mercoledì 13 ottobre 2010

Cappletielli mandorle e mele














Il percorso fatto la mattina coincideva per almeno 300m. ma in quel pezzo di marciapiede puntualmente ci incrociavamo sempre. Io accompagnato a scuola dal portiere, lui in procinto di aprire il negozio. E'così che l'ho visto la prima volta ed è così che l'ho (ri)visto negli anni a venire quando crescendo con la memoria l'ho definitivamente fissato come si può fissare un personaggio sulla scena di una rappresentazione teatrale che nella fattispecie coincideva con la storia ed i protagonisti del mio quartiere.
Negozio di bottoni in primis, piccola merceria a seguire. Dagli elastici per mutande e pigiami alle spolette di nastri di raso multicolore, dalle spagnolette di cotone alle lampo. Vetrina minuscola a più ripiani con il lato lungo in altezza. Al negozio si accedeva salendo uno scalino alquanto alto e dall'altezza irregolare che andava a pareggiare di fatto un tratto di strada in quel punto decisamente in pendenza.
Dentro, un locale stretto quasi soffocato da un maestoso mobile di legno grande quanto la parete, fitto di cassettini quadrati regolarmente disposti a comporre una scacchiera di mattonelle scure ognuna delle quali aveva nel centro un bottone di differente foggia e colore ad indicarne appunto il contenuto. Quelli non etichettatti con bottoncini o piccole fibiette erano altrettanto zeppi di multiforme minuteria, ai miei occhi tanto affascinante quanto inutile per gli ovvi interessi differenti.
Entrando, nell'attesa di ricevere quanto richiesto, nessuno riusciva a sottrarsi al fascino di quel piccolo cielo di bottoni. Tutti per qualche secondo si perdevano in quello sfondo illuminato da stelle d'osso, di legno, madreperla, plastica, metallo...
Lui invece. Scuro di carnagione, capello cortissimo quasi militare, poche rughe decise, occhiali spessi neri come sono di moda adesso ma non certo allora, zoppo ad una gamba che trascinava senza tonicità flesso sulle ginocchia puntando contro l'asfalto uno spesso bastone di legno che gli faceva da perno nell'atto del portarsi avanti. Occhi piccoli e castani, scarponi da lavoro di cuoio nero consumati fino al taglio sulla parte interna del piede che trainava, lucidi di fabbrica sull'altro lato. L'altra scarpa lisa in modo uniforme dal ruolo obbligato che le era stato dato di capofila apripista appunto.
Impossibile non notarlo. Vestito con camice a quadri di tessuto poco lavorato, lo ricordo sempre con lo stesso cardigan beige e con il giaccone impermeabile pesante blu apparentemente di qualche taglia più grande del necessario. Che io sappia è sempre stato una persona sola.
Raramente sono entrato con mia madre poi crescendo il più delle volte ci ero finito mandato dal pizzaiolo lì vicino a cambiare soldi. Era tipico infatti che noi ragazzini finito di giocare a pallone in una strada laterale alle spalle comprassimo le 'margherite' appena sfornate (da mangiare ancora bollenti piegate a quattro in fogli di carta grezza sul piccolo piazzale antistante) ma era altrettanto usuale che lo stesso pizzaiolo non avesse mai monete per il resto. Conoscendoci bene ci mandava quindi nella merceria a chiedere la cortesia del cambio di cinquecento, mille lire in spiccioli. Toccava spesso al più fesso del gruppo e cioè a me. Come tutti i ragazzi e non so se vale come giustificazione in quelle occasioni nemmeno ne incrociavo lo sguardo in quelle occasioni vinto dal timore di una diversità che ti rende cinico e scostante da ciò che non si riconosce famigliare. Solo il cielo alle spalle fissavo.
Eppure per strada la mattina andando a scuola era impossibile non seguirne il tragitto, la traiettoria ondulata tra le persone che sfilavano veloci accanto evitandolo per dargli maggior agio di movimento in un marciapiede che non bastava e non basta tutt'ora in larghezza ad una persona normale, schiacciato dai negozi alimentari già aperti e le macchine incastrate alla meglio sul lato della strada.
Quel saliscendi della sua andatura sincopata a trascinare la gamba piegata in due e puntellata da un bastone la ho davanti agli occhi come il replay incantato di un film.
Gli anni a venire non intaccarono minimamente quel negozio, ne le abitudini del suo proprietario, sempre identiche.
La vendita aggiuntiva di qualche maglioncino di lana e delle calze per uomo non modificò certo l'evidente anacronismo commerciale (e non) che era diventato. Quella piccola realtà nata come rivendita di bottoni era e restava una minuscola scialuppa di sopravvivenza tenuta a galla dalla forte tempra del suo comandante, forgiata dalla solitudine e solo in minima parte dal contributo concreto di quella parte di quartiere commiserante e commiserevole.
Lo sguardo che facevano i più al suo passaggio dipingeva nell'aria sempre lo stesso interrogativo"...ma non è meglio se chiude?...ma chi glielo fa fare in quelle condizioni?...".
Zoppo lo è sempre stato ma non certo per la gamba, forse era zoppo solo per solitudine quell'unica menomazione vera che gli dava anche la forza di alzarsi ogni mattina e sollevare la pesante sarracinesca della piccola rivendita...con il caldo e con la pioggia, con la febbre o in salute, con qualcuno al quale vendere o anche solo per testimoniare in modo silenzioso che in quella rappresentazione teatrale lui c'era e non si sarebbe fatto certo da parte.
Adesso non c'è più, ne lui ne la bottega, c'è una salumeria in quel cantuccio di strada. Quando torno a casa, ed è difficile da spiegare lo comprendo, io continuo a vederlo sempre in quei 300m, ondeggiare claudicante con la testa tra la gente verso un piccolo cielo di bottoncini colorati che da qualche parte, ne sono certo, c'è ancora.

