lunedì 5 ottobre 2009
Cianfotta
Non amo assecondare le mode di alcun tipo, nell'alimentazione così come in altri campi. Siamo invasi dal radical-chic culinario a cui, va sì riconosciuto il merito di ri-spolverare piatti&ingredienti poveri&dimenticati, riportandoli all'attenzione pubblica (riviste, trasmissioni...), con un approccio tuttavia che non è mai rispettoso della cultura gastronomica di provenienza ma solo l'ennesimo e sterile strumento di elevazione intellettuale fine a se stesso...insomma qualora si intravedesse qualcosa di buono all'orizzonte ne si capisce fin dall'inizio l'evidente e deprecabile limite.
A questo aggiungiamo anche il narcisismo di chi cucina...visibilissimo nel food-world, che piega all'estetica ed alla finta rivisitazione culturale tutto lo spessore di tradizioni gastronomiche che le nostre nonne hanno ancora chiare davanti agli occhi.
Insomma recuperare ciò che i tempi relegano a visibilità minori è ammirevole, purchè lo si faccia con l'accortenza di rispettare una cultura (familiare, locale o regionale che sia) e non per meri scopi economici o come tramite per 'apparire'.
Quante rivisitazioni di trippe radical-chic potete trovare a Roma nei ristoranti a prezzi di una aragosta ma che non "raccontano" veramente nulla, ne al palato ne al cuore??
Girando sul web quante preparazioni classiche contengono la 'convenzionale' variazione sul tema con la spezia o l'ingrediente che apparentemente nulla centra ma che è inserita, si badi bene, non per curiosità, non per goloso e premeditato 'calcolo' del palato ma solo per elevare il proprio ego culinario, il che di per se è già una sconfitta del piatto senza nemmeno che lo si assaggi.
Se leggete bene tra le righe di molti food-blogs ancora, ma anche di famosi o presunti chef, noterete che solo alcuni amano davvero la tavola, le tovaglie consumate, le discussioni che si protraggono davanti ad un buon bicchiere di vino, altri invece propendono per la sola immagine del banchetto, aspirano al perfetto e non mostrano il perfettibile altrimenti l'estetica posticcia cade come il trucco che hanno usato la mattina per uscire di casa (gli uomini sono stra-inclusi perchè oggi ricorrono al trucco più del gentil-sesso, non tutti...ovviamente).
Piatti con poca storia, senza alcuno spessore, di pseudo-tendenza ed artificioso anticonformismo. Mi ricordano i dolci di alcune pasticcerie...perfetti alla vista...dal nome complesso ed invitante...dal colore scintillante che buca il vetro del banco a vista...ma che quando hai tra le mani...non profumano, non hanno un gusto preciso...non hanno anima!
Questo non vuol dire che non esistano dei veri artisti di pentole&tegami o casalinghe/i che innovano i piatti della propria tradizione secondo le esigenze e l'estro del momento (manca un ingrediente...no problem compensano alla grande con altro...). Non luce artificiale ad illuminare qualcosa che si avvantaggia della sola tecnica ma creatività genuina di chi cucina ignorando nelle intenzioni un possibile pubblico mediatico o commerciale.
La Cucina è tale solo quando veicola sentimenti ed alchimie dell'anima e non come mezzo per maliziosi maquillage di chi si prende troppo sul serio :-P
Da qui ad una semplice e profumatissima cianfotta cucinata secondo la mia 'tradizione' familiare (mancano le cipolle fritte...ma non potevo in quell'occasione ;-P ) il passo è breve e soprattutto mi riequilibra dai posticci gastronomici pocanzi analizzati. Il profumo che lascia per casa e nel vicinato è di quelli inconfondibili!
Siamo fuori stagione...lo so...ma se avete la vostra cianfotta famigliare sarà un piacere ascoltare ed imparare altre modalità di preparazione ;-)
Ingredienti:
3 Peperoni medi (io ne ho usato 2 rossi ed uno giallo)e qualche friggitello;
3 Melenzane con pochi semi;
10 Zucchine romane non troppo grandi;
4 patate di misura media;
Olio extravergine di oliva;
Olio di semi di arachidi;
3 spicchi d'aglio in camicia;
Un pizzico di zucchero;
Sale q.b.;
Basilico fresco per decorare e servire;
In primis ho pulito e tagliato rispettivamente i peperoni a rombetti, le melenzane a cubetti medi, le zucchine a rondelle e le patate a dischetto ed i pochissimi friggitelli a listarelle. Le melenzane le ho anche lasciate per una buona oretta in un vassoio al sole, in modo da farle asciugare quanto basta. Poi ho proceduto come segue.
