martedì 27 settembre 2011

Melanzane al cioccolato














Nota
Stamane era previsto altro su questi lidi, c'era di certo una argomento esente da tedio come quello che invece troverete.
In modo non retorico, passate direttamente alla ricetta se cercate qualcosa che piuttosto vi faccia solo distrarre :)

"No alarms and no surprises"...cantavano i Radiohead qualche tempo fa...
Quanto possiamo tirare ancora avanti così?
E'una domanda che mi pongo ultimamente all'ennesimo notiziario da panico, non quello surreale legato alla cronaca quanto quello estrapolato dalle dichiarazioni della nostra classe dirigente.
Che l'era dell'imperatore nano sia giunta al suo declino è chiaro, quanto rischiamo invece noi questo lo è meno. L'unica certezza che abbiamo è che nessuno vuole iniziare a cantare il requiem.
Tutti lo invocano, tutti lo sperano, c'è anche chi scalda la voce eppure i cosiddetti attributi 'mancano' sempre nel momento decisivo.
La Lega, se un tempo aveva il mio rispetto perchè comunque era nella sua ottusa cultura 'locale' sinonimo appunto di una voce che merita rispetto in quanto eco di esigenze pur sempre 'italiane' oggi invece perde quella trasparenza morale in favore della 'ragion di stato'. A ben vedere quest'ultima è solo la bandiera sventolata per coprire un vile imborghesimento di chi oramai la canottiera la mette per ragioni 'folcloristiche' e non per convinzione, di chi non lo ha più duro da tempo e regge la spalla ai favoritismi di basso livello di uomini che rincorrono invece il paradiso della durezza artificiale. Le camicie verdi che urlano alla folla slogan affascinanti rischiano di divenire solo un costume sociale più che una alternativa politica. Quanto i ministeri a Monza ripaghino questa resa morale non so, di certo quel pò di considerazione di forma che avevo si perde inevitabilmente nella commiserazione che si riserva ai 'venduti'.
Poi c'è la Chiesa, quella con la C maiuscola, quella che parla di aborto come un omicidio, quella che chiede scusa non aver approfondito da subito il problema pedofilia (altro modo di dire che l'insabbiamento non è riuscito), la stessa che non paga l'Ici per la proprietà immobiliare e che non da il consenso per essere testimone ad un battesimo o matrimonio se non si è fatta almeno la cresima o se si è divorziati. Quella stessa Chiesa oggi a stento 'accenna', 'bisbiglia' solamente i propri malumori. Sembra quasi una operazione per salvare la faccia ma dove è la morale cattolica, non quella per influenzare fattivamente il voto (come se non l'avessero mai fatto tra l'altro in passato) ma almeno a dire la propria su questa indecenza in modo categorico. La storia non insegna nulla, mi chiedevo,...muti durante il nazismo, poco più che borbottanti adesso. Non che ci avessi sperato eh ma se ci incameriamo in quel circolo vizioso che si chiama "riflettere" finalmente accetto come una vittoria la considerazione che la ragione di stato (e cioè i soldi) vale più dello stato morale quasi sempre e questo anche per gli stati religiosi. Non è pensiero profondo il mio sia ben chiaro è pura e semplice constatazione, magari a noi resta il prete di quartiere o di periferia che ci crede davvero e quello se vi capita tenetevelo stretto e proteggetelo, potrebbe essere una luce indipendentemente da chi gerarchicamente (e non spiritualmente) rappresenta. Oggi riabilitano Martin Lutero perchè tanto le conseguenze economiche di quello 'scisma' sono estinte...fra quanti anni prenderanno invece le distanze dall'impero?
In campo laico poi c'è lo stuolo di cortigiani mediatici comprati con normale contratto così come si fa nel mondo dello spettacolo. La lista è lunga si va da chi veste i ruoli reali di parlamentare a garanzia del solo voto di maggioranza, che poi quella maggioranza faccia passare la riforma Gelmini poco importa, l'importante è creare il piedistallo all'imperatore perchè non caschi, c'è chi invece lavora anche in TV magari come giornalista e si presta a raccontare un paese che non c'è per non allarmare troppo, c'è chi invece fa il talk-show svilito alla sola cronaca o alle sole imprese eroiche dell'imperatore.
Non ultima compare l'intellighenzia o quella che si definisce o propone come tale. Giuliano Ferrara pochi giorni fa parlava di Berlusconi come di un eroe moderno, attaccato solo per piccole sciatterie, perdonabili tuttavia con qualche scusa da parte sua (i reati caduti in prescrizione ma pur sempre reati di fatto soggetti a condanna penale cosa sono quelli...solo mancanza di educazione??), Feltri invece che fustigava qualsiasi avversario politico di Berlusconi per dover poi essere sospeso dall'ordine dei Giornalisti per acclarata invenzione di episodi diffamativi publicati in prima pagina (caso Boffo). Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, mente fine anche lui, sospeso dall'ordine dei Giornalisti per due mesi per aver dato voce attraverso il suo giornale ad un ex giornalista (eletto nel PdL) condannato per aver creato falsi rapporti diffamanti su un vecchio governo del centro sinistra.
C'è quindi tutta la TV 'informale' stile impero, quella fatta di faccette&culi, di servi&saccenti, di comunicazioni plagianti e di frizzi&lazzi adeguati al tenore di vita festoso, gaudente e compiacente che vuole mantenere l'imperatore nel proprio privato.
Il giro di vite sulla satira e su tutto ciò che è informazione invece quello avanza, non senza qualche difficoltà ma avanza (Enzo Biagi a suo tempo, la Dandini, Milena Gabanelli, Saviano, Fazio, Guzzanti, Philippe Daverio...).
Adesso sembra che sotto tiro insieme alle intercettazioni ci siano gli stessi blog, fonte quest'ultimi a quanto pare di un canale di comunicazione sottovalutato (erroneamente). Le elezioni regionali, il referendum...hanno poi dimostrato il contrario quindi via di censura anche qui.
Cosa ci aspetta allora domani?
Quanto l'oscurantismo di fine impero dilagherà ancora?
Quando ognuno nel proprio piccolo dirà basta?
Quanto dovremo ancora subire, prima che le tensioni sociali si incarnino nel gesto di qualche deficiente?
La risposta non la ho, nel mio piccolo sento solo una rabbia crescente per vedermi guidato da palesi mediocrità umane, assimilabili a rifiuti dal punto di vista morale e culturale. Posso dire poco ben poco oltre.
Accendo la TV ed il solo assistere al proliferare di trasmissioni di cibo e di intrattenimento anestetizzanti mi da la nausea...
Ha un senso fare sempre finta di niente?