Passiamo ora alla ricetta.
Per i partenopei i "coppetielli" sono dei foglietti di carta grezza ripiegati a conetto che la tradizione ha fissato come espediente indispensabile nel rituale del caffè con la macchinetta napoletana, secondo gesti e rituali che Eduardo De Filippo stesso ha ripreso per una sua famosa rappresentazione teatrale ("Questi Fantasmi"). I coppetielli però sono comunque stati sempre usati anche per il cibo da strada come contenitore improvvisato di zeppole e paste-cresciute fritte, per la frutta, castagne o carciofi arrostiti, ....
Per l'occasione ho ripreso quindi l'idea di coppetiello per declinare una briseè neutra, più leggera rispetto ad impasti similari che per versatilità mi ha ricordato appunto l'idea del coppetiello in cucina come una sorta di passepartout per assaggiare una mousse di mandorle e mele anch'essa non eccedente dal punto di vista zuccherino ma altrettanto interessante da provare come esperimento appunto.
Insomma qualcosa con il quale tentare una via nuova. La preparazione è molto al limite considerando che la base di partenza è l'apple-pie va da se che i Cappletielli alle mandorle e mele però suonano bene come strada alternativa un ottima occasione cioè per 'tentare'.
Dimenticavo, la mousse l'ho ripresa da Milena di una Finestra di Fronte, modificandola con l'aggiunta di mele disidratate e pareggiando la dolcezza con poco zucchero a velo. Lei, Milena, si che è da tenere in considerazione quando si decide di osare, con semplicità ma oltrepassando quella linea sottile che sono i nostri confini in termini di aspettative di un piatto.
A seguire quindi il dettaglio dei:

Cappletielli mandorle e mele

Ingredienti per la pasta
500 gr. di farina 00;
210 gr. di burro;
20 gr. di zucchero a velo;
1 tuorlo di uovo medio;
200 gr. di acqua fredda;
1 buccia di limone (grande) grattuggiata;