Ho fritto in abbondante olio EVO i peperoni ed i friggitelli insieme ai 3 spicchi d'aglio in camicia, a fiamma vivace, fino a che non hanno preso una bella colorazione. Al termine della cottura (senza mai usare il coperchio altrimenti si spelleranno con le immaginabili conseguenze...) ho eliminato l'aglio, ho salato, aggiunto un pizzico di zucchero, rigirato e poi scolato in una ciotola di vetro.
In una altra padella quindi con pochissimo olio EVO stavolta ho fritto leggermente e con fiamma bassa (qui i tempi si allungano un pò) prima le melenzane e poi le zucchine, salandole entrambe a fine cottura.
Nell'ennesima padella ho infine fritto in abbondante olio di semi di arachidi bollente le patate, scolandole poi su carta assorbente ed infine salandole.
Ho messo tutto in una pirofila, mescolando con delicatezza e lasciando assestare.
Il motivo del friggere con modalità differenti (più o meno olio) è dovuto al fatto che le melenzane ed anche le zucchine (molto dipende anche dalla qualità...) assorbono per natura più olio quindi in questo modo si tende a limitarne la presenza (è un minima contromossa rispetto all'apporto calorico della preparazione). Di fatto ecco perchè lascio il piatto assestare almeno per un paio d'ore prima di servirlo, in modo che rimestando delicatamente tutti gli ingredienti ci sia un uniforme distribuzione degli olii residui di cottura a garanzia soprattutto di quella mescolanza di sapori che è una combinazione unica al palato e tipica della preparazione.
Mi viene da sorridere al solo pensarci :-)
Nota
A me piace anche fredda ma servirla tiepida probabilmente è più soddisfacente.
Noi spesso la divoriam...ehm mangiamo accompagnata da una buona mozzarella di bufala, in modo da essere certi che l'apporto di grassi sia letale e con abbondante pane cafone a portata di mano. Difficilmente i piatti sono tornati indietro 'sporchi'...;-)
Una bottiglia di buon aglianico potrebbe rendervi vicino al paradiso...ma se c'è anche la mozzarella probabilmente opterei per un piedirosso dei campi flegrei o addirittura un asprino di Aversa...ma questi sono gusti personali :-P
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Non posso che concordare in pieno con tutto quello che dici.
RispondiEliminaLo sai che invece a casa mia la cianfotta è una sorta di zuppa di verdure estiva? Un minestrone con peperoni, melanzane, zucchine, patate etc tagliate un pò grosse
Questo è un tipo di piatto che quando lo preparo ne faccio una quantità industriale...mi piace troppo!! è proprio vero..lascia un profumo inconfondibile! ciao e buona settimana!
RispondiEliminaAnimo! L'anima non è morta, solo parecchio confusa. Tanto più confusa che a molti non sono state tramandate le tradizioni famigliari. Così è stato per me e devo dire che ho vagabondato parecchio prima di "arrivare al sodo" ovvero alla semplicità.
RispondiEliminaLe strumentalizzazioni esistono, non c'è dubbio, ma finiranno, spero, per sgonfiarsi da sole così come le cose.
Quanto alla stagione, guarda che ci sei in pieno. Ieri la padrona di casa mi ha regalato peperoni e melanzane del suo orto. Forse gli ultimi ma proprio per questo perfetti per cianfottare.
Anche la cugina ratatouille vorrebbe si saltassero le verdure separatamente prima di riunirle - con l'aggiunta d pomodoro - per un abbraccio finale.
Buona settimana anche a te. Katy
@Lydia
RispondiEliminaQuesta mi mancava...e perchè non la fai e ce la posti appena puoi ovviamente visti gli intenti dietetici e la mancana di frittura che invece nella mia versione la rende una piccola bomba?! :-P
La cosa mi incurosisce parecchio...avrei a disposizione una versione partenopea ma fattibile con maggiore continuità rispetto alla mia che è a prova di fegato...nel senso che lo strema! :-)
@Federica
Un ottimo profumo ed un buon ricordo soprattutto!