"No alarms and no surprises"...cantavano i Radiohead qualche tempo fa...


Passiamo quindi alla ricetta di oggi, vissuta più come una necessità per levare la bocca amara che mi ha lasciato lo sfogo precedente, e non solo aggiungerei. Trattasi di una ricetta partenopea a tutti gli effetti. Ad onore del vero nasce anche questa da una piccola delusione come accennavo prima. Niente di importante come quelle esternate in testa però.
Questa estate ho 'bazzicato' la costiera amalfitana, la 'mia' costiera e sempre qui se da una parte mi sono sorpreso ad emozionarmi per qualcosa alla quale pensavo di essermi abituato dall'altra le piccole note negative non sono mancate. Queste ultime sono da annoverarsi tra le classiche pecche di simili luoghi, a maggior ragione d'estate, leggi alla voce traffico, qualche carenza organizzativa, qualche 'abuso' turitico...ma mai pensavo di dover aggiungervi anche la visita alla pasticceria di Sal De Riso. Solitamente evito giudizi negativi pubblici eppure sono andato via da quello che viene considerato un punto di incontro per impenitenti golosi dal palato fine con la sensazione che qualcosa è cambiato, ed ovviamente non in meglio. Non mi dilungo sui dettagli pressochè oggettivi che hanno causato lo sconforto, reso ancora più gravoso dal fatto che voglio bene 'a quei luoghi', piuttosto un punto di rivincita volevo prenderlo per me. Ecco quindi le melenzane al cioccolato declinate secondo la linearità della cucina casalinga partenopea e cioè rifacendosi alla ricetta di una crema largamente adoperata nelle cucine all'ombra del Vesuvio, quella cioè per il sanguinaccio orfano del sangue con l'aggiunta delle melenzane piccole di fine estate i cui esemplari privi di semi (contrariamente a quelle del periodo appunto) vanno degnamente festeggiate con una ricetta ricca e golosa.
La ricetta del blasonato pasticciere affonda invece in una ricercatezza che sa di marketing (uso di elisir-liquore prodotto da lui...ed anche qui ci sarebbe lungamente da dire...ma meglio tacere...) motivo per il quale chiacchierando un pò in giro con chi ha più anni di me, in vita ma anche ai fornelli ecco che ho premiato la scelta della semplicità quella cioè che seguivano le nostre nonne, non troppo avezze ad intrugli costosi o a passaggi pressochè appartenenti ad un modo di fare che con la concretezza di un certo mondo femminile, fatto di madri con ben altri pensieri, nulla ha a che vedere.
La ricetta del sanguinaccio l'ho presa da Lydia, una garanzia in materia, il resto l'ho modificato secondo il mio ricordo olfattivo e gustativo del piatto in oggetto.
Il risultato è stato soddisfacente al punto tale da levare quel senso di amarezza dato da quel pellegrinaggio goloso ricco di aspettative del tutto inattese.

Dimenticavo. Se sieti giunti fin qui nel guardare le decorazione per i due vasetti preparati indovinate quale è il mio (triste ovviamente) e quale quello della santa che mi sopporta? :P ehehhehehe

Melanzane al cioccolato

Sanguinaccio (Crema aromatica al cioccolato)

600 cl. di latte intero;
170 gr. di zucchero semolato fine;
65 gr. di cacao amaro di qualità;
60 gr. di cioccolato fondente al 70%;
35 gr. amido;
2 cucchiai di farina '00';
1 cucchiaino di estratto di vaniglia;
1 pizzico di cannella;
1 noce di burro;
½ bicchierino di passito di qualità;
1 cucchiaino di fiori di arancio;
1 cucchiaio di limoncello;

Procedimento:
Si riempiono 2 tazzine di latte (preso dal totale), in una stempero a caldo l'amido, nell'altra la farina.
Mettere i composti in un tegame, aggiungere il rimanente latte, il cacao setacciato, il cioccolato fondente, lo zucchero, la cannella, l'estratto di vaniglia ed il burro. Portare ad ebollizione girando continuamente fino a quando la crema non lega in modo evidente. Fuori dal fuoco ho aggiunto il passito, il limoncello ed il cucchiaino di fiori di arancio rimestolando con una frusta in modo da farli assorbire in modo uniforme. Ho lasciato poi raffreddare il tutto.

Melanzane
4 melanzane lunghe possibilmente prive di semi;
70 gr. di zucchero semolato fine;
25 gr. di cacao amaro in polvere di qualità;
1 pizzico di cannella;

1 fetta di arancio candito di qualità;
1 fetta di cedro candito di qualità;
mandorle a lamelle;
ciliege candite di qualità;
olio extravergine di oliva