Preparazione
Per la pasta briseè "dolce" procedo con la tecnica della sfarinatura appresa da mia madre ma che trovo descritta in modo ottimale e praticamente identica sul sito di Gennarino e di cui vi riporto i passaggi chiave modificati per alcuni piccoli cambiamenti da me:
1) Prima di tutto, preparare il burro. Con l'aiuto di un coltello piuttosto grosso, tagliarlo prima a bastoncini (grandi, se possibile, poco più di un fiammifero)...
2) ...e poi a dadini ed unirlo alla farina, la buccia di limone grattuggiata e lo zucchero a velo;
3) Il burro va poi sfregato tra i polpastrelli, con un movimento delle dita simile a quello con cui si indicano i soldi...
4) ... , in modo da ottenere uno 'sfarinato' grumoso. Aggiungere il pizzico di sale e mescolare ancora.
5) Allo sfarinato cosi' ottenuto, unire il tuorlo aggiuntivo e l'acqua fredda in più riprese ed impastare velocemente.
6) Formare quindi una palla, avvolgerla con una pellicola trasparente senza PVC e farla riposare in frigo. Io l'ho lasciata una giornata intera.
Imburrare ed infarinare gli stampini, stendere la pasta quanto più sottile è possibile e poi ritagliare dei triangoli di pasta che avvolgerete intorno ai conetti tagliando a seguire la pasta in eccesso alla base.
Cuocere in forno a 180° per non meno di 25'. A partire dal 10' girarli ogni 3-4' senza procedere come ho fatto io che per la foga del cambio di posizione li ho ruotati a mani nude ustionandomi i polpastrelli cantando a seguire varie arie dell'Aida e del Rigoletto.
Dopo il canto e le medicazioni necessarie mi sono dedicato anche alla farcia.

Ingredienti per la Mousse di mandorle e mele
200 ml. di panna fresca;
75 gr. di mandorle pelate+ 30 gr. zucchero;
100 gr. di ricotta vaccina + 15 gr. di zucchero a velo;
1 cucchiaio latte;
40 gr. di mele disidratate tritate al mixer;

Preparazione
In primis ho frullato con un mixer le mandorle con lo zucchero lasciando tutto in infusione nella panna per due notti.
Ho quindi successivamente filtrato il bagno di mandorle ed ho montato la panna aromatizzata incorporando gradualmente anche le mele tritate;
Parallelamente si monta la ricotta con lo zucchero a velo ed un cucchiaio di latte. Si incorpora a seguire la panna montata con movimenti delicati. Si fa riposare il tutto in frigo per una mezz'ora.

Assemblaggio
Con una sach-a-poche ho farcito i conetti che ho lasciato in frigo per almeno un paio d'ore in modo da farli assestare per bene. La mia ragazza mi ha decisamente incitato a completare l'opera con una spolverata di cacao o semplicemente chiudendo con lo sfarinato di mandorle&mele disidratate avanzato e mescolato insieme. Non l'ho fatto perchè in tutta onesta volevo provarlo in versione nuda. Considerata la briseè neutra e la mousse delicata propenderei anche per una copertura parziale di fondente nero, necessariamente non lavorato con zuccheri aggiuntivi proprio per non tradire questa operazione di "sottrazione" che è stata fatta con questa piccola idea personale.
Questi Cappletielli mandorle e mele partecipano all'MT Challenge di MenuTuristico vinto il mese di Settembre da Anna Luisa e Fabio del blog AssaggiDiViaggio al quale si deve appunto il tema della NY ApplePie ed anche al contest "Inventa...mela"di ArabaFelice.
















39 commenti:

  1. ho letto la storia tutto d'un fiato, mi ha fatto venire in mente certi film neo-realisti strappabudella. bello!

    poi arrivano i Cappletielli, che devo fare copia&incolla che non so nemmeno scriverne il nome.
    un'opera d'arte.
    come ti sei inventato una cosa simile?
    troppo bravo...

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  2. E' sempre un piacere leggerti...sei un grande!
    Ottima ricetta ..... la tua è anche la storia della ricetta! COmpplimentiiiiiiiii!!!

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  3. Mi piace tanto il cielo di bottoncini colorati. Che strano il mondo dei ricordi e come la nostra mente fissa dettagli e particolari...

    Grazie per la bellissima ricetta, ti aggiungo subito alla lista dei partecipanti ed in bocca al lupo :-)

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  4. La biografia di quella solitudine zoppa che non si rassegnava a se stessa e che aveva trovato una ragione di vita in quel firmamento di bottoni è elegiaca ....
    Così come lo è questa re - interpretazione di un classico che non conoscevo :D
    Mele e mandorle formano un bel duo ....