Buona settimana a te :-)
@Scribacchini
Mi è piaciuto parecchio il tuo commento...sia per l'immagine dell'anima confusa sia per quella molto indovinata dell'abbraccio finale :-)
La semplicità è sempre una strada maestra che non andrebbe mai persa di vista in cucina ed a maggior ragione nella vita. Non penso sia sempre facilissimo essere coerenti con questo tipo di approcciio...ma almeno ci proviamo ;-P
è saporitissimaaaa
RispondiEliminaSono di parte ma effettivamente è così, muy muy saporita! :-PP
RispondiEliminaLa semplicità è la strada più difficile da raggiungere perché è un equilibrio di varie virtù, dosate con rara sapienza. La cucina semplice,analogamente, è la più difficile di tutte, perché non ci sono trucchi per coprire ciò che manca o ciò che non si ha.
RispondiEliminaTutto ciò premesso, ivi compresa la ormai trita professione di accordo totale con tutto ciò che scrivi, la domanda che sorge spontanea è: ma il pubblico pagante e/o plaudente è in grado di recepirla, questa tanto agognata semplicità? E se magari è facile trovare consensi sul cibo mangiato, oggi che si sta finalmente assistendo al tramonto del famolo strano, per lasciar spazio al più onesto " famolo normale", lo è meno nel mondo del virtuale e dei blog. Può una bella foto e un lungo discettare di aria fritta muovere consensi planetari???? yes, it can, unfortunatly. Per cui, viva le nicchie- e tirèm inanz
buon pomeriggio
ale
Amo separatamente tutti gli ingredienti di questo piatto ma non il cianfottamento e il ratatouillamento ma credo che ciò che vale realmente per ognuno, in cucina, nell'arte, nella letteratura, sia quello che riesca a creare piacere indipendentemente dalle mode...
RispondiEliminaDetesto Manzoni e amo Niffoi, non apprezzo il genio di Picasso ma adoro Mirò, niente soufflè ma linguine a gogò...
Il segreto forse sta nel coraggio di ignorare le mode, di volare fuori dallo stormo, di non dare attenzione ed importanza a chi vende fumo...
Mi piace l'introduzione al tuo post, sono commossa! ormai anche in trattoria è difficile trovare i piatti della tradizione.
RispondiEliminaio personalmente alla cianfotta aggiungo anche delle olive nere!
ciao
Penso che lo stesso piatto possa essere fatto bene o male e a nulla vale il mascheramento con ingredienti pseudo chic. Personalmente mi piace provare gusti nuovi e i piatti di tradizione lasciarli integri tali e quali, anche se la tradizione è di solito familiare perché ognuno ha la sua personale versione!
RispondiElimina@alessandra
RispondiElimina"Può una bella foto e un lungo discettare di aria fritta muovere consensi planetari???? "
Prendo a prestito una frase scritta da uno scrittore che ultimamente ho saccheggiato parecchio, Erri De Luca, aggiungendo che il plauso ed il battimano a margine di questi 'casi' suona tuttavia come i barattoli vuoti.
Non occorre aggiugere altro per concordare sul...'menomale che ci sono delle nicchie iperbariche' in giro per ossigenarsi di tanto in tanto ;-P
@Virò
Non conosco Niffoi (ma grazie per l'indicazione, approfondirò...) tuttavia concordo pienamente per Manzoni...forse un pò meno su Picasso. Quando ho visto "Guernica", per quanto mi fossi preparato sono rimasto realmente basito...la portata dell'opera mi lasciò senza fiato nella fattispecie. Ovviamente è la mia visione personale. Vada assolutamente per le linguine ma prima o poi mi cimento in qualche soufflè per la pura curiosità di prendere confidenza con questo tipo di preparazioni...detto tra noi, fosse per me, vivrei di soli dolci! ;-P
Per le mode condivido senza ombra di dubbio la considerazione che ci vuole coraggio ad esserne fuori ma non sempre è una strada facile da percorrere. Come in ogni cosa un pò di buon senso e si riesce ad essere personali sempre :-)
@pinar
Questa delle ulive nere è una variante che prendo subito al volo. Mi piace.
Grazie del contributo ;-)
@fantasie
Mi trovi d'accordo. Sono le forzature che non mi sono mai piaciute o la ricerca del nuovo ma solo fine a se stesso. Le tradizioni famigliari ovviamente si inseriscono anche nel contesto regionale laddove per esempio lo stesso piatto ha versioni differenti pur con la stessa base di ingredienti (come la trippa alla romana, la parmigiana di melenzane...).
