martedì 25 gennaio 2011

Tortine nocciola e fondente (gluten free)














Le vacanze fatte partendo con l'aereo hanno sempre avuto un sapore particolare negli ultimi anni.
Un pò perchè lo reggo sempre meno (l'aereo) un pò perchè le mete prescelte hanno fatto si che la partenza fosse marchiata a fuoco già dal suo incipit. Senza andare troppo nel dettaglio la scena nella quale con la mia ragazza abbiamo spesso fatto da protagonisti è questa.
Gate dell'imbarco prima della salita a bordo. Io in assetto di guerra in pole position davanti al pc della hostess stizzita che ha appena aperto la postazione e mi guarda per dire..."prima delle accettazioni hai voglia ad ammuffire lì in piedi!".
Io invece, impettito, trolley sotto la mano destra, borsa a tracolla con il necessaire di sopravvivenza per un CamelTropy (e non scherzo...altro che Parigi-Dakar!), biglietti nella tasca della giacca a vista, documenti nella zip del giubbino (indossato per esigenza in quanto non centra nella valigia ma anche per evitare l'ariacondizionata tarata nella bella stagione sulla funzione "freddo da sterminio") pronti per essere visionati, sguardo allucinato e supplichevole di supporto/complicità verso la mia lei che sosta placidamente seduta con un giornale in mano poco lontano e mi guarda invece saltuariamente e con rassegnazione nemmeno fossi un alieno.
A lei imbarcare per prima non importa nulla a me probabilmente sembra che cambi addirittura la giornata. Odio aspettare il classico rinco... di turno che non sa leggere il proprio posto, che puntualmente fa il cretino con la hostess bloccando la fila di chi ancora deve accomodarsi, di chi chiede il cuscino già sulle scalette pur dovendo fare un volo di sole due ore, di chi ha un trolley grande quanto una casa ed è riuscito ad imbarcarlo ma adesso non passa per il corridoio nemmeno a tirare giù i sedili centrali e lo steward a quel punto vorrebbe solo scendere a ringraziare per la grana il personale di terra con un fucile a cannemozze, di chi chiede non uno ma tre giornali ed arresta il normale flusso di accesso ai posti solo perchè l'hostess correttamente non cede e quindi danno vita ad un 'litigio camuffato' fatto di capate&ginocchiate senza ritegno ma pur sempre veicolate con signorilità eh, con toni eleganti e voci morbide che sottointendono però sempre la medesima affermazione "hai capito con chi stai parlando, cretina/brutto deficiente?".
Onde evitare tutto ciò invece io entro sempre per primo, sistemo in scioltezza il bagaglio con cura e soprattutto velocemente negli sportelli superiori vuoti e mi accomodo leggendo il giornale evitando quindi teatrini similari ai quali si assiste non senza difficoltà.
Poi c'è anche quello invece che mi soffia puntualmente il podio di ingresso all'aeromobile e non perchè abbia qualche impedimento fisico che gli da priorità con accompagnamento ma solo perchè dotato di carta-platino-dorata-argentata-con gli-strass che che oltre a rivestirlo di una aura mistica gli permette anche di imbarcare prima.
Solitamente il tipo è omologato nel suo essere vestito alla perfezione, dotato di foulard di cachemire o pura seta avvolto al collo con nodo aviatore, piccola valigetta di pelle griffata, smartphone sempre accesso in mano, aria perfettina e sguardo simil-altezzoso di chi non si mischia al volgo.
Avendo viaggiato davvero tanto per un periodo ho avuto la fortuna di vedere questi tizi in azione anche nelle cosiddette vip-lounge, quelle con free-"analcolic"-bar (si dice non-alcoholic...ma mi concedete una eccezione molto "italiota"?! :P) e free-snack per intenderci. E' li che si sono palesati in tutta la loro umanità, accasciandosi disfatti sui divanetti a fine giornata, mangiando tramezzini fino a scoppiare, aprendo bottigliette di succhi di frutta in quantità oppure ordinando alla sezione presidiata da personale addetto, aperitivi di vario genere. Vederli degustare vino lasciandolo roteare nel calice, lo stesso che al primo super la bottiglia da 750ml (senza offerta) si acquista per meno di due euro, è davvero una esperienza unica e non scherzo.
Anche io in verità la prima volta che ci sono stato ho provato qualche snack in più rispetto a quello che avrei fatto a pagamento ma visto comunque lo standard medio delle proposte ho sempre preferito nelle volte a seguire non cedere all'offerta sviando la tentazione organizzandomi in modo adeguato per la sera, tipo prenotando nella pizzeria preferita :P
Tornando comunque a quel gate di imbarco nel pieno andi-rivieni di Agosto la nostra fila quindi si è sempre distinta da quella che avevamo accanto e non certo per la legge di Murphy ma per vera e propria volontà decisionale imputabile solo a noi. Di fatto nel concreto ci piacciono maggiormente luoghi di mare meno-richiesti, non quelli di nicchia per ricconi eh, ma solo lidi leggermente al di fuori dei soliti nomi che ricorrono più o meno periodicamente. Questo non è un male in se ma altrettanto puntualmente genera perplessità sul luogo di arrivo una volta che ci presentiamo in aeroporto pronti per la partenza. Eh si perchè accanto ci capita sempre il gate che imbarca per Ibiza, Santorini, Malaga...con frotte di ragazzi che chiudono una forbice d'età che va dal fresco maggiorenne sino al/alla quarantenne single tutti con l'aria di chi va a divertirsi, di chi va incontro all'estate con le migliori speranze, con sorrisi allegri e spensierati e già inclini al lasciarsi andare ai ritmi più lenti (o sfrenati) della vacanza.
Di contro la nostra fila è sempre l'antitesi di tutto ciò. Età media 50-60 anni quasi nessuno italiano. Poca gioventù solitamente emaciata e pallida. Tornano tutti a casa dopo un anno passato a lavorare o studiare nel nostro paese, raramente si intravede qualche coppia coetanea, meno che mai appunto ragazzi. Insomma le premesse non sono mai ottimali.
Puntualmente la mia ragazza dice:"...certo che le scegliamo tutte noi eh!", "ma a noi il dottore ha vietato di divertirci per caso?", "ti dispiace se imbarco con quelli dalla fila accanto?" oppure "non è che abbiamo dimenticato il cilicio a casa?".
Mestamente etichettato come schizofrenico dalla hostess, guardato con sospetto e stanchezza dalla mia ragazza faccio da crocevia in un continuo rimando di pensieri muti che si incrociano sulla mia testa da entrambe le parti. Rispettivamente "ecco! il passeggero psicopatico per oggi lo abbiamo anche trovato...", "la prossima estate con il cacchio che mi imbarco per un lido abbandonato della Macedonia piuttosto fuggo con il primo coattone che si imbarca per Mykonos!".
Poi finalmente arriva lo squillo che conferma al personale di terra che ci si può imbarcare.
Si parte mah...in men che non si dica la vacanza finisce...e siamo anche già rientrati. Nel lasciare il terminal al ritorno guardo sempre le file di quelli che partono ed a bassa voce senza che la mia ragazza se ne possa accorgere mormoro 'impenitente e sfrontato':
"...speriamo che l'anno prossimo sia come quest'anno!" :P