Procedimento:
Tagliare le melanzane in modo longitudinale e farle spurgare della loro umidità naturale (solitamente le lascio affettate in vassoi all'aria aperta per un bel pò di ore). Personalmente l'ho fatto a mano pur avendo la mandolina. Un senso di confidenza ed il desiderio di muovermi con gli stessi mezzi di chi le cucinava un bel pò di anni fà, non altro. Le melenzane vanno poi fritte in olio evo e scolate in modo puntuale. Quando sono ancora tiepide passarle nella miscela precedentemente preparata di cacao-zucchero e cannella e porle a riposo in un piatto. Una volta conclusa l'operazione per tutte le fette tagliate, ho versato sul piatto contenente le melenzane 'impanate' la restante miscela di polveri avanzata, ho chiuso con carta stagnola(in modo da favorire una buona aereazione) ed ho riposto in frigo per una notte in modo da consentire di asciugarsi ulteriormente.
Il giorno dopo in vasetti a chiusura meccanica con guarnizione alternare i seguenti strati:
crema al cioccolato --> fette di melenzane stese --> una manciatina uniformemente distribuita di cedro&arancia candita ridotta a minuscoli pezzettini, insieme a poche mandorle in lamelle --> crema al cioccolato a parziale copertura --> fette di melenzane stese -->...così via fino a completare con crema a totale copertura.
Guarnire con le ciliege candite, chiudere i vasetti e riporre in frigo per almeno una notte.
Assaggiare&sorridere sarà quindi un tutt'uno :)))




Post di...passaggio

Per Pura Scaramanzia Partenopea il seguente post vuoto fa solo da link al prossimo...in qualche modo pur si dovevano rispettare le tradizioni no?! :P ehehehehe