PS
I "Peperoni della suocera ... non sono indigesti" sono uguali uguali a come li fanno dalle mie parti(in famiglia intendo)...ahahah...per la serie "peperoni senza frontiere"
Anche le feste di piazza sono diventate radical-chic: la festa dell'Unità ora si chiama Democratic Party, non ci sono più ruspanti grigliate e la trippa è stata sostituita dallo stand Ostricheria. Sarà il segno dei tempi che cambiano, e velocemente corrono per non finire poi da nessuna parte...
RispondiEliminaA proposito della ricetta: mia nonna invece faceva la "cianbotta", con gli stessi ingredienti ma invece di friggere riuniva il tutto in un grande calderone e ne veniva fuori una buonisisma zuppa.
I piatti della tradizione dovrebbero essere esentati dai virtuosismi che li snaturano, anche se devo ammettere che mi è capitato di rivisitarli, operando sul restyling, fermo restando i sapori originali.
RispondiEliminaSono incantata dalla crostata del penultimo post :))
La caponata è sempre una di quelle gioie per il cuore!
RispondiEliminaMi hai fatto ripensare ai piatti semplicissimi ma meravigliosi preparati dalla mia nonna, che utilizzava materie prime poverissime, ma quei sapori chi se li scorda!
RispondiEliminaA casa nostra non la chiamiamo cianfotta, ma la preparazione è praticamente uguale. A volte mia mamma unisce un trito di erbe aromatiche e delle briciole di pane, fritte pure loro.
Buona serata
Clap clap clap!
RispondiEliminaBravissimo, viva la tua cianfotta, invitante e appetibile oltre ogni dire. Non potrei mai prepararla perché mi atterrisce la quantità di padelle,vassoi, pirofile ecc. da disseminare nella mia minicucina.
Invece non posso fare a meno di dirti che quanto hai scritto mi ha riportato indietro nel tempo, a una bella chiacchierata con un grande Cuoco di Firenze, che mi dette le stesse emozioni delle tue riflessioni. ( E inoltre per la sua specialissima frittura i clienti erano avvisati dei tempi lunghi, chè cambiavano i tempi e tipo d’olio e le pastelle per i vari ingredienti!)
Sempre più belle le foto, poi dice che una si prenota! ;-DD
@Antonella
RispondiEliminaCome hai ragione...anni fa c'erano i panini con la finocchiona...adesso invece sembra una festa 'in' dove invece della cordialità schietta si respira un posticcio intelletualismo...
Deve essere ottima la "Ciambotta" di tua nonna. Una proposta finchè siamo in tempo con le verdure...perchè non la prepari e la posti per la felicità gastronomica di chi segue il blog ;-P Sarebbe uno spettacolo, lo so!
@lenny
Ciao Lenny, conosco molto bene le tue preparazioni e magari avessero tutti la tua personalità in cucina. Non lo dico per fare complimenti leggeri ma quando dietro le preparazioni c'è competenza, gusto, voglia di nuovo per la propria famiglia allora questo esce fuori senza remore e da un quid in più che non tutti hanno ;-)
Grazie mille per la crostata, semplice-semplice ma meritava credimi....
@iana
La caponata è un sorriso a tavola.
PS
Complimenti per il post sul marito pugile...l'ho letto tutto d'un fiato e non posso che farti i complimenti.
Verrò a trovarti presto sul blog ;-)
@Bianca ha detto...
RispondiEliminaMi piace l'idea delle erbe aromatiche. Questa aggiunta mi sa che la faccio mia.
Bianca come dicevo anche su, ma perchè non la prepari e la posti così almeno ci prolunghi il sorriso che viene spontaneo quando si preparano piatti della propria tradizione famigliare.
Fammi sapere che con le briciole di pane fritte mi sa che sarebbe irresistibile! :-)
@Petronilla
Si effettivamente la preparazione non è complessa ma alquanto lunga e con un quantitativo immane di cose da lavare dopo...fornello ed affini compresi...tutto macchiato a dovere dall'olio bollente che schizza inevitabilmente ovunque...ma vuoi mettere la soddisfazione del dopo a tavola!! :-PPP
Mi sa che dobbiamo dare un senso a queste prenotazioni quanto prima...vediamo di organizzarci ;-) così del cuoco di Firenze ne parliamo a 4occhi :-P
Ciao Mario, non è assolutamente fuori tempo, certo le verdure non saranno al top di un mese fa,ma ancora sono gustosissime! Mai sentito il nome " Cianfotta" io erroneamente ogni volta che faccio una spadellata di verdure la chiamo " caponata" , anche se io le faccio senza friggere, quindi cmq un'altra ricetta. Questa ha veramente un bell'aspetto e poi ci sono i friggitelli che ultimamente ho visto, ma che non sapevo come impiegare, quindi grazie per questa ennesima buona e genuina ricetta!