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  5. Che poesia, racconto, ricetta, coppetiello

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  6. @La Gaia Celiaca
    Sempre molto carina e buona con me! eheheheehe
    Grazie davvero :)
    PS
    L'idea dei coppetielli mi è venuta pensando a come dare un tocco partenopeo ad una ricetta rifacendomi appunto ad Eduardo che spiega come si usa nel rituale del caffè. Insomma il flashback fortunoso al momento giusto :P eeehehhehehe

    @SUSY
    Troppo buona anche tu, davvero, grazie! :)))))

    @Arabafelice
    Qualcuno ha detto che la mente ha il grande dono di dimenticare e diciamo che in linea teorica sono anche d'accordo...meno male però che ogni tanto riusciamo anche a salvare ognuno per se il proprio cielo di bottoni, che sia un caso o meno non lo so, ma a me va benissimo così :)))
    Grazie a te come sempre :)))))

    @Milena
    Diciamola tutta...se non ci "fossi" anche tu (molto spesso) in cucina con noi le ricette sarebbero più stereotipate ed oserebbero di meno! Grazie davvero a te ;)

    @Lydia
    Perdonato per il ritardo di Lunedì?! :PPP

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  7. Grazie Ciboulette :))))
    PS
    Per il flan ti faccio sapere appena lo faccio ;)

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  8. Mario, grazie.
    Per il racconto, per le emozioni, per la commozione, per la nostalgia, per la persona che sei, per le cose che fai, per come le fai.
    E mo', basta, che poi qui si intenerisce il giudice e addio imparzialità nella sfida...
    Grazie davvero
    Ale

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  9. Ce ne fossero di questi "anacronismi commerciali", veramente. Oggi è un dramma cercare le mercerie! Mentre negli ipermercati, commercialmente aggiornatissimi, ci si vogliono vendere aghi larghi come pali, filo di poliestere e altri prodotti scadenti e senza assortimento. Fatti al risparmio per risparmiare sul lavoro che dovrebbe esserci dietro. Quanto ai bottoni, nemmeno si fanno più.

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  10. ....me l'hai fatto vedere quel "cielo di bottoni"...e con il cielo tutto il resto, anche l'espressione del punto interrogativo dipinto sulle persone...

    Grazie per descriverci questi ricordi...

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  11. Buongiorno...i tuoi posts sono sempre così espressivi!!! mi piace molto leggerti!!! e la ricetta...al bacio!!! un abbraccio ;D

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  12. Come lo hai descritto bene, sembra quasi di vederlo lui, il suo negozietto e la sua vita, anche io essendo cresciuta in un piccolo paese ho vissuto queste realtà vedendo purtroppo con il tempo chiudere questi negozietti affascinanti odorosi di polvere e muffa, stipati talmente tanto di oggetti che mai saranno venduti. Al loro posto ora ci sono catene di negozie con commessi in divisa sempre di corsa e sempre distratti e non posso fare a meno ogni tanto di provare nostalgia per quella vecchia realtà rassicurante.

    Non conoscevo questa ricetta, ma mi piace molto oltre che nella sostanza nella forma, penso già quanto apprezzerà il mio piccolo ometto :-))

    a presto

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  13. Ho letto tutto con piacere e anche gli occhi hanno avuto la loro parte "gustosa". rimane fuori l palato, a meno che replichi la ricetta...

    bacioni

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  14. Sono appenna scesa dallo scalino, ho preso una storta, 'mazza ma quant'è alto? Sono un poco piccoletta io? Sono stata lì a guardare il bottoncino in alto, quello con lo strass azzurro al centro... finalmente c'ho in mano le monete... vengo a mangiare anch'io la pizza, posso?
    Ritornando ai nostri giorni e nella cucina di casa vostra soprattutto... che fa ... me lo offri il caffè e un coppletiello?
    Mario sei un grande!!