martedì 20 settembre 2011

Tartufo nero ai fichi














S.T.D.
Lo sguardo di un impunito. Il sorriso mezzo accennato di un ragazzino mai cresciuto quando si parla di coetanee o di amicizia. Sembra avere qualcosa da nascondere quando rilassa la bocca in un riso docile che resta per l'appunto solo una promessa mancata, sempre. Non è uno scugnizzo, uno che la sa lunga, solo che è fatto così, severo con se stesso per tutto ciò che riguarda la vita famigliare, i 'doveri' dell'età, poi però se incrocia lo sguardo di una bella ragazza o si avventura su qualche discorso da bar è il ragazzino che conoscono tutti, quello che perdeva sempre a biglie ma non un giorno di scuola, quello che perdeva le notti a studiare e non dietro alla chitarra, quello che aveva perso qualche occasione personale nella sua adolescenza ma non il treno dell'università e della laurea dedicata ai genitori un pò in la con gli anni.
Il sorriso accennato e mai concesso, quasi una firma, una forma di pudore adolescenziale che alla lunga può rivelarsi una pregevole difesa della persona, nel momento della crescita invece è decisamente un freno. Gli amici bonariamente lo avevano soprannominato 'centouno' intendendo l'età appunto a circoscrivere a mò di sfottò una maturità precoce e decisamente caratterizzante.
Uno scugnizzo mancato, avrebbe detto qualcuno nel paesino dove era nato, uno tuttavia da vedere non proprio di buon occhio perchè si sa nel profondo sud quando studi e non bighelloni al bar davanti ad un flipper, un biliardo o ti spacchi la schiena nei campi, sei sempre un 'promettente estraneo'. La cosa brutta è il rischio di diventarlo appunto per quella famiglia allargata che ti ha cresciuto pubblicamente in quello spiazzo non più grande di un cortile che chiamano piazzetta dove dal tuo secondo piano hai imparato a riconoscere tutti e dove chiunque sa chi sei e da quale finestra ti affacci e soprattutto ti affaccerai.
C'è il bullo di poco conto che beve ed una settimana si ed una no spacca il citofono del palazzo dove abita, c'è il carabiniere della vicina stazione che si fa rispettare almeno quanto quell'intoccabile che alloggia nel palazzo accanto al piano terra, gli analfabeti assunti nell'impresa per la raccolta rifiuti il cui unico contatto con la civiltà è una divisa colorata con il nome di una ditta, una delle tante sempre dello stesso proprietario, loro invece solo manovalanza a basso costo il cui stipendio paga ben altri lavori. Poi c'è il parroco arroccato nella sua omertosa missione a fare da cuscinetto, a ricucire strappi di coscienze già guidate da divinità decisamente più umane e contraddittorie che con il pietoso Dio cristiano hanno poco a che vedere se non una formale e pomposa devozione dalla quale cercano di trarre una aura di sacrà e cinica autorità. Le speranze e le lacrime di chi non ha santi invece sono tutte quante uguali e si mischiano nella rabbia di certi posti dimenticati da tutto e tutti, fino a quando non balzano agli onori della cronaca per episodi violenti che sono sempre gli stessi, sempre la stessa storia, sempre gli stessi luoghi, sempre le stesse considerazioni a margine, sempre la stessa tristezza negli occhi rassegnati e lo stesso silenzio umano a seguire.
Restano solo le cicale ed un respiro lento che sa di sopravvivenza.
Il profondo sud di piccoli paesini di provincia è un universo di cose non dette, di lavori mai trovati, di strette di mano pesanti, di sguardi bassi ed invadenti, di senso della famiglia che travalica i legami parentali per diventare qualcosa più ingombrante, una famiglia allargata come dicevamo prima che lascia crescere solo sotto la sua ala decisionale maliziosamente protettrice.