RispondiEliminaConcordo con quello che hai scritto, anche io a volte mi perdo in blog fin troppo patinati dove però la ricetta quando la guardi non è niente di particolare oppure è una normalissima ricetta dove per forza gli si vuole trovare qualche modo particolare per farla, quando magari noi tutti la facciamo tutti i giorni e viene benissimo senza quel metodo super articolato!!
Altra cosa che mi dà un pò fastidio e che ogni tanto succede è che alcuni soggetti dall'alto del loro blog si scomodano a venire a trovarti solo quando hanno da bacchettare sulla ricetta, e da prodigare consigli del come e perchè si faccia. Sono aperta a consigli e ovviamente a critiche, però costruttive non a quelle che servono solo a screditare il lavoro fatto, magari io potrei esserne ugualmnete soddisfatta, del resto non sono uno chef!
A presto, e scusami se mi sono dilungata!
Caponata, Cianfotta, Cianbotta...questa era una altra delle mie curiosità per capire ognuno come prepara questo misto di verdure e come poterlo poi io variare secondo i vostri spunti ed il mio gusto. Così imparo a diversificare con gli stessi ingredienti.
RispondiEliminaConcordo con quanto hai detto ed a volte anche io incappo in modi di fare supponenti e spocchiosi...confesso che sono spesso tentato di usare la parola per sconfessare tanta vanità ingiustificata...ma poi fortunatamente con un click salto nei blog affini che condividono il mio approccio semplice alla cucina...e desisto.
Casomai dovessi intingere la penna in un calamaio 'avvelenato' ti avviso in tempo e ci facciamo quattro risate....che ne pensi!? :-P
Penso che sia un'ottima idea, anche io lascio sempre perdere e diciamo che faccio " finta di non aver capito", ma forse prima o poi un calamaio " avvelenato" potrebbe saltar fuori!!
RispondiEliminaOk, tocca solo mettersi d'accordo sul come e con chi...:-P
RispondiEliminaNe approfitto per dirti qui (quindi fuori da ogni logica di complimenti facili) che la foto della tua schiacciata con uva fragola e noci di primo mattino...è un vero attentato alle mia colazioni light infra-settimanale ;-)
bravo per il coraggio che hai avuto di dire quello che pensi, la tua cianfotta mi piace
RispondiEliminaNon aggiungo nulla.... hai detto tutto tu e mi trovo d'accordo con te su ogni virgola. Adoro la cucina di una volta, le tradizioni delle nostre nonne e bisnonne e faccio fatica a capire quei piatti arzigogolati, dai nomi lunghi e pomposi, stranamente speziati e pittorescamente destrutturati.... no! quella non è certo la mia cucina...
RispondiEliminaOra mi segno questa tua ricetta che mi garba assai! Buona serata Laura
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaDa me si chiama "ciambotta", familiarmente detta "pastrocchietto". Niente friggitelli, ma tutto il resto alla stessa maniera in cui l'hai fatto tu. E ti dirò che anche freddo è buonissimo... Questo quanto alla ricetta, con i complimenti per avere avuto "il coraggio della tradizione".
RispondiEliminaPer il resto.... beh, un assaggio di scambio di opinioni ce lo eravamo già concesso. Concordo pienamente. Divismo e manierismo sono passati da giornali e tv direttamente nelle cucine di casa e oggi, con i blog a disposizione, chi ha velleità di protagonismo scimmiotta gli chef alla moda davanti ai fornelli domestici, con risultati di grande povertà culinaria e di generale appiattimento su modelli che sono sempre gli stessi... La cosa divertente è che si prendono tutti sul serio!
Ora io dico: possiamo anche decidere di fare gli spiritosi e mettere nella mousse di cioccolato i marshmallows al posto delle uova: i marshmallows sono quelle caramelle che sembrano ovatta gommosa, diciamo che lo facciamo per la curiosità di vedere se Nigella Lawson ha ragione. Ma da qui a decantare il metodo NL per la mousse... A me, per esempio, pare una roba da sciamannati! (in termini concettuali, eh, perché magari è pure buona...)