Passiamo ora alla ricetta.
Come ben sapete ci sono dei siti ai quali puntualmente faccio riferimento per pescare spunti diversi e sempre interessanti.
Ecco il blog di Lydia è uno di quelli. Non c'è una, e dico una ricetta delle sue con la quale non abbia fatto una bella figura. Puntualmente le sue preparazioni sono riuscite tutte al primo tentativo.
Questa è una di quelle. Presa integralmente l'ho solo modificata nella formatura aggiungendo un 'quid' di fondente che per quanto mi riguarda con le nocciole ha il suo banale ma notevolissimo perchè.
Le tortine da sole hanno un gusto molto delicato e quindi nella loro versione 'nuda' sono ideali per il pomeriggio o per la colazione infatti se pensate come un dessert di fine pasto, come avevo avuto modo di constatare anche con il Nanni, rendono meno rispetto alle aspettative riposte (aspettandomi io un gusto forse più incisivo).
Ecco perchè ho proceduto al 'rinforzino' di fondente che di certo dona maggior maggior carattere alla tortina e parimenti con le sue note amare nel gioco della complementarità mette in luce più chiaramente la rotondità della nocciola stessa al palato.
Insomma un esperimento riuscito, direi, soprattutto per l'equilibrio trovato, un abbinamento stra-abusato in ogni dove ma che qui ha trovato una piacevole e non pretenziosa conferma :P
Ovviamente il grazie va a Lydia :)
A seguire vi riporto la ricetta presa integralmente dal suo blog modificata all'occorrenza per formatura, abbinamento e cottura;


Tortine nocciola e fondente (gluten free)

Ingredienti:
200 gr. di nocciole tostate di ottima qualità (vi assicuro fanno la differenza soprattutto in un dolce lineare come questo);
180 gr. di zucchero a velo;
7 albumi di uova di grandezza media (codice 0);
un pizzico di sale;

Procedimento:
Tritate finemente le nocciole tostate, montare i bianchi a neve con lo zucchero a velo e un pizzico di sale; unirvi il trito di nocciole molto delicatamente, amalgamando bene.
A questo punto ho usato degli stampi in silicone e per prova anche qualcuno di alluminio rigido da muffin precedentemente imburrato (risultati identici) versando il composto sempre per i due terzi in altezza e non oltre.
Ho cotto a 150° per 40 minuti scarsi ma considerate che il mio forno è un pò più lento quindi per voi anche qualche minuto in meno.

Glassa di cioccolato di Santin
Ingredienti:
300 gr. di cioccolato fondente (sotto il 60%);
20 gr. di cacao in polvere;
300 gr. di panna fresca;

Per la glassa invece, far bollire la panna, stemperare il cacao e versare il tutto sul cioccolato precedentemente fuso e con un mixer ad immersione lavorare l’impasto, facendo attenzione a non incorporare aria, fino ad averlo liscio e lucido.
Usare subito o riporlo in frigo.

Comporre
Usare la glassa quando è ancora tiepida ma con la tortina completamente fredda usando per il topping una siringa per creme con terminale piccolo. Ovviamente si può procedere a decorare maggiormente ma la mia mano poco ferma non lo permetteva.