Lo scugnizzo mancato ha 37 anni, di secondo nome fa Angelo e caratterialmente lo è di fatto se non fosse per quella sua fisicicità che di certo non rimanda all'immagine di un messaggero di Dio.
Pelle olivastra, capelli neri abbastanza corti e pettinati spesso con la fila di lato, non alto, di corporatura media, si intuisce che la sua palestra sono stati solo i libri e la cucina di mamma, labbra carnose, viso leggermente squadrato, occhi puliti sempre pronti a cedere il passo a quel sorriso accennato ma mai concesso.
Settembre, primo mattino. L'aria che passa dalla finestra aperta di quel secondo piano tradisce un lento cambio stagionale contraddetto solo dall'imperituro canto delle cicale. Dal piano di sopra nessun rumore. Un veloce sguardo sulla piazzetta sotto fatto di taglio attraverso i battenti socchiusi. A parte il solito vecchietto fuori al bar non c'è nessuno ancora in giro, un salto con gli occhi alla propria macchina parcheggiata li vicino. 'E' ancora all'ombra meno male...' pensa.
Dalla camera da letto dei genitori la voce indaffarata della mamma affaccendata in altro:"...Angelo hai fatto colazione?...Angelo non fare come al solito...".
"Si ma'...lo sai, la faccio con i colleghi...". Di certo il pensiero era volato a quella ragazza conosciuta li, in quel bar di un ufficio dove la sua esigua vita sentimentale aveva preso una improvvisa deviazione arricchendo le giornate di tanti nuovi sorrisi accennati e mai concessi. Forse, ma non è dato saperlo qualche eccezione c'era anche stata.
"...prendo il caffè..." e poi per arginare il commento di ripresa che avrebbe avuto sicuramente la sera dalla madre nel lasciare sul tavolo la brioche "...anche perchè quello del bar mica è come quello tuo!...". Un lampo di luce decisionale attraversò per un attimo il viso perfettamente sbarbato fiaccando in modo repentino quella comprensibile indulgenza di prima. Si incrociò rapidamente allo specchio alla ricerca forzata di un pensiero superficiale che potesse distrarlo e fortunatamente si materializzò la constatazione che tutto sommato quel completo non gli stava male, prese quindi le chiavi di casa dal settimanile dell'ingresso, la borsa di pelle con pochi documenti dentro ed alzò gli occhi per sentire eventuali rumori dal piano di soprà.
Ancora nulla.
"Meglio..." pensò convinto, riprese fiato ed esclamò:"ciao mamma a dopo...".
Infilò le scale rapidamente pensando alle parole ingiuste e pesanti che il presidente della Repubblica, proprio lui, aveva avuto nei suoi confronti, nei 'loro confronti', ed a quelle che in risposta privata aveva lasciato invece ai suoi soli appunti: "...quando moriremo nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti ma credibili...".
Il pensiero volò ad un Dio vendicatore al quale si rivolgeva solo raramente, era cattolico lui, un silenzioso credente, di quelli che in chiesa non si fanno notare, te li ricordi solo quando non ci sono più proprio come gli angeli. Attraversò la piazzetta con il solito passo deciso e guardingo, via quindi in macchina, su quella statale SS640 che era decisamente vuota per essere il ventuno di Settembre.
Vuota.
Vuota ancora per poco, quel tanto da permettergli ancora di illuminarsi con un sorriso mezzo accennato, il suo, quello mai concesso, pensando a quando l'avrebbe rivista.
Poi, ancora e solo le cicale.