Con questo voglio dire che se uno è Escoffier e s'inventa la crepe Suzette: chapeau! è effettivamente una nuova ricetta, un'innovazione. Ma se si tratta di mettere il lime nella trippa o il cardamomo nel caffelatte del nonno, beh abbiamo almeno il coraggio dell'autoironia!
Mi scuso per l'invasione in questo tuo spazio: spero non me ne vorrai. A presto
Sabrine
P.S.: ti suggerisco di colmare al più presto la lacuna Niffoi: una scrittura che sembra pittura.
@Gunther
RispondiEliminaGrazie Gunther, detto da te poi ha un certo valore ;-)
@L'Antro dell'Alchimista
Grazie Laura, mi 'garbano' i tuoi commenti schietti!
Sono contento di non essere l'unico ad avere una certa visione della cucina...la cosa conforta...e non poco :-)
@sabrine d'aubergine
Ma che invasione&invasione è un piacere leggerti, che sia nel tuo blog o altrove...
Mi ha fatto sorridere di gusto la storia della mousse di cioccolato con i marshmallows per non parlare dell'appunto su trippa e caffelatte del nonno! ahahaha
E'inutile aggiungere che abbiamo sull'argomento approcci affini, quindi...posso solo ringraziarti di aver contribuito a questo post, che al di là di una ricetta 'proponeva' una serie di considerazioni collezionate e raccattate a 'pelle' durante le mie esplorazioni del food-world tra web, tv e manifestazioni di ogni genere.
PS
Per Niffoi, ho in programma di provvedere quanto prima ;-)
Per merito tuo ho conosciuto il blog "Fragole a merenda", ricco, delicato, intelligente e adesso il suo bellissimo commento su Niffoi mi spinge ad un off topic che, spero, mi perdonerai.
RispondiEliminaNiffoi sta alla Sardegna come Camilleri sta alla Sicilia: è un insegnante di italiano delle medie che ha deciso che oltre alla scuola fosse giusto finalmente coltivare la sua passione per le parole.
I suoi romanzi, a volte un po' surreali, dipingono affreschi della Sardegna rurale e magica, lontana anni luci dagli sfarzi di Porto Rotondo...
Cominci e non riesci a smettere, attento: dà assuefazione!
P.s. in fondo sia letteratura che cucina sono arte, no?
@Virò
RispondiEliminaNon solo è apprezzatissimo ma è una vera ciliegina sulla torta di questo post. Adoro leggere e seleziono con molta attenzione gli autori, anche se non è facile ritagliarsi spazi per farlo con la continuità desiderata.
Mi è sempre piaciuto molto Saramago (ho letto quasi tutto), ultimamente sto leggendo Erri De Luca, ma ne ho diversi alle spalle(classici e moderni...).
Niffoi, mi è tutt'ora sconosciuto, ma il tuo commento in primis mi aveva già fatto annotare la cosa.
Non appena posso acquisterò qualcosa. Anzi se hai da consigliare mi potrebbe solo far piacere.
Se posso permettermi, ti indico il blog di Alessandra&Daniela (http://menuturistico.blogspot.com/) che probabilmente già conosci, perchè oltre alla cucina ci sono anche recensioni di libri fatte in modo intelligente ed ironico.
In ultimo, ma solo per qualche similitudine di vita, potresti dare una occhiata (se ti va) ad "Il resto di niente" di Enzo Striano.
Considera che non è il mio genere ma raramente gli uomini riescono a rendere l'universo femminile (di una sola donna nella fattispecie) senza lenti 'maschili' deformanti, mettendo in luce un'animo 'femminile&coraggioso' senza sbavature. Per me un piccolo capolavoro ma, ripeto solo come giudizio personale ;-)
Grazie!!! a te per avermi dato lo spunto di parlare di una altra mia piccolissima passione anche se non coltivata come vorrei :-)
La mia passione per la lettura mi fa compiere scelte "a pelle" quindi:
RispondiElimina1) Visto che ami Saramago tutti i tuoi consigli divengono ancora più preziosi
2) Corro a vedere il blog che mi segnali e poi ti faccio sapere
3) Mi segno sia Striano che De Luca perchè non ho ancora nulla di entrambi
4) I due romanzi che mi hanno maggiormente emozionato di Niffoi sono Il pane di Abele ed Il viaggio degli inganni
5) Il maestro dei maestri dei maestri dei maestri resta per me sempre Jorge Amado che riesce a rendere l'universo delle emozioni sia maschili che femminili con il calore ed i colori di un Brasile decisamente magico
@Virò
RispondiEliminaPer Niffoi ho appuntato tutto. Ti faccio sapere prima, sia all'acquisto e poi alla lettura :-)
Per Amado penso che hai detto tutto tu, condivido in pieno...ma ho sempre avuto il devole per Saramgo quindi...:-P
Grazie per la fiducia riposta...speriamo bene hihihih
@Virò
RispondiElimina"Il pane di Abele" di Niffoi me lo ha fatto trovare ieri sera la mia ragazza sul comodino...:-P
Finisco quello che sto leggendo e poi mi ci dedico. Ti faccio sapere :-)
Eccomi arrivare buona ultima, perché questo tuo sacrosanto sfogo mi era sfuggito.