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  15. @Alessandra (raravis)
    GRAZIE a te. Non aggiungo nulla, posso vero?! :)
    PS
    Tu intenerita come giudice....ahahaahahhahahaaha....giusto....avevo promesso di non aggiungere nulla meno che mai cattiverie....ehehehehe
    Passo allora ma il GRAZIE è strasentito! :)

    @Anonimo
    Condivido e ti ringrazio per il contributo. Oggi la merceria non esiste più come tanti altri negozi al dettaglio e questo è decisamente una perdita culturale ancor prima che commerciale. Mi sarebbe piaciuto anche dare un nome a questo grazie ma va bene lo stesso così.

    @Lo Ziopiero
    Grazie a te per esserci qui :)))

    @Luciana
    Graziegraziegrazie :))))

    @Milla
    Certe realtà mancano soprattutto per la carica umana e per i rapporti che si stabilivano. Non in questo visto che io ne sono stato solo muto spettatore certamente per altri negozi del mio quartiere invece è andata proprio come dicevi pocanzi.
    Grazie come sempre del tuo contributo :)))

    @Letiziando
    Ehehehehe...se replico sarai la prima a saperlo, ok?! :P

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  16. Approdo solo ora sul tuo interessantissimo blog, dopo averti visto come commentatore di blog comuni..complimenti!Ora mi sto rileggendo le puntate passate, comincio però a farti applausi per questi cappletieli golosissimi!
    sara

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  17. @Ginestra
    Mi sono divertito a leggere il tuo commento almeno un paio di volte e giungevo alla conclusione che in fondo io inizio solamente poi è sono i contributi come il tuo a rendere il racconto interessante proprio perchè scritto a più mani!!
    Caffè napoletano e "coppetiello" per te non mancheranno mai :))))

    @Saretta
    Troppo gentile, grazie davvero!! :)))

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  18. Sai chi mi è venuto in mente? Il protagonista di Montedidio: ciabattino, gobbo, protagonista di una favola in cui la sua menomazione era alla fine uno speciale passaporto per il Paradiso...

    Chissà che anche l'andatura claudicante e, soprattutto, la tenacia del merciaio della tua infanzia nascondessero in realtà una vita ricca di senso, di scelte difficili, di traguardi sudati...

    P.s. I cappletielli sono una vera meraviglia: come la vedi una mandorla intera o a lamelle a completare la decorazione?

    Non ho ancora visto le altre idee dell'MT ma mi sa che già da adesso faccio il tifo per questi!

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  19. Decisamente una ricetta originale e sicuramente buonissima!!! Ma come membro della giuria, non è che vuoi corrompermi mandandomene un paio? :-D
    Anna Luisa

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  20. Ma cos'è 'sta meraviglia???
    Queste cornucopie di calorie invisibili sono un oltraggio al pudore da dieta!

    PS: più tardi torno a leggere l'introduzione perché voglio godermela per bene ;-)

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  21. @Virò
    Hai ragione sai che non li avevo mai associati. Adesso che mi fai riflettere effettivamente un qualche legame c'è almeno per come l'ho fissato io nei miei ricordi.
    Per la decorazione posso solo fare un mea-culpa...anche perchè non sono stato l'unico a dirlo e quindi non appena questo commento verrà letto da "qualcuno" sarà l'ulteriore spunto per dire "Hai visto!!!" :P ahaahhaahahaaha
    Graziecomesempre!!!

    @Anna Luisa e Fabio
    ...adesso che me lo fai notare quasi quasi passo la notte a fare conetti per corrompervi...avete preferenze oltre alle mandorle, che so, nocciola, fondente, caffè, crema&amarene...che cosa non si fà per un giudice eh?! :PP hahahahahhahahaha
    Scherzi a parte grazie davvero :)))))

    @Muscaria
    Per colpa tua anche qui voglio ricordarti che oggi verrò ricordato per maggiore demenza rispetto al solito...e la colpa ripeto è solo del tuo ultimo post per il quale ancora non mi riprendo dal ridere.
    Non faccio denuncia del furto perchè è per Zebulon e quindi passi e poi perchè ovviamente con una paresi di riso chi mi crederebbe mai!!!