Nota
Angelo è Rosario Angelo Livatino, il giudice 'ragazzino' che in modo del tutto personale vorrei ricordare così.

Sub Tutela Dei


Passiamo quindi alla ricetta.
E'difficile iniziare a parlare di cibo per il solo piacere di farlo in assoluto, quantomeno ci vuole lo spunto o la motivazione portante per farlo. Trovo tuttavia agevole parlarvi di questo perchè al di là del valore oggettivo del 'Tartufo nero ai fichi' per me rappresenta anche e soprattutto un grazie al suo autore (Nanni, del blog LaVetrinaDelNanni) che simbolicamente rappresenta tutti quelli che questa estate in privato si sono fatti sentire con me in modo carino anche solo per un saluto al volo, per dirmi che si stavano 'strafocando' qualcosa degno di menzione o solo per condividere un momento della propria giornata vacanziera pur fitta di impegni. Volutamente non faccio ringraziamenti puntuali ma il grazie ripeto ci sta tutto perchè effettivamente ho avuto segno tangibile che il blog è una occasione di comunicazione che in molti di voi usano per estendere i rapporti in modo piacevole alla sola coesistenza pubblica di facciata. Posso dire che insieme alla mia lei abbiamo anche esteso il piccolissimo giro di amicizie per vie di in incontro ad-personam che si è rivelato un felice incrocio di persone molto più simili di quanto dicano apparentemente le storie delle singole vite.
Sarò pesante, ne sono consapevole ma sono queste piccole cose che fanno la differenza, magari Ferragosto quest'anno non lo dimenticherò tanto facilmente e non certo per questioni personali di grande rilievo ma solo perchè a sapere che ero "ostaggio" della mia famiglia o impegnato ad imprecare per non trovare un parcheggio era più di qualcuno di voi, chi più vicino, chi lontano molto più di tremila miglia.
La pausa estiva come tutti i pit-stop mentali, indipendentemente dal fatto che si siano fatte o meno le vacanze segna una ruga tra ciò che non vorremmo riaffrontare mai e quello che invece di buono si è costruito prima. Inevitabilmente le cose viaggiano a braccetto con continuità ma è l'esistenza del secondo aspetto che rende quasi accettabile il primo.
Trovare un sms o qualche mail sentita di soli saluti è davvero la migliore cartolina che potevo ricevere da alcuni di voi. Per gli altri resta il sorriso di averli incrociati invece fino alla prossima occasione.
Grazie davvero.

La ricetta di seguito riportata è come al solito un collage molto lineare di singole preparazioni che all'occasione si è rivelato un ottimo viatico per sdoganare in modo goloso la stagionalità e l'accostamento, per me decisamente unico, del triumvirato goloso dato da fichi-nocciole&fondente.
Dal Nanni trovate le versioni originali dei 'pezzi' adoperati qui per un 'Tartufo nero ai fichi' fatto di un pan-di-spagna alle nocciole e di una mousse al fondente per il tartufo.
Il Tartufo nero ai fichi è un piccolo viaggio nella golosità. La base leggermente granulare di nocciole imbevuta di Cointreau, i fichi naturalemente dolci ma con la punta di freschezza data dalla loro 'non lavorazione' crea il contesto ideale per tuffarsi nella mousse fondente morbida ed incisiva quel tanto che basta per ricercarla nuovamente con il cucchiaino. Decisamente da provare almeno una volta per dire..."...io lo so com'era..." :)
Chissà se i miei vicini ai quali è andata una minitortina hanno gradito? :P

Nota
La mancanza di perfezione sulla fascia laterale è da addebitare al fatto che uso carta da forno e non acetato per il rivestimento sulla circonferenza esterna motivo per il quale è quasi impossibile non avere 'grinze' almeno per le mie mani malferme :P ehehehehehe