RispondiEliminaConfesso che amo molto la pasticceria moderna e da questo punto di vista mi dichiaro colpevole. Ma non disdegno dolci più semplici (ho pubblicato pure una torta paradiso e una al limoncello). Ma non ne posso davvero più di frutti esotici ficcati negli spaghetti con le cozze (mignon) e di galanga aggiunta alle polpettINE. Peraltro, se si vogliono delle polpette speziate, ci sono ad esempio le keftedes greche, da sempre (anzi, mi è venuta voglia di rifarle).
E hai ragione da vendere sulla trippa a prezzi da aragosta...
Ciao Giovanna, grazie a te per esserci invece ;-)
RispondiEliminaNulla da aggiungere alle considerazioni fatte...se non..."adoro le keftedes greche"!!
Aspetto il tuo post a questo punto :-DDD
Se riesco a fotografarle senza farle sembrare caccole, senz'altro. :-)))
RispondiElimina:-DDD
RispondiEliminaprofonda e condivisibile analisi la tua, applicabile alla cucina domestica, a quella professionale ma anche, per analogia, a molteplici altri contesti. scoprire sapori nuovi per amor di conoscenza e arricchimento sensorial-culturale è uno dei miei più grandi divertimenti, ma ho avuto la fortuna di partire da solide basi. quelle delle mie nonne e dei loro 80anni di esperienza ai polsi per la sfoglia, al naso per i brodi, ai gomiti per le torte di pasqua impastate alle quattro di mattina :) la considero una grande fortuna, e mi spiace per chi non l'ha avuta. qualche sera fa ho assaggiato una sorta di reinterpretazione metafisica della ribollita toscana: l'ho odiata, ed ho rimpianto quella di casa. rielaborare la forma va bene, la sostanza anche, ma l'anima... quella no. ciao :)
RispondiEliminaLe nostre passioni di solito hanno lo spessore del valore che vi infondiamo e se questo sulla breve distanza non sempre è visibile...alla lunga invece emerge chiaro facendo la differenza tra chi appare solamente e chi invece veicola contenuti.
RispondiEliminaCondivido pienamente il tuo punto di vista. Se avessi 5 minuti di tempo (scusa se mi permetto) e ti va di leggere il mio post "Crostata Mediterranea (Crostata di zia Anna)" o anche "Cake mandorle e limoncello" troveresti li, anche se con modalità differenti, la mia esperienza 'indiretta' similare.
Sono d'accordo sul sentirsi fortunati, ho tanti miei coetanei che pur sapendo cucinare non portano 'dentro' una scuola importante quale quella della famiglia e questo più che vedersi si sente ;-)
Non posso infine che ringraziarti bel il tuo bel commento. Confesso che mi hai incuristo parecchio ed anche se per pochissimo tempo ho fatto un salto nel tuo (tuoi) blog...trovandoli più che interessanti. Vi tornerò sicuramente e non è detto per piaggeria da bloggers ;-P
Se mi trovassi tra i lettori fissi non meravigliarti a questo punto.
A presto e grazie
vado subito (e con piacere) a leggermi i post da te segnalati! ti ho appena messo nella mia blogroll, così ogni tanto faccio un salto a vedere se quel gambetto di sedano bolle ancora vivacemente nella zuppa :-)
RispondiEliminaGrazie a te invece per l'attenzione posta.
RispondiEliminaPS
Sei trai preferiti ;-)
Bentrovata
La devo fare stasera... e la faccio proprio come la tua. :)
RispondiElimina