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  22. ooooh ma perché non ero mai capitata qui!! grazie a Muscaria, le sarò eternamente grata per aver dato un impulso straordinario al mio... punto vita :-))
    ma quante cose golose ci sono qui? :-)
    ben "trovato", tornerò spesso!!!

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  23. Se le premesse son queste, questa manche del MT Challenge si preannuncia una sfida ad altissimo livello!
    Ciao!

    P.S.:Ogni volta rimango colpito dalla ricchezza di dettagli pieni di significato che metti nel descrivere mondi e personaggi a te familiari, i miei complimenti anche per quello! ;-)

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  24. @Madama bavareisa
    Benvenuta qui allora...in questa piccola valle di delirio e cucina cialtron-golosa! :PP ehehheheeh

    @Nanninanni
    Le premesse contano poco se ci sono "personaggi" in giro come te che vi partecipano...ma qui siamo partenopei e non cediamo allo sconforto ahahhahahahaha
    PS
    Grazie davvero :))

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  25. Il tuo cielo di bottoni mi ha fatto venire in mente una vecchia merceria che ancora esiste, ma che non credo resisterà a lungo, ma mi ha anche fatto venire in mente una drogheria del centro storico che temo, purtroppo, non ci sia più.
    Non ho ancora avuto il coraggio di andare a controllare...

    Quel che trovo bello però è che la nostra mente non accetta tutti i cambiamenti che ci vengono proposti.
    Il fatto di vedere ancora queste persone nei loro gesti quotidiani, le mantiene vive.

    Anche a me capita la stessa identica cosa, ed è una cosa a cui tengo tantissimo.

    PS: torno più tardi perché devo ancora commentare la tua ingiustissima accusa :P

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  26. Se tu c'avessi un po' di olio di iperico con cui unguentarti le ditina, dopo aver cantato l'aida e il rigoletto,
    saresti stato decisamente meglio!

    ma immagino, che anche solo mozzicare un po' di questi cappletielli (?!?) possa aver avuto un che di miracoloso!

    buona domenica!

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  27. -Lo sapevo!-
    non dovevo cadere in tentazione! ieri sera proprio prima di andare a letto non ho resistito e ho controllato il feed. C’erano i coppetielli rivisitati e rinominati e ..sono finita nella tela del ragno!;-) Ho riletto il post due volte,ammirata,e non bastasse seguendo le tue segnalazioni sono finita nelle spire del mtchallengesettembre e poi via via l’Americano solido, gli spatzle, le istruzioni per l’intrusione in casa Gambetto..insomma un piacevolissimo di tutto e di più ma sono andata a dormire all’alba!!
    Biscolpevole, ma assolto ;-D

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  28. Mario, ma questa è poesia allo stato puro!

    Come, di che parlo? Ah, vuoi sapere se mi riferisco al post o alla ricetta?
    A entrambe.

    Fantastico il racconto, una favola antica dal retrogusto amarognolo per i tempi andati che non tornano più; una meraviglia la ricetta, reinterpretazione in chiave di street food di un classico della cucina Americana.
    E intanto a me sorge un dubbio: lanciano la sfida due Napoletani e la raccoglie poeticamente un altro Napoletano... non è che gatta ci cova? :-D

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  29. gambetto devo farti doppi complimenti. primo per l'atmosfera che hai creato nel raccontare una storia d'altri tempi. mi è quasi sembrato di leggere una pagina dell'ombra del vento di carlos ruiz zafon, la stessa capacità evocativa di quando l'autore descriveva le strade e i negozi di una vecchia barcellona.
    secondo, ho particolarmente apprezzato questa mousse delicata che mi sa tanto ti copierò al più presto, ma anche la brisée neutra però...

    p.s. ma fai lo sceneggiatore pure tu?...