Tartufo nero ai fichi

Pan di spagna alle nocciole

Ingredienti
65 gr. di zucchero semolato;
150 gr. di uova intere codice 0;
90 gr. di nocciole (ho usato la Tonda Gentile romana di Viterbo)
30 gr. di farina 00;
50 gr. di burro;

Tritare le nocciole insieme alla farina e sciogliere il burro a bagnomaria lasciandolo poi intiepidire lontano dalla fiamma. Con uno sbattitore elettrico montare le uova tenute a temperatura ambiente insieme allo zucchero (aggiunto gradualmente) per 15' circa, ovvero fino a quando la montata è ben gonfia e lasciandola ricadere a filo sulla massa rimane in rilievo (in gergo si dice appunto che "scrive").
A questo punto con una spatola si aggiunge prima lo 'sfarinato grezzo di nocciole', rimestolando delicatamente con un movimento dal basso in alto e poi il burro fuso (oramai raffreddato).
Il Nanni correttamente consiglia di sacrificare parte della della montata (1/4 circa) mettendola in una tazza nella quale quindi si procede ad incorporare prima il burro fuso per poi integrarlo successivamente al composto principale.
In tutta onesta ho aggiunto il burro sulla sola montata delle uova (usando il frullino per non più di 3-4 secondi reali) e poi ho proceduto manualmente con la spatola per la 'farina' di nocciole e posso dire che alla fine il composto ha perso aria in modo decisamente poco apprezzabile se valutato nell'ottica della resa complessiva.
Ho usato per la cottura uno stampo da 22 cm imburrato&infarinato a 180°, forno statico, ripiano medio per circa 30'.
Con il pandspagna alle nocciole ho ricavato due dischi (una volta tolta la calotta) con i quali ho preparato sia la torta, sia una minitortina. Nel valutare voi, le foto della resa dello stesso, in altezza e per alveolatura spero si intuisca che il passaggio più furbo (burro con frullino per 3-4 secondi) per simili preparazioni può essere fatto senza problemi particolari.

Mousse fondente

Ingredienti
1/2 lt. Panna ;
360 gr. cioccolato fondente al 70%;
100 gr. acqua;
3 cucchiai di Cointreau; (facoltativo)

Montare bene la panna fredda in un recipiente che sia stato tenuto circa un'ora in freezer. Sciogliere il cioccolato fondente con l'acqua (io nel microonde al minimo della potenza con ripetute mescolate con la frusta a mano)e far raffreddare mescolando di tanto in tanto. Aggiungere il Cointreau e mescolare uniformemente una volta che la temperatura è decisamente calata. Versare il composto di cioccolato ormai freddo a filo sulla panna montata mescolando con una frusta finchè il tutto è omogeneo.


Assemblaggio torta

Ingredienti
Cointreau per la bagna;
12 fichi maturi preventivamente privati della buccia (con santa pazienza, santissima pazienza...:P ehehehehe);
cacao amaro;

Ho usato un cerchio da pasticceria da 20 cm. rivestito di carta forno ritagliata con una altezza che sia almeno il doppio di quella dello stampo fisso. Ho quindi posto alla base una circonferenza di pari diametro di Pan di spagna alle nocciole (prelevato da uno dei due dischi tagliato con lo stesso stampo) e l'ho bagnata in modo uniforme con Cointreau al naturale.
A questo punto ho aggiunto sopra i 12 fichi maturi aprendoli come dei fiori lasciando libero un centimentro dal bordo e livellando con un cucchiaio. Dodici fichi possono sembrare eccessivi per un cerchio da pasticceria di 20 cm però essendo piccoli e volendo avere una farcia uniformemente ben distribuita sono necessari.
A questo punto ho versato sopra la mousse fondente riempendo il cerchio e livellando con una spatola corta o con un cucchiaio.
Porre in frigo a consolidare 6 ore almeno, o meglio ancora tutta una notte.
Prima di servirlo setacciate sulla superficie uno o due cucchiai di cacao amaro.