a vista...ma che quando hai tra le mani...non profumano, non hanno un gusto preciso...non hanno anima!
Questo non vuol dire che non esistano dei veri artisti di pentole&tegami o casalinghe/i che innovano i piatti della propria tradizione secondo le esigenze e l'estro del momento (manca un ingrediente...no problem compensano alla grande con altro...). Non luce artificiale ad illuminare qualcosa che si avvantaggia della sola tecnica ma creatività genuina di chi cucina ignorando nelle intenzioni un possibile pubblico mediatico o commerciale.
La Cucina è tale solo quando veicola sentimenti ed alchimie dell'anima e non come mezzo per maliziosi maquillage di chi si prende troppo sul serio :-P
Da qui ad una semplice e profumatissima cianfotta cucinata secondo la mia 'tradizione' familiare (mancano le cipolle fritte...ma non potevo in quell'occasione ;-P ) il passo è breve e soprattutto mi riequilibra dai posticci gastronomici pocanzi analizzati. Il profumo che lascia per casa e nel vicinato è di quelli inconfondibili!
Siamo fuori stagione...lo so...ma se avete la vostra cianfotta famigliare sarà un piacere ascoltare ed imparare altre modalità di preparazione ;-)


Ingredienti:
3 Peperoni medi (io ne ho usato 2 rossi ed uno giallo)e qualche friggitello;
3 Melenzane con pochi semi;
10 Zucchine romane non troppo grandi;
4 patate di misura media;
Olio extravergine di oliva;
Olio di semi di arachidi;
3 spicchi d'aglio in camicia;
Un pizzico di zucchero;
Sale q.b.;
Basilico fresco per decorare e servire;


In primis ho pulito e tagliato rispettivamente i peperoni a rombetti, le melenzane a cubetti medi, le zucchine a rondelle e le patate a dischetto ed i pochissimi friggitelli a listarelle. Le melenzane le ho anche lasciate per una buona oretta in un vassoio al sole, in modo da farle asciugare quanto basta. Poi ho proceduto come segue.
Ho fritto in abbondante olio EVO i peperoni ed i friggitelli insieme ai 3 spicchi d'aglio in camicia, a fiamma vivace, fino a che non hanno preso una bella colorazione. Al termine della cottura (senza mai usare il coperchio altrimenti si spelleranno con le immaginabili conseguenze...) ho eliminato l'aglio, ho salato, aggiunto un pizzico di zucchero, rigirato e poi scolato in una ciotola di vetro.
In una altra padella quindi con pochissimo olio EVO stavolta ho fritto leggermente e con fiamma bassa (qui i tempi si allungano un pò) prima le melenzane e poi le zucchine, salandole entrambe a fine cottura.
Nell'ennesima padella ho infine fritto in abbondante olio di semi di arachidi bollente le patate, scolandole poi su carta assorbente ed infine salandole.
Ho messo tutto in una pirofila, mescolando con delicatezza e lasciando assestare.
Il motivo del friggere con modalità differenti (più o meno olio) è dovuto al fatto che le melenzane ed anche le zucchine (molto dipende anche dalla qualità...) assorbono per natura più olio quindi in questo modo si tende a limitarne la presenza (è un minima contromossa rispetto all'apporto calorico della preparazione). Di fatto ecco perchè lascio il piatto assestare almeno per un paio d'ore prima di servirlo, in modo che rimestando delicatamente tutti gli ingredienti ci sia un uniforme distribuzione degli olii residui di cottura a garanzia soprattutto di quella mescolanza di sapori che è una combinazione unica al palato e tipica della preparazione.
Mi viene da sorridere al solo pensarci :-)

Nota
A me piace anche fredda ma servirla tiepida probabilmente è più soddisfacente.
Noi spesso la divoriam...ehm mangiamo accompagnata da una buona mozzarella di bufala, in modo da essere certi che l'apporto di grassi sia letale e con abbondante pane cafone a portata di mano. Difficilmente i piatti sono tornati indietro 'sporchi'...;-)
Una bottiglia di buon aglianico potrebbe rendervi vicino al paradiso...ma se c'è anche la mozzarella probabilmente opterei per un piedirosso dei campi flegrei o addirittura un asprino di Aversa...ma questi sono gusti personali :-P