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  30. Spettacolo. La ricetta, ovviamente, m'intriga moltissimo. Ma spettacolo è riferito soprattutto (e non so se dovrei dirlo in food blog ;) ) alla tua scrittura... ho letto tutto, riga per riga, godendomi ogni parola. Adoro queste descrizioni che sembrano ritratti anticati in fotografia... hanno i toni del seppia e il suono delle campane della chiesa del paese... Sono appena sveglia e ancora senza caffeina in corpo, ma leggerti è stato davvero un piacere. Dunque grazie :)
    Agnese

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  31. @Muscaria
    Mi sa che a ripescare nella memoria tutti abbiamo qualche 'merceria' che adesso non c'è più e la riprova è stata nel riscontro di chi ha lasciato il suo commento/contributo raccontando il proprio negozietto che non-c'è-più :)
    Grazie come sempre anche a te..vado poi a risponderti di là! :PPPP ehehheheheehehe

    @Gaia
    Ottimo Gaia, ho risposto direttamente al tuo post e che dire se non grazie per la tua indicazione salvifica nel mio caso soprattutto...che ho le mani ustionate più spesso di quello che si possa pensare per la mia scarsa manualità :P ehehehehe

    @Petronilla
    Così mi sento davvero in colpa! :DDDDD
    Sconterò la mia pena quando ci vediamo la prossima volta cercando di dare un senso concreto a quella lista, ok?! :PPP

    @Mapi
    Eheheheehe...tu davvero sei troppo buona con me che resto senza parole e credimi per chi mi conosce è davvero difficile! :PP
    Scherzi a parte il GRAZIE con ola è il minimo!
    Tornando poi al "Ciallenge" e a chi ha lanciato la sfida...avendo noi sulla carta d'identità la stessa provenienza mi sa che il dubbio non è lecito...è d'obbligo!!! ahahahahahaha
    Lasciamo all'ispettore Muscaria gli esiti dell'indagine e vediamo cosa esce fuori!....:PPPPP ehehehhehehehe

    @Cristina
    Ehehehehe...non faccio lo sceneggiatore, mi verrebbe però da dire, magari, pur sapendo che è un lavoro non certo facile :P
    Tornando al post invece prendendo a spunto quanto dicevi sulla vecchia Barcellona ti posso dire che se la storia si fosse ambientata all'estero...Lisbona sarebbe stato l'ideale. Al momento è forse il post che maggiormente mi ricorda una Napoli di qualche generazione fà.
    Grazie davvero anche a te per il tuo contributo :)))

    @Your Noise
    Speriamo che dopo l'effetto caffeina non sia cambiato il giudizio allora! :P ehehehehehhe
    Scrivi molto bene e si intuisce dal solo commento cosa che non ti dico per mero contraccambio...grazie davvero per il tuo contributo! :)

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  32. Gambetto, per leggerti bene ci vuole tempo, sicché eccomi con un bel po' di ritardo...
    Ma sai che é commovente la descrizione di questo bottegaio, una cosa checoviana, e quelle botteghe che spariscono cambiandoti il paesaggio della memoria, ne vogliamo parlare?
    L'ultima volta che sono stata a Milano ho avuto uno choc. Dove trovi piú un cielo di bottoni?

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  33. @Glu.fri cosas varias sin gluten
    I cieli di bottoni mi sa che sono sempre più rari :))))
    Grazie a te per il tuo contributo come sempre di una certa sensibilità ;)

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  34. spettacolosi
    da preparare quanto prima
    ricetta salvata nella scatola dei ricordi insieme al bel racconto

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  35. @Neapolitan Cook
    Grazie a te eh...spero che incontrino il tuo gusto! :))))

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  36. Quando la classe non è acqua.....è vino!
    ovvero che meraviglia!!!
    Complimenti!!!

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  37. Evvvaiii con il vino!!! eheheheehe
    Scherzo scherzo...ma grazie davvero!
    Troppo buona con me :)))

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  38. SORPRESA!!!!!!!!!!Sempre meraviglioso sei! finalmente l'ho trovato questo blog ( grazie a zia paola)! Bene, ho pensato di farti gli auguri in modo simpatico quindi: BUON COMPLEANNO CUGINO!!!! tanti baci

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  39. @Laura.fi
    ...non solo sono stato scoperto ma mi hai anche ricordato che sono più vecchio...con una certa zia faremo i conti poi!!! :DDD Ahahahahahahhaha
    Scherzi a parte...strano vederti qui...ma contento :)
    Grazie come sempre...un abbraccio ed a presto :))

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